Recensione
Touch
6.5/10
Touch e' arrivato in Italia nella sua versione animata a fine anni '80 con il nome di "Prendi il mondo e vai"; all'epoca ero bambino e preferivo le serie robotiche ma mi chiedevo cosa potesse piacere di una serie col nome cosi' strano. Tuttavia Touch e' un'opera di grandissima popolarita' in Giappone e viene considerato il manga piu' famoso di Mitsuru Adachi. Ho deciso quindi di provare a leggerlo a quasi 30 anni di distanza per cercare di capire finalmente il motivo di questo successo.
Ho trovato il punto di forza principale la capacita' di descrivere in modo semplice ed efficace la normalita' della vita degli adolescenti, richiamando i sogni e le difficolta' che essi devono superare per farli avverare, dalle verifiche scolastiche, alle prime cotte amorose, fino ad arrivare al famigerato koushien, il cui desiderio di vittoria diventa la forza trainante di tutta l'opera. Si riscontra anche il tentativo di infondere una componente morale nello svolgimento degli eventi, soprattutto nella parte finale del manga.
Tuttavia, pur risultando complessivamente godibile, Touch e' un manga che risente dei difetti classici delle opere di successo che fanno da traino e punto di riferimento della rivista settimanale su cui vengono pubblicati (nel caso di Touch si tratta di Shounen Sunday). La necessita di dover estendere la durata dell'opera per motivi editoriali ha portato l'autore a dover riutilizzare ciclicamente alcuni espedienti narrativi, come il tema del triangolo amoroso o della rivalita' tra fratelli, lasciando nel lettore quell'inevitabile retrogusto da minestra riscaldata. Inoltre questa necessita' di dover allungare il brodo si riscontra anche in alcuni capitoli filler di stampo comico ma totalmente fuori contesto, con l'inclusione di alcuni personaggi francamente poco credibili in un contesto realistico come questo, o nell'utilizzo di tavole in cui viene disegnata con un taglio palesemente voyeristico la protagonista intenta negli allenamenti di ginnastica ritmica (va sottilineato che Touch e' uscito nel periodo di massima diffusione del fenomeno Lolicon).
Tuttavia, e' secondo me nella descrizione delle partite di baseball che Adachi tira fuori il meglio, sceneggiando in maniera avvincente le fasi cruciali in cui vengono fuori tutte le emozioni dei personaggi. Inoltre l'autore inserisce una componente fortemente innovativa per quel che riguarda i manga sportivi che fino ad allora erano dominati dal fattore "spokon", termine con cui si vuole simboleggiare la determinazione e lo spirito di sacrificio, tradotti poi in allenamenti massacranti, che i campioni devono infondere per primeggiare nello sport. Adachi ribalta completamente questo aspetto disegnando un protagonista, Tatsuya, che scopre il proprio talento quasi per caso, e che maturera' la determinazione per la vittoria e la sua competitivita' solo col passare del tempo. Inoltre manca in questa opera l'utilizzo di una tecnica segreta, come i superlanci messi appunto da Tommy in Tommy, la stella dei Giants, ed e' sempre sul talento naturale che si sviluppera' la forza del protagonista. Ritengo che l'inversione del fattore spokon sia il vero aspetto innovativo dell'opera rappresentando la volonta' degli adolescenti giapponesi di vivere la vita in maniera piu' spensierata fuggendo dallo stress di dover primeggiare a tutti i costi.
L'opera delude fortemente sul piano grafico. Sebbene ci troviamo di fronte ad un character design molto personale, vero marchio di fabbrica di Adachi sono le orecchie a sventola del protagonista maschile, colpiscono negativamente la scarsita' di dettagli, l'utilizzo di foto per i fondali, e l'ostinazione verso il chiaroscuro con la quasi totale assenza dei retini. Mi e' venuto il sospetto che anche le scene d'azione sia o state ricopiate da fotografie. Il risultato e' che il lettore tende a scorrere velocemente le vignette anche nei momenti piu' profondi e intensi, e cio' non fa che mettere in risalto i difetti evidenziati in precedenza che portano il giudizio finale su Touch come un'opera godibile, emozionante a tratti, ma eccessivamente prolissa a causa dell'elevato filleraggio.
Non so se ne consiglierei a tutti la lettura ma immagino che possa coinvolgere parecchio un adolescente, sia maschio che femmina, per una lettura sul treno o autobus nel tragitto che lo porta a scuola.
Ho trovato il punto di forza principale la capacita' di descrivere in modo semplice ed efficace la normalita' della vita degli adolescenti, richiamando i sogni e le difficolta' che essi devono superare per farli avverare, dalle verifiche scolastiche, alle prime cotte amorose, fino ad arrivare al famigerato koushien, il cui desiderio di vittoria diventa la forza trainante di tutta l'opera. Si riscontra anche il tentativo di infondere una componente morale nello svolgimento degli eventi, soprattutto nella parte finale del manga.
Tuttavia, pur risultando complessivamente godibile, Touch e' un manga che risente dei difetti classici delle opere di successo che fanno da traino e punto di riferimento della rivista settimanale su cui vengono pubblicati (nel caso di Touch si tratta di Shounen Sunday). La necessita di dover estendere la durata dell'opera per motivi editoriali ha portato l'autore a dover riutilizzare ciclicamente alcuni espedienti narrativi, come il tema del triangolo amoroso o della rivalita' tra fratelli, lasciando nel lettore quell'inevitabile retrogusto da minestra riscaldata. Inoltre questa necessita' di dover allungare il brodo si riscontra anche in alcuni capitoli filler di stampo comico ma totalmente fuori contesto, con l'inclusione di alcuni personaggi francamente poco credibili in un contesto realistico come questo, o nell'utilizzo di tavole in cui viene disegnata con un taglio palesemente voyeristico la protagonista intenta negli allenamenti di ginnastica ritmica (va sottilineato che Touch e' uscito nel periodo di massima diffusione del fenomeno Lolicon).
Tuttavia, e' secondo me nella descrizione delle partite di baseball che Adachi tira fuori il meglio, sceneggiando in maniera avvincente le fasi cruciali in cui vengono fuori tutte le emozioni dei personaggi. Inoltre l'autore inserisce una componente fortemente innovativa per quel che riguarda i manga sportivi che fino ad allora erano dominati dal fattore "spokon", termine con cui si vuole simboleggiare la determinazione e lo spirito di sacrificio, tradotti poi in allenamenti massacranti, che i campioni devono infondere per primeggiare nello sport. Adachi ribalta completamente questo aspetto disegnando un protagonista, Tatsuya, che scopre il proprio talento quasi per caso, e che maturera' la determinazione per la vittoria e la sua competitivita' solo col passare del tempo. Inoltre manca in questa opera l'utilizzo di una tecnica segreta, come i superlanci messi appunto da Tommy in Tommy, la stella dei Giants, ed e' sempre sul talento naturale che si sviluppera' la forza del protagonista. Ritengo che l'inversione del fattore spokon sia il vero aspetto innovativo dell'opera rappresentando la volonta' degli adolescenti giapponesi di vivere la vita in maniera piu' spensierata fuggendo dallo stress di dover primeggiare a tutti i costi.
L'opera delude fortemente sul piano grafico. Sebbene ci troviamo di fronte ad un character design molto personale, vero marchio di fabbrica di Adachi sono le orecchie a sventola del protagonista maschile, colpiscono negativamente la scarsita' di dettagli, l'utilizzo di foto per i fondali, e l'ostinazione verso il chiaroscuro con la quasi totale assenza dei retini. Mi e' venuto il sospetto che anche le scene d'azione sia o state ricopiate da fotografie. Il risultato e' che il lettore tende a scorrere velocemente le vignette anche nei momenti piu' profondi e intensi, e cio' non fa che mettere in risalto i difetti evidenziati in precedenza che portano il giudizio finale su Touch come un'opera godibile, emozionante a tratti, ma eccessivamente prolissa a causa dell'elevato filleraggio.
Non so se ne consiglierei a tutti la lettura ma immagino che possa coinvolgere parecchio un adolescente, sia maschio che femmina, per una lettura sul treno o autobus nel tragitto che lo porta a scuola.