Recensione
Mazinger Z (Go Nagai)
7.0/10
Esistono due categorie di capolavoro sia nel fumetto che in qualsiasi altra arte: un'opera quasi perfetta, curata in ogni dettaglio, senza carenze evidenti capace di assorbire lo sguardo, l'udito o l'attenzione dello spettatore completamente oppure quell'opera che con la sua comparsa sconvolge il proprio genere di appartenenza, detta nuove leggi per le produzioni successive, evade dal proprio ambito artistico e impregna anche altri fattori culturali con la propria essenza pur senza risultare priva di mancanze.
Mazinga appartiene alla seconda categoria , un fumetto che non ha bisogno di presentazioni, tutti sanno che Go Nagai se lo immaginó mentre era imbottigliato nel traffico etc etc etc , quest'opera divenne immediatamente uno dei simboli più significativi della sua epoca e ancora oggi insieme ad altri robottoni nagaiani è presente costantemente nella cultura sia giapponese che italiana ( è diventata proverbiale l'espressione " forte come Mazinga") ma anche americana in piccola parte.
Si pensi a quanto i robottoni pilotati da un umano all'interno abbiano avuto successo nel campo dell'animazione e del cinema, da Gundam fino arrivare a Pacific Rim e in Italia si parla tutt'oggi del fenomeno Mazinga , l'ultimo esempio è il recente film " Lo chiamavano Jeeg Robot " che fa continui riferimenti al periodo " mecha" degli anni '70 '80 nella nostra penisola.
Mazinga tuttavia non è invecchiato bene, anzi, trascurando il disegno del Maestro che personalmente apprezzo, le situazioni grottesche ed eccessivamente caricaturali di Nagai ( solitamente le adoro) risultano artificiose e molto infantili , diversi passaggi vengono forzati ai fini della trama, non esiste il minimo spessore psicologico, le reazioni emotive sono assurde e improbabili , le vicissitudini seguono una formula esageratamente ripetitiva senza mai trovare uno sbocco per innovare anche un minimo, i malvagi come i buoni sono troppo stereotipati (forse tutti questi difetti non erano fondati nel '72 ma oggi la lettura ne risente).
Su una cosa Nagai non ha mai sbagliato: il ritmo. La narrazione di Nagai non va mai troppo per le lunghe e nemmeno troppo veloce, tutto accade quando deve accadere. Questo per me è un pregio enorme , moltissimi shounen moderni non sanno gestire i ritmi narrativi , inoltre in Mazinga il maestro innova molto la stessa idea di shounen ( trascurando il robot in se') non mancano infatti scene di innocuo erotismo oppure momenti quasi splatter, cosa impensabile in un manga per bambini del tempo ( non a caso sono fattori che mancano nella serie animata che reputo più influente ma meno innovativa) .
Giusto per dire due parole sulla trama: il nonno del protagonista poco prima di morire lascia in eredità al nipote un robot pilotabile invincibile, grazie al quale il giovane potrà scegliere se diventare l'eroe del genere umano sconfiggendo le armate di bestie meccaniche del Dr.Hell e del Barone Ashura oppure diventare una divinità della distruzione.
Come già accennato in precedenza, la lettura di Mazinger Z risulta oggi un bel po' stantia e la consiglio quindi solo agli amanti del Maestro ( che l'avranno già sicuramente letta), agli estimatori dei robottoni e a chi vuole conoscere uno dei manga più influenti di sempre che hanno segnato un epoca sia in madrepatria che nel nostro paese.
Mazinga appartiene alla seconda categoria , un fumetto che non ha bisogno di presentazioni, tutti sanno che Go Nagai se lo immaginó mentre era imbottigliato nel traffico etc etc etc , quest'opera divenne immediatamente uno dei simboli più significativi della sua epoca e ancora oggi insieme ad altri robottoni nagaiani è presente costantemente nella cultura sia giapponese che italiana ( è diventata proverbiale l'espressione " forte come Mazinga") ma anche americana in piccola parte.
Si pensi a quanto i robottoni pilotati da un umano all'interno abbiano avuto successo nel campo dell'animazione e del cinema, da Gundam fino arrivare a Pacific Rim e in Italia si parla tutt'oggi del fenomeno Mazinga , l'ultimo esempio è il recente film " Lo chiamavano Jeeg Robot " che fa continui riferimenti al periodo " mecha" degli anni '70 '80 nella nostra penisola.
Mazinga tuttavia non è invecchiato bene, anzi, trascurando il disegno del Maestro che personalmente apprezzo, le situazioni grottesche ed eccessivamente caricaturali di Nagai ( solitamente le adoro) risultano artificiose e molto infantili , diversi passaggi vengono forzati ai fini della trama, non esiste il minimo spessore psicologico, le reazioni emotive sono assurde e improbabili , le vicissitudini seguono una formula esageratamente ripetitiva senza mai trovare uno sbocco per innovare anche un minimo, i malvagi come i buoni sono troppo stereotipati (forse tutti questi difetti non erano fondati nel '72 ma oggi la lettura ne risente).
Su una cosa Nagai non ha mai sbagliato: il ritmo. La narrazione di Nagai non va mai troppo per le lunghe e nemmeno troppo veloce, tutto accade quando deve accadere. Questo per me è un pregio enorme , moltissimi shounen moderni non sanno gestire i ritmi narrativi , inoltre in Mazinga il maestro innova molto la stessa idea di shounen ( trascurando il robot in se') non mancano infatti scene di innocuo erotismo oppure momenti quasi splatter, cosa impensabile in un manga per bambini del tempo ( non a caso sono fattori che mancano nella serie animata che reputo più influente ma meno innovativa) .
Giusto per dire due parole sulla trama: il nonno del protagonista poco prima di morire lascia in eredità al nipote un robot pilotabile invincibile, grazie al quale il giovane potrà scegliere se diventare l'eroe del genere umano sconfiggendo le armate di bestie meccaniche del Dr.Hell e del Barone Ashura oppure diventare una divinità della distruzione.
Come già accennato in precedenza, la lettura di Mazinger Z risulta oggi un bel po' stantia e la consiglio quindi solo agli amanti del Maestro ( che l'avranno già sicuramente letta), agli estimatori dei robottoni e a chi vuole conoscere uno dei manga più influenti di sempre che hanno segnato un epoca sia in madrepatria che nel nostro paese.