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7.0/10
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Secondo volume del maestro Hideshi Hino per Showcase. Secondo, ma in realtà una delle prime opere pubblicate dall'autore. Molte (forse anche troppe) le similitudini con "Hell Baby" che, al netto della lettura, ho preferito di gran lunga. Ma andiamo con ordine.
Fin dalle primissime pagine (ma ce lo urla già il volume in quarta di copertina) possiamo notare la fortissima influenza Kafkiana e delle sue metamorfosi. L'incipit è praticamente il medesimo.
Facciamo la conoscenza del nostro protagonista, un ragazzino svogliato, pasticcione e anche un po' problematico (va bene che lo trattano malissimo, ma lui ce la mette tutta per non farne una giusta, tra il portare animali randagi in casa o a scuola, non studiare, non fare nulla se non prendersi cura dei suoi animaletti). Un ragazzino, tuttavia, dal cuore d'oro. La metamorfosi che subirà, ahimè, non sarà d'aiuto a questa sua problematica situazione. Anzi, paradossalmente segnerà definitivamente la sua vita, dando l'opportunità ultima alla sua famiglia di liberarsi di lui.

Attenzione parte contenente spoiler

Infatti, approfittando della strana malattia che lo colpisce, diagnosticata dal medico come fatale, con il suo corpo oramai vuoto (alla fine diventa tipo il bozzolo da cui fuoriesce il mostro-bruco della cover), inscenano prima il funerale del bambino...e poi cercano di farlo fuori e seppelliscono.
Da qui, partono poi le disavventure in giro per la città e zone limitrofe del nostro mostriciattolo che faticherà sempre più a trovare un posto nel mondo. Finché una serie sfortunata di eventi non lo porteranno a scoprire i suoi poteri. Ecco, se di questa parte ho apprezzato il senso di inadeguatezza e di perenne solitudine che affligge il nostro, non ho molto apprezzato le rapidissime conseguenze della sua presa di coscienza.
Resosi conto di essere velenoso e molto pericoloso, di punto in bianco (ok, ne ha passate e subite tante, ma questo non gli aveva mai fatto perdere l'umanità) si trasforma nel mostro che era fisicamente da tempo. E decide di vendicarsi per tutti i soprusi subiti. Su tutti. A partire dai tre bulli, passando per gli insegnanti, per poi prenderci gusto e iniziare a fare una carneficina di massa a random.
Questa parte è stata davvero troppo "rushata" e veloce. Quasi out of character. Altrettanto veloce, poi, la risoluzione che porta al finale. Un po' forzato.
Quasi a voler tornare sui suoi passi, l'autore fa in modo che d'improvviso il mostro sia attratto da casa sua da un odore. Non riconosce casa, ma la sente familiare. È solo affacciandosi alla finestra che il nostro ricorda chi e cosa era veramente...ma è troppo tardi, il padre, che si era preparato grazie ai notiziari, gli spara e lo mette in fuga. Quasi provando pena per lui, volendolo liberare. E così sarà. Il colpo sarà fatale e il mostro agonizzerà fino al suo ultimo respiro, ricordando la sua infanzia quando la famiglia ancora lo trattava bene e non ricordando quando i suoi incubi fossero iniziati, e tentando di fuggire da roditori avvoltoi, gettandosi nelle acque delle fogne che lo condurranno in mare aperto...

Fine della parte contenente spoiler

Insomma, la parte finale, seppur con una sua poetica e giustizia, è davvero tirata, frettolosa, rovinando quanto di buono si era narrato con calma fino a quel punto. Nulla a che vedere con "Hell Baby", decisamente più poetico e meglio pianificato nel ritmo. Gran peccato perché il cosa mi piaceva anche...ma con il come è venuto fuori un pasticcio.
Troviamo anche qui la voce narrante, decisamente meno presente che in "Hell Baby", che chiude la nostra storia di emarginazione e vendetta.
Mi spiace, il potenziale c'era, ma si vede come l'autore fosse ancora acerbo. HB è decisamente scritto meglio.

Edizione solita Showcase, i neri stavolta sono molti di meno, quindi le tavole mostrano più il fianco alle dannate trasparenze.