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Tette e sangue. Sì, avete letto bene. Questo è il riassunto di Bloody Maiden: L’isola dei tredici demoni.
Ok, la trama c’è, ma è quanto di più basilare e accennato possa esistere. Sebbene l’idea di base sia ottima, lo sviluppo non è esattamente il massimo. Il manga non spiega praticamente nulla né nel primo volume né per buona parte del secondo, risolvendo tutto solo alla fine in modo piuttosto caotico e direi quasi casuale.
Non è esattamente un manga da leggere per la trama, e anche l’approfondimento dei personaggi non è granché, fatta eccezione giusto per un paio di personaggi.
Eppure mi è piaciuto. Ammettiamolo: fanservice e splatter insieme attirano sicuramente i lettori.
Una cosa che trovo molto interessante è però la colonna sonora: per ogni capitolo è indicato un brano che si suggerisce di ascoltare durante la lettura, una cosa piuttosto originale.
Da come la vedo, è un’opera oggettivamente un po’ mediocre ma che essendo composta di soli due volumi è molto piacevole da leggere e può tenere compagnia per un tranquillo pomeriggio.
Nulla da ridire però sullo stile di disegno, pulito e ben curato, con un ottimo tratto. Forse non ricorderete nome e carattere delle protagoniste, ma i loro volti e le loro espressioni vi rimarranno ben impresse.
Niente di eccezionale quindi, ma lo stile di disegno e i pochi volumi permettono di apprezzarlo. Anche il concept non è male, ma la trama è meno riuscita di quanto potesse effettivamente essere. Un vero peccato.