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Ennesima fatica della regina Rumiko Takahashi, One Pound Gospel rappresenta una novità per l'autrice, che per la prima volta affronta compiutamente il genere sportivo.
Protagonisti della serie sono infatti un pugile con la passione per il cibo e una suora dalle incrollabili (?) certezze.
Ma novità anche perché registra un fatto assolutamente inedito per la mangaka più amata del Giappone: è breve. Dura solo quattro volumi. Miracolo? Non necessariamente. Poiché i fan di Rumiko si dividono in due categorie: chi, come il sottoscritto, pensa che la lunghezza (per quanto a volte effettivamente eccessiva) sia sostanzialmente funzionale all'evoluzione psicologica dei personaggi e alla costruzione di una trama ben riuscita, e chi, d'altro conto, non sopporta il continuo "allungare il brodo" e ritiene che gli stessi concetti si potrebbero esprimere meglio rispettando tempi meno biblici.
Potremmo dire, in medio stat virtus: la brevità di OPG lo rende un'opera godibile e rilassante, ma anche senza troppe pretese. Il finale non è esattamente inaspettato e non abbondano certo colpi di scena e momenti di pura suspense. Ciò non significa, tuttavia, che il manga sia banale. Tutt'altro.
Nonostante i pochi tankobon, infatti, si assiste ad una decisa evoluzione dei personaggi, messi di fronte alla necessità di scegliere: tra Dio e l'amore, per quel che riguarda Suor Angela; tra i piaceri della gola e la boxe per ciò che attiene Kosaku.
La comicità - pur non al livello dei tre capolavori di genere Lamù, Ranma 1/2 e Maison Ikkoku - risulta piacevole e va dato merito all'autrice di essere riuscita a rendere gli incontri di pugilato fruibili anche a chi - come il sottoscritto - rifugge lo sport (e soprattutto QUESTO sport) come fosse veleno.

Ulteriore particolarità riguarda i disegni: essendo trascorsi molti anni tra l'inizio e la conclusione della serie, lo stacco tra i primi volumetti e gli ultimi è notevole e - trattandosi di soli quattro tankobon - piuttosto netto.

Infine, due parole sull'edizione Star Comics, con sovraccoperta rigida e pagine a colori, che si caratterizza come al solito per il buon rapporto qualità-prezzo e l'ottima traduzione.

Tirando le somme, potremmo dire che OPG rappresenta una classica commedia romantica degli equivoci takahashiana, ma senza troppe pretese. Non va letta aspettandosi di trovare chissà quale capolavoro, ma nel complesso risulta un buon prodotto cui dedicarsi se si è in cerca di una lettura rilassante.