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<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>

L'anime è ambientato nel corso di una sorta di apocalisse zombie. Non si tratta in realtà di zombie, ma di kabane, creature simili agli zombie che possono morire solo se colpite al cuore, rivestito di un materiale durissimo e praticamente impenetrabile. L'umanità si è barricata dietro mura in città fortificate per sfuggire al contagio, ed esse sono collegate da una rete ferroviaria su cui viaggiano treni tanto grandi e attrezzati per potervi sopravvivere sopra per settimane. Ikoma, fabbro della propria stazione rimasto orfano in seguito a un attacco di kabane, sta lavorando alla modifica di una sparachiodi in grado di penetrare il durissimo cuore dei kabane. Ha occasione di testarla con successo durante un attacco dei kabane in seguito allo sfondamento delle mura della propria città, ma durante l'aggressione resta ferito. Riesce miracolosamente a impedire che il virus del contagio arrivi al cervello bloccandosi le vene del collo, diventando cosi una creatura a metà tra un kabane e un umano: un kabaneri. In seguito salirà sul treno di superstiti in fuga dalla città per raggiungere il palazzo dello shogun.

Cominciamo col difetto che forse mi dà più fastidio: la totale assenza di spiegazioni per tutto ciò che riguarda i kabane e i kabaneri, che si fa sentire prepotente fin dall'inizio con la mancata trasformazione di Ikoma. Viene detto esplicitamente che la trasformazione in kabane è dovuta a un virus, tuttavia è completamente assurdo che, per bloccare l'infezione, basti bloccare il flusso sanguigno (o chissà cos'altro) a livello dei collo, visto che i virus e le malattie agiscono sul corpo senza dover raggiungere il cervello. Ancor più strano è che viene poi spiegato che il fermo che Ikoma porta costantemente al collo, se rimosso, non innescherebbe l'infezione definitiva, ma amplierebbe solo il suo potere di kabaneri. Nemmeno questo cambiamento di comportamento del virus viene in nessun modo spiegato.
Successivamente si accenna anche al fatto che uomini e donne kabaneri sono sensibili in modo diverso al virus e, se quest'ultimo viene stimolato, provoca effetti diversi negli uni e negli altri, senza che l'informazione venga dettagliata ulteriormente.
Inoltre, ogni speranza di ottenere spiegazioni su come avvenga la trasformazione in kabaneri indotta artificialmente o da dove vengano i kabane o su come sia stato possibile costruire città fortificate e reti ferroviarie in breve tempo è vana. E non ho nemmeno elencato tutti i dubbi che ho.

Un altro problema sono i buchi logici.
Un primo esempio è il fatto che ci sia fatto credere all'inizio che l'unico modo per abbattere un kabane sia perforargli il cuore, da cui il desiderio di Ikoma di costruire un'arma adatta allo scopo. Salvo poi assistere a una scena alla fine del primo episodio in cui Mumei abbatte un kabane tagliandogli la testa, rendendo immotivata l'urgenza di Ikoma.
Oppure possiamo citare, sempre nel primo episodio, la scena in cui degli uomini sparano a un tizio che credono un kabane e, quando questi muore, deducono che non lo fosse; ergo, gli hanno sparato immaginando che non morisse, reazione completamente assurda.
Oppure ancora quando Ikoma, rinchiuso in gabbia, dopo che Mumei si allontana, si libera da solo, cosa che avrebbe potuto fare probabilmente ore prima.
Un altro esempio è la stessa sparachiodi inventata dal protagonista. Inizialmente ci viene fatta passare l'idea che non esistano armi adatte a perforare la dura corazza di metallo del cuore dei kabane e che l'arma di Ikoma sia il primo spiraglio di luce per iniziare una battaglia contro i kabane. Successivamente i kit esplosivi per il suicidio vengono utilizzati più volte da Mumei e in un flashback dallo stesso Ikoma per uccidere i kabane. Infine salta fuori che esiste un'intera squadra di assassini di kabane che dispongono di tutta la attrezzatura necessaria per combatterli e non c'è nessuna ragione per cui queste armi non siano diffuse in larga scala.
La trama è piena di incongruenze e problemi, soprattutto per quanto riguarda i personaggi che spesso agiscono solo per necessità di copione, per creare cause e situazioni apposta per preparare il terreno a eventi successivi.

Altra nota dolente sono infatti proprio i personaggi.
Da un lato abbiamo Ikoma, che non può stare antipatico, semplicemente perché non ha un carattere. Fatta eccezione per l'iniziale, debole e strasentita, caratterizzazione di ragazzino arrabbiato nei confronti di una vita di sofferenze ma assetato di giustizia e prodigo di iniezioni di speranza negli altri, mantiene come tutti la profondità caratteriale di una pozzanghera. Ho serissime difficoltà a scrivere anche solo un aggettivo per descriverlo.
Dall'altro abbiamo Mumei, personaggio più caratterialmente confuso che mai sia stato scritto, alterna momenti di irrealistica freddezza e fastidiosa saccenteria a momenti di fragilità e paura eccessive. Personaggio creato a tavolino per soddisfare due bisogni fondamentali di ogni serie piena di cliché che si rispetti: la necessità di avere un personaggio dall'aspetto minuto e/o grazioso che 'spacca i culi' e l'esigenza della bambolina che con le sue lacrime mostri la profondità del suo dolore e il bisogno di amore. Il mix, invece che generare un personaggio forte all'apparenza ma fragile nel cuore, dona a Mumei una caratterizzazione confusa e piatta.
Ma il trofeo per il personaggio peggio costruito della serie va senz'ombra di dubbio a Biba, che merita un discorso a parte, in quanto sunto dell'irrazionalità della trama e dell'inconsistenza dei personaggi.
Infine ci sono gli altri, decine di personaggi che in ogni situazione che si presenta reagiscono nell'ultimo modo in cui un essere umano normale reagirebbe; e quand'anche il tipo di reazione sia accettabile, il modo di rappresentarla è piatto e innaturale.

Veniamo adesso a Biba e al cuore della trama.
Onestamente sono indecisa se attribuire l'assoluta irrazionalità della seconda parte della serie all'incapacità di scrivere una sceneggiatura decente o al tentativo mancato di presentare Biba come personaggio folle e crudele. Biba spiega che il suo accanimento verso il padre nasce dal fatto che lui si è sempre comportato con paura e timore nei suoi confronti (perché?), arrivando addirittura a ferirlo fisicamente e infine ad affidargli il comando della spedizione contro i kabane, per poi lasciarlo con l'intero esercito senza rifornimenti e sostegno militare. Se questa scelta dello shogun non ha nessun senso (in primo luogo affossi la tua unica speranza di debellare i kabane, in secondo luogo lasci sul campo migliaia di uomini che, contagiandosi, diventerebbero a loro volta kabane), la reazione di Biba è anche peggio. Biba si dilunga in qualche 'spiegone' per giustificare la scelta della propria vendetta, ma è tutto meno che chiaro. Sembra avere una avversione per tutti coloro che ritiene codardi (perché? Per la paura che aveva il padre nei suoi confronti?), vede lo shogunato come simbolo della codardia umana (in che senso?) e dice che, boicottandolo e distruggendo le stazioni che salvano gli uomini dai kabane, istituirà un mondo davvero libero, giusto ed egalitario (in che senso?). Insomma, un minestrone di idee, tanto confuso da rendermi impossibile anche solo intuire cosa in realtà cercasse di dire.

Nemmeno l'ultima puntata, nel suo trionfo di musiche e grafica tanto maestoso da riuscire quasi a farmela apprezzare, riesce tuttavia a oscurare del tutto le inconsistenze di trama e caratterizzazione, dovuta alla voglia di avere il lieto fine a tutti i costi.
Il cambio di bandiera di Mumei e degli ex uomini di Biba avviene in modo troppo veloce e innaturale, i combattimenti sono costellati di esplosioni casuali di ignota origine (Dio solo sa perché il treno colpito da Ikoma sia esploso) e, ciliegina sulla torta, è lo stesso Biba a iniettare il plasma bianco a Ikoma: non si sa quando, non si sa come, ma soprattutto non si sa perché.

È incredibile che una grafica e una ambientazione tanto interessante, che mischia steampunk e Giappone tradizionale, siano state sprecate in questo modo. La serie ha degli spunti forse che non scoppiano di originalità, ma davvero carini, e sono stati affogati in un mare di errori e incompetenza.