Recensione
Vivo nella tua Ombra
8.0/10
Non avevo mai letto nulla di Hina Sakurada poiché non ho una particolare predisposizione al genere shojo. Tuttavia, per curiosità, ho acquistato questa piccola serie e non sono affatto pentita.
La Sakurada ha una predisposizione a creare personaggi dai caratteri molto particolari e così ha fatto anche con i due protagonisti di questa storia che a tratti sfiorano anche l'ossessivo affetto nei propri confronti.
"Kingyo no Fun", il titolo originale dell'opera, che significa , ehm, "escremento" di pesce rosso, riesce a catturare subito l'attenzione di chi lo legge grazie alla struttura ad anello.
Si apre, infatti, nel possibile presente e si struttura successivamente narrando gli episodi successi in passato attraverso i quali siamo giunti a quel preciso istante.
I personaggi non sono stereotipati e le loro caratteristiche vengono a galla man mano che si procede nel racconto.
Un accenno alla storia :
Kiku, il ragazzo adottato dalla famiglia di Kingyo, sviluppa un' ossessione crescente nei confronti della sorella, insostenibile, e l'autrice è stata in grado di rendere questa caratteristica reale e per niente artefatta. I motivi che muovono i personaggi, nonostante mi abbiano lasciato molto stupita e basita alle volte, sono verosimili. In che modo? Perché riflettendoci, in alcune situazioni similari, avremmo forse agito anche noi come i due ragazzi.
Detto questo, i disegni:
L'autrice ha uno stile veramente inconfondibile, la si riconosce bene grazie ai tagli degli occhi maschili, ma anche nella cura che ha nel disegnare i capelli. Altra cosa che ho apprezzato molto e che le ha dato un altro punto a favore è che difficilmente lascia uno spazio troppo vuoto o lo riempe solo di sfumature fatte con retini. Bella l'anatomia (mani a volte un po' troppo ... "secche"?).
Manga molto consigliato.
La Sakurada ha una predisposizione a creare personaggi dai caratteri molto particolari e così ha fatto anche con i due protagonisti di questa storia che a tratti sfiorano anche l'ossessivo affetto nei propri confronti.
"Kingyo no Fun", il titolo originale dell'opera, che significa , ehm, "escremento" di pesce rosso, riesce a catturare subito l'attenzione di chi lo legge grazie alla struttura ad anello.
Si apre, infatti, nel possibile presente e si struttura successivamente narrando gli episodi successi in passato attraverso i quali siamo giunti a quel preciso istante.
I personaggi non sono stereotipati e le loro caratteristiche vengono a galla man mano che si procede nel racconto.
Un accenno alla storia :
Kiku, il ragazzo adottato dalla famiglia di Kingyo, sviluppa un' ossessione crescente nei confronti della sorella, insostenibile, e l'autrice è stata in grado di rendere questa caratteristica reale e per niente artefatta. I motivi che muovono i personaggi, nonostante mi abbiano lasciato molto stupita e basita alle volte, sono verosimili. In che modo? Perché riflettendoci, in alcune situazioni similari, avremmo forse agito anche noi come i due ragazzi.
Detto questo, i disegni:
L'autrice ha uno stile veramente inconfondibile, la si riconosce bene grazie ai tagli degli occhi maschili, ma anche nella cura che ha nel disegnare i capelli. Altra cosa che ho apprezzato molto e che le ha dato un altro punto a favore è che difficilmente lascia uno spazio troppo vuoto o lo riempe solo di sfumature fatte con retini. Bella l'anatomia (mani a volte un po' troppo ... "secche"?).
Manga molto consigliato.