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Cosa siamo disposti a fare perché qualcuno a noi caro venga riconosciuto e ricordato dai posteri per il suo effettivo valore? Questo è il quesito che mi è sorto dopo aver concluso la lettura di “Addio, Stregone”, manga in due volumi scritto da Hozumi e pubblicato in Italia da Planet Manga.

La storia si presenta come una ricostruzione della vita di Theodorus (Theo) Van Gogh, fratello minore del celebre pittore Vincent, focalizzandosi principalmente sulla sua attività di mercante di quadri presso una prestigiosa galleria d’arte parigina. Theo viene sin da subito presentato come un personaggio anticonformista, stanco di dover piegare continuamente il capo di fronte ai canoni artistici degli accademici conservatori, canoni che egli reputa anacronistici e lontani dalla realtà. Per questa ragione Theo si circonda di artisti emergenti, ostracizzati dall’élite parigina, che sappiano “trasporre sulla tela la vera essenza della bellezza, ma anche il divertimento della pittura”, cercando di promuovere i loro lavori tra il grande pubblico e gettando quindi le basi per la creazione di quello che sarebbe diventato “les salon des artistes indépendants”. È in questo contesto che viene introdotta la figura di Vincent, fratello maggiore di Theo e pittore.

Hozumi, che avevo già avuto modo di apprezzare leggendo la raccolta di storie brevi “The Wedding Eve”, si conferma un’autrice molto interessante per le tematiche che affronta e per il tratto molto delicato e allo stesso tempo espressivo dei suoi disegni. Partendo dalle numerose biografie scritte sui fratelli Van Gogh, ha creato un racconto in cui convivono pacificamente fedeltà storica e fiction. D’altro canto, la fonte primaria e più corposa sulla vita di Vincent Van Gogh si basa sul corpus di lettere che lui e il fratello minore erano soliti scriversi. Epistolario che, inevitabilmente, copre in modo poco dettagliato il periodo in cui entrambi vissero a Parigi. L’autrice ha approfittato di questa carenza di informazioni per creare un racconto che, di base, è storico, ma che in realtà va a scavare in quello che è il rapporto tra i due fratelli Van Gogh: una relazione fondata indiscutibilmente su un grande affetto, ma che non nasconde elementi alquanto oscuri che vanno oltre le semplici gelosie e invidie tipiche dei fratelli.

Ho trovato la lettura di quest’opera molto scorrevole e avvincente. Nonostante la breve durata, credo che l’autrice sia riuscita a incuriosire e appassionare alla storia grazie allo stratagemma letterario che ha creato. E, per tornare alla domanda che mi ero posta a manga terminato, sono giunta alla conclusione che talvolta, in alcune circostanze, ci è concesso di cambiare le carte in tavola per preservare la memoria di qualcuno a noi caro. Theodorus Van Gogh era pronto a rivoluzionare il mondo dell’arte. La sua è stata una rivoluzione che da clamorosa si è trasformata in silenziosa, per amore di quel fratello nel cui talento aveva sempre riposto grandi speranze.