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Il meisaku è uno stile a cui mi sono appassionato nel corso del tempo, e tuttora continua a sorprendermi sempre, in quanto mostra delle qualità particolari che sono proprie di questo stile, come ad esempio l'estrema cura che viene messa nella caratterizzazione dei personaggi e nel ricreare delle ambientazioni diverse dal solito Giappone, sempre tutto con molta cura.

"Papà Gambalunga" a mio parere è una serie molto importante all'interno di questo genere, poiché esce in un periodo storico un po' difficile per l'animazione giapponese, e si trova a fare i conti con le glorie del passato che ormai hanno consolidato questo stile con maestri assoluti come Takahata e Dezaki. Motivo per cui andare a fare un meisaku negli anni '90 vuol dire automaticamente andare a confrontarsi con colossi assoluti come "Heidi" o "Anna dai capelli rossi", che ormai hanno fatto la storia, con il rischio di "copiare" eccessivamente quel modus operandi e riproporlo dopo quindici anni.
Questa serie invece mostra che questo genere è in grado di stare al passo coi tempi, e riesce a svecchiare completamente quello che era il meisaku a cui ci avevano abituati negli anni '70 e primi anni '80, sotto tutti i punti di vista, e a proporre qualcosa di fresco.

Questo svecchiamento del meisaku possiamo notarlo da tanti fattori: sicuramente il dramma intenso e incredibilmente caratteristico degli anni '70 (che non avrà più eguali nella storia dell'animazione giapponese futura fino ad ora) viene completamente eliminato; la serie infatti mostra delle componenti drammatiche, ma niente a che vedere con la tragicità del vecchio meisaku. I toni della serie cambiano nel corso degli episodi e ci mostrano via via una serie molto adolescente, con l'amore che diventerà una componente importante all'interno di questa serie (cosa che fino ad ora non avevo mai visto affrontata con questa importanza in un meisaku), del tutto contrapposto al tono più infantile che caratterizzava il meisaku di una volta. Tecnicamente, inoltre, possiamo notare che il livello delle espressioni del volto dei vari personaggi e la fluidità delle animazioni migliora moltissimo.

Fatte queste doverose premesse, che sono necessarie per poter capire l'importanza di questa serie, la narrazione si snoda in ben quaranta episodi che copriranno completamente la vita liceale della protagonista Judy Abbott e delle sue due amiche più importanti Sally e Julia, all'interno dell'istituto di scuola superiore Abraham Lincoln a cui l'orfana Judy ha avuto il privilegio di iscriversi grazie al suo nuovo tutore legale (denominato da lei Papà Gambalunga a causa della forma dell'ombra che ha visto la prima volta di quell'uomo che le ha regalato questa opportunità).

"Papà Gambalunga" è una serie di auto-realizzazione, di crescita e di accettazione della protagonista che coglie al volo questa grande opportunità, e nel corso di questi anni dovrà fare i conti con la dura realtà che caratterizzava quegli anni. La forte disparità tra ricchi e poveri, la carità che i ricchi mostravano verso i poveri a volte solo per vantarsi e sentirsi migliori e non per pura bontà d'animo, quando viene detto in continuazione che l'America è un Paese libero in cui regna l'uguaglianza... ma a conti fatti è davvero così? Quando una persona non arriva ad accettare sé stessa, nonostante sia una persona che non deve vergognarsi di niente, significa che c'è qualcosa che non va, e accettarsi diventa difficile, al punto di arrivare a mentire sulle proprie origini per sentirsi accettati dalla società. Judy è un personaggio immenso, perché squisitamente umano; non è un personaggio cattivo, ma certe volte (soprattutto nei primi episodi) si comporterà in un modo del tutto discutibile, ma non arriveremo mai ad odiarla, perché capiremo sempre le ragioni che la spingeranno a comportarsi in un certo modo, e questo la rende incredibilmente vera. Questo tipo di personaggio a mio parere rappresenta il massimo che un prodotto di narrativa può offrire, quello in cui ci si riesce ad identificare, verso cui empatizzare, e a compatirla per i suoi sbagli, perché, si sa, errare è umano. La serie quindi mostra in maniera molto realistica la crescita delle varie ragazze, affrontando tutto quel percorso di crescita che trasformerà lentamente le ragazzine in delle donne, focalizzandosi principalmente su Judy, ma mostrando anche un certo interesse verso i personaggi secondari. Come non citare Julia e la sua straordinaria crescita e maturazione che si concretizzerà negli ultimi episodi?

Da un punto di vista prettamente tecnico, penso che la cosa più sorprendente sia (ed è una cosa sicuramente già vista in altre serie) la capacità dei vari disegnatori di far cambiare gradualmente il character design a causa della crescita dei personaggi nel corso degli episodi, senza un vero e proprio stacco.

"Papà Gambalunga" è una serie squisita, in cui è veramente difficile non empatizzare con i personaggi, per come sono scritti bene, e sicuramente molto adatta a un pubblico femminile, ma francamente penso che possa piacere un po' a tutti, se si ha una certa apertura mentale. Se si è un po' stanchi della caratterizzazione eccessivamente stereotipata e poco genuina che spesso e volentieri l'animazione giapponese moderna ci propina, e si ha voglia di staccarsi da quel modus operandi troppo giapponese, "Papà Gambalunga" rappresenta sicuramente un'ottima alternativa.