Recensione
Calendar Men
10.0/10
La "time bokan" per eccellenza, più famosa e di successo è sicuramente "Yattaman", che ha goduto di durata doppia rispetto ai suoi compari, un live-action ed un remake.
Ma quella cui sono più affezionato e reputo la migliore tra quelle che ho visto (cioè tutte le serie del filone arrivate in Italia) è quest' opera, che rispetto alle precedenti rompe diversi schemi.
Tra le altre cose, non c'è nessun cattivo misterioso, il muscoloso da minuto diventa gigantesco ed assume un'aria da beota, dei buoni si maschera solo il ragazzo, che tiene nascosta la sua identità, e non abbiamo più i simpatici robot per i buoni, ma un serioso robottone che parodia quelli che andavano di moda ai tempi.
La storia inizia quando, in un futuro lontano, alla morte del re di Calendar, la principessa Lunedì ha usurpato il trono a Domenica mettendoci suo fratello Sabato. Solo che per fregiarsi del titolo occorre avere al proprio fianco il magnifico Cosmopavone che però fugge tra le pieghe del tempo.
La legittima erede al trono, per ritrovarlo, va indietro nel tempo assieme al fidato robot Daigoron per chiedere aiuto ai suoi antenati, l'impacciato Beppe Domani e l'aitante Tina Ieri, assistenti dello scalcinato detective Maigret. Domenica donerà al ragazzo il potere di trasformarsi del coraggioso e prestante Yattodetaman, che piloterà il robot King star, paladino della giustizia.
Anche gli altri non se ne stanno con le mani in mano e partono, coadiuvati dall'ingegnoso Settembre ed il forzuto Ottobre, alla ricerca del regale volatile che si nasconde trasformandosi in famosi oggetti della storia e non solo. Ad aiutarli ogni tanto comparirà il misterioso ed affascinante conte Don Giovanni, di cui Lunedì s'innamora perdutamente, scatenando così la gelosia di Settembre.
Le avventure si dipaneranno così tra viaggi del tempo e scontri tra le due fazioni. Il tutto condito da tormentoni, situazioni standard che caratterizzano le TB, un umorismo divertente ed istrionico e simpatici stacchetti che interrompono la vicenda.
Menzione per l'adattamento italiano che ha contributo a connotare per noi italici la serie e la sigla dei Cavalieri del Re, una delle loro più belle, a mio parere.
Dopo più di trent'anni, questo cartone non ha perso un briciolo della sua freschezza e riesce ancora a far ridere, emozionare e divertire.
Ma quella cui sono più affezionato e reputo la migliore tra quelle che ho visto (cioè tutte le serie del filone arrivate in Italia) è quest' opera, che rispetto alle precedenti rompe diversi schemi.
Tra le altre cose, non c'è nessun cattivo misterioso, il muscoloso da minuto diventa gigantesco ed assume un'aria da beota, dei buoni si maschera solo il ragazzo, che tiene nascosta la sua identità, e non abbiamo più i simpatici robot per i buoni, ma un serioso robottone che parodia quelli che andavano di moda ai tempi.
La storia inizia quando, in un futuro lontano, alla morte del re di Calendar, la principessa Lunedì ha usurpato il trono a Domenica mettendoci suo fratello Sabato. Solo che per fregiarsi del titolo occorre avere al proprio fianco il magnifico Cosmopavone che però fugge tra le pieghe del tempo.
La legittima erede al trono, per ritrovarlo, va indietro nel tempo assieme al fidato robot Daigoron per chiedere aiuto ai suoi antenati, l'impacciato Beppe Domani e l'aitante Tina Ieri, assistenti dello scalcinato detective Maigret. Domenica donerà al ragazzo il potere di trasformarsi del coraggioso e prestante Yattodetaman, che piloterà il robot King star, paladino della giustizia.
Anche gli altri non se ne stanno con le mani in mano e partono, coadiuvati dall'ingegnoso Settembre ed il forzuto Ottobre, alla ricerca del regale volatile che si nasconde trasformandosi in famosi oggetti della storia e non solo. Ad aiutarli ogni tanto comparirà il misterioso ed affascinante conte Don Giovanni, di cui Lunedì s'innamora perdutamente, scatenando così la gelosia di Settembre.
Le avventure si dipaneranno così tra viaggi del tempo e scontri tra le due fazioni. Il tutto condito da tormentoni, situazioni standard che caratterizzano le TB, un umorismo divertente ed istrionico e simpatici stacchetti che interrompono la vicenda.
Menzione per l'adattamento italiano che ha contributo a connotare per noi italici la serie e la sigla dei Cavalieri del Re, una delle loro più belle, a mio parere.
Dopo più di trent'anni, questo cartone non ha perso un briciolo della sua freschezza e riesce ancora a far ridere, emozionare e divertire.