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10.0/10
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Niente da dire. Questo manga di certo, giusto per dirlo subito ed evitare di ridirlo cento volte dopo, va letto.
La trama è semplice e, a tratti, potrebbe anche dare reminiscenze di Ano Hana, ma ciò non è importante, l'omonima serie appunto si basa su concetti diversi e situazioni opposte; Koe no katachi, al contrario, ci presenta una situazione del tutto plausibile, anche perché di bullismo e bulli se ne sente parlare parecchio. Gli avvenimenti si consumano fin dalla tenera età dei protagonisti, uno un ragazzino molto vivace e l'altra una bambina sorda.
Inizialmente per un motivo o per l'altro il bambino si incuriosisce della compagnia e inizia a infastidirla, da semplici spintarelle o sgambetti si passa ben presto a veri e propri atti di bullismo provocando così una serie di conseguenze negative per la ragazza che inoltre cambierà istituto.
Dopo anni i due si rincontrano, lui è cambiato, adesso vuole chiedergli scusa per tutto ciò che ha fatto, ma tra loro si porranno sempre più ostacoli che metteranno alla provo il legame fra i due e i loro nuovi amici.
Queste potrebbero essere le classiche tre/quattro righe che si trovano dietro un volume ma per l'appunto non ce ne può importare di meno: il succo di queste righe vuole farvi pensare...
Pensate a cosa possa essere successo dopo tutte queste cose, pensate come possano aver reagito i due a questi avvenimenti, cosa pensavano, a cosa o a chi credevano per andare avanti, ed è qui che l'autore entra in scena, ci rivela ogni piccolo dettaglio, esteriore o interiore, di ogni personaggio.
Noi riusciamo grazie ad esso a entrare nella mente dei protagonisti, o comprimari che siano, e capire cosa provano e perché, le loro bugie, le loro verità, tutto assume senso.
Qui Ueno da il meglio di sé riuscendo a far percepire il mondo dagli occhi di chi non può sentire. Vi è un capitolo dedicato a questo, ove i dialoghi saranno frammentati, confusi, e per tutte le pagine vi accompagnerà un senso di angoscia, la sensazione claustrofobica di non potersi muovere, chiusi in una stanza, soli e impauriti.
Se avete dei dubbi perché “vi ricorda troppo qualcosa di già visto” o “assomiglia ad Ano Hana non siate "stupidi", provate a leggerlo almeno, perché potrebbe essere l'ultimo manga slice of life degno del suo nome di questa generazione.