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8.5/10
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Di «Crayon Days» mi porto via una bella storia d’amore e, soprattutto, diverse citazioni. Una su tutte: «Le cose belle e quelle brutte, invece di trasformarle in parole, non hai mai pensato di volerle esprimere con più forza, attraverso un dipinto?».

Di «Crayon Days» ricorderò la voglia di emergere e la caparbietà della protagonista, Shima Ichinose, ragazza di provincia amante della pittura a olio e del disegno, catapultata nella grande Tokyo e in un liceo artistico d’élite. In particolare, di lei mi rimarranno impresse l’impulsività, la genuinità e la passione da cui si lascia trasportare per realizzare le proprie opere, e la sua frase: «Chi ha detto che imparare da qualcuno è il modo migliore per diventare bravi? A me piace dipingere, tutto qui».

Di «Crayon Days» ho apprezzato l’intreccio tra amore e arte disegnato dall’autrice Kozue Chiba. Un intreccio interessante, che mette in parallelo la forza travolgente dei sentimenti, da una parte, e dell’arte (principalmente della pittura), dall’altra. L’incontro-scontro tra i talenti, così diversi ma così complementari, di Shima e di Akatsuki Saji rende la lettura piacevole e intrigante. Sebbene, lo confesso, il carattere del protagonista maschile (Saji, appunto) non è dei miei preferiti.

A «Crayon Days» assegno un 8,5. Un voto alto soprattutto perché, nonostante il manga sia disegnato in bianco e nero, l’esplosione, l’introspezione e la spontaneità delle emozioni "dipinte", nel bene e nel male, dai personaggi rende ogni vignetta colorata.