Recensione
Destroy & Revolution
9.0/10
Destroy e Revolution è, in ordine di tempo, la terza opera del mangaka Kouji Mouri. E' un seinen drammatico, un thriller fantascientifico. E' drammatica la realtà della società giapponese afflitta da corruzione e sperpero di denaro pubblico ma è drammatica anche la frustrazione dei personaggi che cercano di reagire a questa situazione. Frustrazione aumentata dalle condizioni personali ed esperienze traumatizzanti vissute nell'infanzia. Il thriller è dato dalle dinamiche della storia, dalla psicologia dei personaggi e dall'instabilità degli stessi. Di fantascientifico c'è solo, per modo di dire, l'aspetto del Superpotere, l'arma ultradimensionale che permette la distruzione. Piccoli pezzi di materia vengono strappati ai totem della finanza e della politica fino al loro totale abbattimento. I totem sono palazzi e infrastrutture create appositamente per essere superflue e fonte di guadagno per speculatori e politici corrotti. Ma la loro distruzione porterà davvero a una rivoluzione?
Yuki la pensa così. Ci vuole una rivolta mossa dal basso per fare crollare il palazzo del Potere. Lui non ne avrebbe bisogno: è ricco, bello, intelligente e ci sa fare con le donne. Perché voler rischiare di perdere la sua vita fatta di successi? A lui non basta, vuole qualcosa di più:
desidera cambiare il mondo, ma non solo, vuole cambiarlo a modo suo e deve averlo alle sue dipendenze. Ma solo l'intelligenza e il carisma non bastano, ci vuole la Forza.
Per avere questa forza si rivolgerà, paradossalmente, a qualcuno apparentemente più debole di tutti: Makoto, classico ragazzo giapponese bullizzato e depresso. Suo padre si è suicidato, sua madre lo ha abbandonato e la nonna che lo aveva cresciuto è venuta a mancare. Solo e poverissimo si barcamena per sopravvivere. Ma è proprio lui ad avere il potere, l'arma di distruzione che innescherà l'agognata Rivoluzione.
Yuki e Makoto si incontrano, si conoscono e concentrano la loro rabbia contro quelli che ritengono la fonte di tutti i mali: la classe politica giapponese. Comincia così l'attività terroristica e anarchica di "Coloro che interrogano". Così si fanno chiamare, in attesa di incontrare "Coloro che rispondono".
I disegni di questo manga sono molto particolari. Se si entra in una fumetteria di solito ci sono centinaia di serie diverse di autori diversi, ma a parte qualche disegnatore bisogna dire che i disegni dei fumetti giapponesi si assomigliano un po' tutti. Invece i manga di Kouji Mouri saltano subito all'occhio: il suo stile è inconfondibile. I suoi soggetti sono molto espressivi e trasmettono al lettore i loro sentimenti senza ambiguità. Forse solo Urasawa e Taniguchi lo superano in questo. L'unica pecca, forse, è che la fisionomia dei volti non cambia molto da un personaggio all'altro e, se non fosse per il taglio di capelli, si confonderebbero facilmente.
L'edizione Planet Manga è molto bella con la sovraccoperta e le pagine robuste. La grafica è molto elegante, e usando tonalità sul grigio e il blu, con sprazzi di colori accesi, viene aumentato sicuramente l'impatto visivo. Dello stesso autore consiglio anche "Suicide Island", opera in corso di pubblicazione per Goen. Buona lettura.
Yuki la pensa così. Ci vuole una rivolta mossa dal basso per fare crollare il palazzo del Potere. Lui non ne avrebbe bisogno: è ricco, bello, intelligente e ci sa fare con le donne. Perché voler rischiare di perdere la sua vita fatta di successi? A lui non basta, vuole qualcosa di più:
desidera cambiare il mondo, ma non solo, vuole cambiarlo a modo suo e deve averlo alle sue dipendenze. Ma solo l'intelligenza e il carisma non bastano, ci vuole la Forza.
Per avere questa forza si rivolgerà, paradossalmente, a qualcuno apparentemente più debole di tutti: Makoto, classico ragazzo giapponese bullizzato e depresso. Suo padre si è suicidato, sua madre lo ha abbandonato e la nonna che lo aveva cresciuto è venuta a mancare. Solo e poverissimo si barcamena per sopravvivere. Ma è proprio lui ad avere il potere, l'arma di distruzione che innescherà l'agognata Rivoluzione.
Yuki e Makoto si incontrano, si conoscono e concentrano la loro rabbia contro quelli che ritengono la fonte di tutti i mali: la classe politica giapponese. Comincia così l'attività terroristica e anarchica di "Coloro che interrogano". Così si fanno chiamare, in attesa di incontrare "Coloro che rispondono".
I disegni di questo manga sono molto particolari. Se si entra in una fumetteria di solito ci sono centinaia di serie diverse di autori diversi, ma a parte qualche disegnatore bisogna dire che i disegni dei fumetti giapponesi si assomigliano un po' tutti. Invece i manga di Kouji Mouri saltano subito all'occhio: il suo stile è inconfondibile. I suoi soggetti sono molto espressivi e trasmettono al lettore i loro sentimenti senza ambiguità. Forse solo Urasawa e Taniguchi lo superano in questo. L'unica pecca, forse, è che la fisionomia dei volti non cambia molto da un personaggio all'altro e, se non fosse per il taglio di capelli, si confonderebbero facilmente.
L'edizione Planet Manga è molto bella con la sovraccoperta e le pagine robuste. La grafica è molto elegante, e usando tonalità sul grigio e il blu, con sprazzi di colori accesi, viene aumentato sicuramente l'impatto visivo. Dello stesso autore consiglio anche "Suicide Island", opera in corso di pubblicazione per Goen. Buona lettura.