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"Sword of the Stranger"è un lungometraggio d'animazione del 2007 prodotto dallo studio Bones che ha conquistato pubblico e critica, guadagnandosi anche l'endorsement di due pezzi da novanta dell'animazione giapponese come Hideaki Anno e Katsuhiro Otomo.

Il regista del film ha subito paragonato la sua opera alle leggendarie pellicole di Akira Kurosawa e di Sergio Leone, ai quali questo film finisce per somigliare non solo nello stile (alcune scene sono prese pari pari da alcuni dei lavori dei maestri sopracitati), ma anche nello spirito, come viene dimostrato dal personaggio del samurai (il cui nome non viene mai pronunciato, proprio come il personaggio interpretato da Clint Eastwood nei film di Leone), personaggio che dopo la conclusione della trama principale se ne va per la propria strada pronto per una nuova avventura e che vive anche oltre la durata del film stesso: sta a noi immaginare che cosa farà dopo la conclusione.
I punti deboli del film sono la trama (che prende il via da un presupposto piuttosto banale e poco credibile) e i personaggi (il più delle volte in balia della trama stessa, ovvero agiscono affinché la storia prosegua in quella determinata direzione). Ma non tutti i personaggi annegano nella monotonia, e ce ne sono due che invece risultano ben caratterizzati, e sono Rarou (guerriero di provenienza occidentale e alla costante ricerca di qualcuno all'altezza della sua forza) e Shogen (generale dalla smodata ambizione): attraverso piccoli gesti e veloci parole il regista Masahiro Ando e lo sceneggiatore Fumihito Takayama riescono a caratterizzare degnamente questi due personaggi; ne è un esempio il momento in cui Rarou, di fronte al capo dei banditi, butta via la spada e lo affronta a mani nude, per rendere la sfida più interessante, o quando affronta per la prima volta Senza Nome, benché quest'ultimo fosse un semplice passante.

Ma è dal punto di vista tecnico che il film si distingue, attraverso un ottimo utilizzo delle animazioni (soprattutto nei combattimenti, davvero spettacolari nella loro fluidità, al punto che si penserà di essere di fronte a un film live action) e ad una eccellente colonna sonora di Naoki Sato, che riesce a dare la giusta enfasi ai momenti più appropriati, ed è riuscita più volte ad emozionarmi.