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9.5/10
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Che dire di “Death Note”? Potremmo scrivere intere pagine parlando dell’omonimo quaderno protagonista e del suo fido (e geniale) possessore, ma ci limiteremo a dire che "Death Note" è un capolavoro che chiunque dovrebbe vedere almeno una volta nella vita (o almeno questo è il mio umile pensiero).
La trama intricata ma ricca di colpi di scena, i personaggi e la caratterizzazione psicologica di questi sono i punti di forza di un anime/manga che prende lo spettatore/lettore e lo getta all’interno di una battaglia tra il bene e il male; poi sta a voi scegliere da che parte stare.

Curiosità:
1) L’identità dei creatori di "Death Note" non si conosce. Si vocifera che la sceneggiatrice di "Death Note" Tsugumi Ohba collezioni tazzine da tè (un chiaro riferimento a Elle), che è nata a Tokyo (città dove si svolgono le vicende del manga), e che scrive le sceneggiature delle sue opere seduta, tenendo le ginocchia piegate verso lo stomaco, esattamente come Elle.
2) Se si legge al contrario, il cognome di Light Yagami diventa Imagay, in inglese i'm a gay; tuttavia non è stato specificato se si tratta di un caso o di un gioco di parole volontario.
3) Near e Mello rappresentano la mentalità di L suddivisa in due parti: il primo rappresenta la sua freddezza e mancanza di interazioni col mondo esterno, mentre la seconda si identifica con le sue doti di determinazione e capacità di agire.