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8.5/10
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Prima visual novel per il brand Mystery di proprietà Kadokawa Games, Root Letter (stilizzato √Letter) rappresenta uno dei pochissimi casi di ''punta e clicca'' capace di trascinare il giocatore in un'ambientazione ricca di fascino, data la cura riposta nella volontà di ricreare scene di vita quotidiana e location giapponesi realmente esistenti come Matsue (prefettura di Shimane) e Izumo.
Nei panni di un giovane uomo - ufficialmente battezzato Takayuki Nakamura - partiremo immediatamente, dalla vastissima Tokyo, in un viaggio alla ricerca di un'amica di penna scomparsa da 15 anni; forse in balia della nostalgia di rileggere le sue lettere colorate e rivestite elegantemente, o più probabilmente preso da una forte determinazione nel riscoprire i suoi anni di gioventù adolescenziale, classicamente riconosciuta come la più bella quanto problematica nell'esistenza di un individuo.
Vi aspetterete una gita tranquilla e rilassante in un paese di cui avete solo sentito parlare nelle lettere dell'amica di penna Aya Fumino, con l'obiettivo di rintracciare le persone che potrebbero conoscere i retroscena della ragazza... Un peccato che queste ultime non siano disposte a collaborare per un motivo apparentemente insensato.
Sarà necessario esplorare le diverse location di Matsue al fine di rintracciare potenziali testimoni e prove per ''incastrare'' coloro che affermano di non conoscere minimamente la povera Aya; tutto ciò, tecnicamente parlando, si coniuga con un comodo menù a tenda nel caso della scelta dell'ubicazione da investigare, collocata inizialmente in una sorta di cartina geografica del paese e, in seguito alla nostra selezione, rappresentata da meravigliose CG.
La sensazione ricavata coincide con la lettura di un romanzo, ulteriormente rimarcata dall'assenza di artwork riguardanti i personaggi, fatta eccezione per momenti particolarmente salienti ai fini della trama.
Giunti di fronte al testimone che dovrebbe collaborare nell'incastrare i tasselli di un puzzle complesso, saremo chiamati a porgli una serie di domande prestabilite dal gioco e collocate nella sezione Ask di un apposito menù a tenda... a patto che sia realmente ciò che dovremo compiere! Spesso e volentieri, infatti, la domanda più esatta da avanzare è suggerita dal comando Think, un'opzione utile per indagare i pensieri del protagonista. A questo punto, potremo scegliere se ispezionare la location in cui ci troviamo attraverso Check (oggettivamente alquanto futile una volta arrivati nella fase di interrogazione), controllare l'Inventory al fine di ripescare un oggetto che potrebbe mettere alle strette l'interrogato o, come abbiamo accennato all'inizio, avanzare dei quesiti per mezzo del comando Ask.
I giocatori familiari di titoli investigativi come Ace Attorney o Danganronpa si troveranno sicuramente a casa grazie alle meccaniche introdotte, ma anche i neofiti avranno modo di navigare tranquillamente e con estrema facilità nelle diverse fasi di interrogazione (una per ciascun capitolo).
Una volta raggiunto il climax di quest'ultime, inoltre, si avvierà automaticamente una fase definita Max Mode, dal nickname del protagonista, ideata per smontare le tesi errate e porre sotto stress i nostri testimoni (finalmente illustrati attraverso un artwork). Qualora si scelga la frase non idonea al contesto, fortunatamente, non si assisterà ad alcuna penalizzazione; al contrario, se si avanzerà una domanda poco consona, riceveremo come punizione ''una lettera strappata'', posta sotto l'icona del personaggio interrogato: se tutte le lettere saranno strappate a causa di un nostro errore, il testimone si congederà, mentre noi saremo costretti a ripetere il caso.

Prosegue: http://www.gamerclick.it/news/59694-root-letter-recensione-playstation-4