Recensione
Seizon -LifE-
7.5/10
La trama ha per protagonista lo sfortunato signor Takeda, a cui viene diagnosticato un tumore che lo porterà alla morte entro pochi mesi (stessa sorte, per altro, toccata alla moglie). Non avendo nulla per cui vivere, e non volendo sopportare la sofferenza che la malattia comporterebbe, l'uomo è propenso a suicidarsi, quando una telefonata gli cambia la vita. La polizia lo avvisa del ritrovamento del cadavere di sua figlia, scomparsa ben 14 anni prima....
Takeda decide quindi di usare i pochi mesi che gli rimangono per fare giustizia alla ragazza, trovando il suo assassino.
Nonostante la brevità, il manga ha numerosi pregi, a cominciare dal tratto realistico e preciso di Kaiji Kawaguchi, che richiama - anche se lontanamente- quello meraviglioso di Urasawa. Il chara e le espressioni rendono chiari i sentimenti dei personaggi coinvolti, coinvolgendo emotivamente lo spettatore.
Oltre a tutto ciò, la trama si potrebbe dividere in due blocchi: il primo incentrato sulla ricerca dell'assassino; il secondo sul confronto psicologico e verbale tra Takeda (con al seguito la polizia) e il killer. Ho letto poche critiche rivolte al cambio drastico del tipo di narrazione che da mistery/giallo diventa per l'appunto incentrato sullo scontro tra due forti personalità... personalmente, benchè un po' frettolose, ho apprezzato enormemente entrambe le parti, rese magnificamente da dialoghi che lasciano la giusta dose di suspense su quale sarà la sorte dei personaggi.
Sul lato psicologico, ovviamente, Takeda risulta il personaggio meglio delineato, che fa della sua ricerca non soltanto un modo per dare giustizia alla figlia, ma anche un ultimo tentativo di riappacificarsi con lei, e di chiederle perdono per non averla potuta salvare. Giustamente, come mi aspettavo, gli altri personaggi risultano molto più marginali, apparendo molto meno, e non costituendo altro che tasselli per permettere al protagonista la propria presa di consapevolezza.
L'unico difetto che ho riscontrato è il fattore "fortuna": essendo che il caso prende avvio 14 anni dopo l'omicidio, mi è sembrato più volte troppo assurda la facilità con cui Takeda e i detective rinvengono le giuste prove e le giuste tracce che permettono loro di giungere -facilmente- all'assassino della ragazza.
Sorvolando su questo dettaglio, consiglio ugualmente la lettura agli amanti dei thriller e dei drammatici. Risulta una piacevolissima lettura, scorrevole e anche piuttosto veloce
Takeda decide quindi di usare i pochi mesi che gli rimangono per fare giustizia alla ragazza, trovando il suo assassino.
Nonostante la brevità, il manga ha numerosi pregi, a cominciare dal tratto realistico e preciso di Kaiji Kawaguchi, che richiama - anche se lontanamente- quello meraviglioso di Urasawa. Il chara e le espressioni rendono chiari i sentimenti dei personaggi coinvolti, coinvolgendo emotivamente lo spettatore.
Oltre a tutto ciò, la trama si potrebbe dividere in due blocchi: il primo incentrato sulla ricerca dell'assassino; il secondo sul confronto psicologico e verbale tra Takeda (con al seguito la polizia) e il killer. Ho letto poche critiche rivolte al cambio drastico del tipo di narrazione che da mistery/giallo diventa per l'appunto incentrato sullo scontro tra due forti personalità... personalmente, benchè un po' frettolose, ho apprezzato enormemente entrambe le parti, rese magnificamente da dialoghi che lasciano la giusta dose di suspense su quale sarà la sorte dei personaggi.
Sul lato psicologico, ovviamente, Takeda risulta il personaggio meglio delineato, che fa della sua ricerca non soltanto un modo per dare giustizia alla figlia, ma anche un ultimo tentativo di riappacificarsi con lei, e di chiederle perdono per non averla potuta salvare. Giustamente, come mi aspettavo, gli altri personaggi risultano molto più marginali, apparendo molto meno, e non costituendo altro che tasselli per permettere al protagonista la propria presa di consapevolezza.
L'unico difetto che ho riscontrato è il fattore "fortuna": essendo che il caso prende avvio 14 anni dopo l'omicidio, mi è sembrato più volte troppo assurda la facilità con cui Takeda e i detective rinvengono le giuste prove e le giuste tracce che permettono loro di giungere -facilmente- all'assassino della ragazza.
Sorvolando su questo dettaglio, consiglio ugualmente la lettura agli amanti dei thriller e dei drammatici. Risulta una piacevolissima lettura, scorrevole e anche piuttosto veloce