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L’OAV pilota di “Strike Witches”, uscito il primo di gennaio del 2007, è più un espediente che un preambolo alla serie che seguirà l’anno successivo: diversi elementi, alcuni anche importanti, verranno infatti cambiati o affinati in seguito, con l’uscita del primo episodio, andato in onda il 3 luglio del 2008.

L’anime in sé dura appena otto minuti, che bastano appena a una presentazione sommaria dei personaggi, dell’ambientazione e del contesto generico di svolgimento della storia; in sostanza si può presumere che il compito di presentazione effettivo sia stato delegato dagli autori ad altri media del franchise, preferendo catapultare lo spettatore dell’anime direttamente negli eventi senza troppi approfondimenti di sorta.
Ad esempio, è importante notare come le vicende narrate si svolgano intorno al 1944 di una realtà alternativa alla nostra, una sorta di ucronia nella quale la geografia fisica del mondo è relativamente diversa, mentre quella politica lo è sostanzialmente. Semplificando, e tralasciando incongruenze minori rispetto all’anime, allo spettatore serve sapere che il mondo di “Strike Witches” si può considerare fermo alla configurazione politica del 1914, ma con i vari Stati e i Regni che prendono nomi differenti alla loro controparte reale. Avremo quindi, tra le nazioni più importanti nell’anime, l’impero di Fuso, che è l’Impero Giapponese, il Commonwealth di Britannia, che è la Gran Bretagna, la Repubblica di Gallia, che è la Francia, l’Impero di Orussia, che è l’Impero Russo, l’Impero di Karlsland, che è l’Impero Tedesco, gli Stati Uniti di Liberion, che sono gli Stati Uniti d’America, il Faraway Land, che, come parte del Commonwealth di Britannia, è il Canada, Suomus, che è la Finlandia, il Ducato di Romagna, che comprende gran parte dell’Italia (tranne la Lombardia nord orientale, l’Emilia-Romagna, le Marche, il nord dell’Umbria, parte della Toscana orientale, il Veneto, il Trentino-Alto Adige e il Friuli-Venezia Giulia), il Ducato di Venezia, che comprende tutte le regioni italiane che non sono in Romagna più grossomodo tutti i territori dell’Istria, della Dalmazia, le isole che facevano parte del Granducato di Venezia nel dicainnovesimo secolo più, apparentemente, la parte centro-orientale del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni. Poi abbiamo ancora Ostmark, che è grossomodo l’Impero Austro-Ungarico, Belgica, che corrisponde a Belgio e Lussemburgo, e infine Helvetia, che è la Svizzera.
Al di là di questo corposo chiarimento sulla nomenclatura, va detto che le connotazioni, e gli stereotipi, nazionali sono ripresi pari pari dalle controparti reali degli Stati del mondo di “Strike Witches”.

Tra le altre caratteristiche di questa realtà alternativa c’è anche l’esistenza della magia, usata principalmente per tre scopi, ossia azionare le Strike Units, generare degli scudi di energia per ripararsi dagli attacchi e dotare l’utilizzatore di una forza tale, da permettere l’uso di armi dalle dimensioni e dal peso molto elevato. Questo potere magico si manifesta esclusivamente in ragazze di giovane età, e le accompagna fino grossomodo ai vent’anni, momento in cui il loro potenziale inizia a ridursi vieppiù. Tali ragazze vengono seguite con interesse dagli alti piani militari dei vari Paesi, per poter essere reclutate come Witches nei relativi eserciti. Ognuna delle ragazze, inoltre, possiede spesso un potere secondario peculiare che generalmente le conferisce un ruolo tattico unico all’interno dello squadrone.

Altra premessa importante di questo anime è che, in un momento imprecisato del 1914, una forza aliena, chiamata poi Neuroi e all’apparenza totalmente biomeccanica, ha attaccato senza preavviso il mondo, provocando la Prima Guerra Neuroi, durata fino al 1917, e che ha visto l’umanità sconfitta su più fronti.
Nel 1936, il padre di quella che sarà la protagonista della serie TV si reca da Fuso in Britannia e, in seguito, inventa le Strike Units, ossia dei dispositivi personali semi-portatili che si applicano alle gambe delle Witches e consentono loro, previa attivazione magica, di volare. In pratica sono dei pantaloni meccanici a fusoliera, motorizzati e con un’elica alla base che permette loro di alzarsi in volo in maniera del tutto simile agli aeroplani a turboelica. In questo modo le Witches possono ingaggiare efficientemente i Neuroi e, dalla loro invenzione, sono state in grado di contrastarne l’avanzata e di riportare delle vittorie prima quasi insperabili.

L’OAV glissa su quasi tutto quanto premesso fino ad ora, e il resto lo tratta in maniera sommaria, infatti, come una demo di un videogioco, ci porta quasi immediatamente nel vivo di un’operazione di assalto dove quello che scopriremo essere il cinquecentounesimo Joint Fighter Wing, le Strike Witches, verrà impiegato contro un Neuroi.
Tuttavia, se agli otto minuti di questo OAV ci aggiungiamo gli altri tredici minuti di relativo Extra-Speciale, nel quale ci vengono illustrate sia la base operativa che le componenti della squadriglia, il risultato non è male... peccato che nella serie la base sarà completamente diversa, ma va beh!

Ad ogni modo, questo episodio pilota, per quanto si difenda a livello di animazione, non spicca particolarmente per i disegni in sé, purtroppo: a livello visivo sa un po’ di datato, forse per scelta più che per limitazione, dal momento che la serie invece appare più moderna, mentre il comparto sonoro e il doppiaggio sono, e rimarranno, notevoli.

Ma ciò che già da questo breve OAV appare evidente è la grandissima cura e l’enorme attenzione per i dettagli, come oggetti, equipaggiamenti, uniformi, mezzi, eccetera, e per l’attendibilità storica del mondo e dell’ambientazione in cui si svolgono le vicende; questi aspetti sono già qui notevoli e diventeranno addirittura impressionanti in seguito.