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“Sword art online : Aincrad” è il primo di una serie di manga dedicati alle light novel omonime create da Reki Kawahara ed è, a mio avviso, l’opera più travisata dell’intero format.
Ritengo che sia fondamentale iniziare la recensione con una premessa: questo manga è ovviamente successivo alla light novel, ma, contrariamente a quanto pensato dalla maggioranza assoluta di fan e detrattori della serie, è PRECEDENTE (e sottolineo PRECEDENTE) alla versione animata. Indipendentemente da quella che è stata la data di distribuzione italiana, in Giappone questo manga è stato pubblicato tra il 2010 e il 2012. Di contro la serie animata è uscita nel 2012 e dunque il manga non è assolutamente un tributo a quest’ultima, ma ai romanzi e solo a quelli (come sarebbe anche lecito che fosse).
Da ciò si capisce anche il motivo per cui questo fumetto è l’unico a proporre un character design diverso da quello della serie animata (scelta suicida se l’obiettivo fosse accalappiare i fan dell’anime), la quale ha avuto sicuramente il merito della diffusione a livello mondiale di questa serie (che personalmente apprezzo molto), ma allo stesso tempo la grande colpa di aver eliminato ogni possibilità di vedere delle variazioni stilistiche rispetto a quella che è ormai la grafica radicata nell’immaginario collettivo e l’unica ormai possibile per ogni futura creazione a tema Sword art online.
Per questo non ci si può avvicinare a questo fumetto con l’idea di ritrovare la controparte cartacea dell’anime, la verità potrebbe essere al massimo quella opposta.
Detto questo, la storia è ben nota ai più, il protagonista è Kirito, alias Kazuto Kirigaya, ex Beta Player della versione di prova di Sword Art Online, VRMMORPG caratterizzato dalla totale immersione del giocatore nell’ambiente di gioco. Questi, in occasione del day one, accede alla versione completa di Sword Art Online e assieme ad altri 10000 giocatori rimane bloccato all’interno del gioco, impossibilitato a effettuare il logout a causa di un blocco imposto da Akihiko Kayaba, il creatore del gioco. L’unica via nota per tornare indietro è rappresentata dal completamento di tutti i 100 livelli, ma occorre prestare attenzione, poiché il sistema è programmato per far corrispondere alla morte nel gioco anche la morte cerebrale nel mondo reale.
Inizia così la lunga e drammatica scalata di Aincrad, il gigantesco castello fluttuante di 100 piani ambientazione del gioco di Sword Art Online.
Per quanto riguarda la trama specifica del manga c’è poco da dire, si tratta di un riassunto della trama originale, che tuttavia presenta subito un grande limite e cioè l’eliminazione di una consistente porzione di storia compresa fra l’accesso a Sword Art Online e il secondo incontro con Asuna. In pratica dopo un primo breve antefatto si ha un salto temporale notevole e inaccettabile da parte di un eventuale neofita del brand che come primo approccio decidesse (in modo poco cauto) di avvicinarsi a questo manga.
Tuttavia, essendo sicuro che questo manga non sia nato per avvicinare nuove persone alla saga, ma per soddisfare il desiderio di una versione cartacea da parte dei fan navigati, ritengo che agli occhi di questi ultimi non si tratti di una lettura spiacevole, al netto della premessa con cui ho iniziato questa recensione. Personalmente ho apprezzato questo “riassunto”, pur avendo già visto tutti gli episodi dell’anime fino alla prima metà di “War of Underworld” al momento della lettura. Allo stesso tempo è apprezzabile il fatto che, a differenza dei manga prodotti in seguito, siano presenti in questo alcune scene inedite per l’anime e anche la disposizione degli eventi non sia la stessa, ma venga proposta in modo leggermente meno lineare. Inoltre ammetto che leggere i dialoghi mi ha aiutato a cogliere alcune sfumature che, inevitabilmente, durante la visione di una serie animata si perdono, a meno di ripetere in loop la visione fino a imparare a memoria scene e battute.
Per quanto riguarda il comparto tecnico invece, non mi sento di dire che il livello sia sufficiente. Pur ammettendo che anche nella mia mente ormai sono ben definite tutte le figure e le ambientazioni secondo gli standard tracciati dall’anime, i disegni di questo manga sono oggettivamente deludenti. Molto semplici, lievemente infantili e anche imprecisi a tratti, i disegni si presentano, nonostante la generale piattezza e mancanza di dettagli, leggermente confusionari, con occhi e capigliature che in alcune inquadrature sbordano leggermente e si mescolano in modo indesiderato, oltre a una gestione dei contrasti spesso errata, con tavole a volte troppo bianche e a volte troppo nere, quasi senza sfumature, ma soprattutto senza soluzione di continuità. I personaggi sono sbozzati, quasi stilizzati, e alcuni dei secondari di sesso maschile mi hanno ricordato una reinterpretazione malriuscita dello stile usato per i mamodo della serie “Zatchbell” o ancora per i NetNavi del format “Mega man battle network”. Anche le ambientazioni sono scarne e misere e in generale è tutto veramente povero di dettagli. Persino i boss, che nell’opera animata sono ben caratterizzati e facilmente confondibili con veri boss di videogiochi, sembrano in quest’opera più che altro le caricature di se stessi.
In conclusione assegno a questo manga il voto 5 e ½, facendo una media per difetto fra il 5 che assegno ai disegni, non così sgradevoli, ma caratterizzati da una generale scarsa cura e da svariati errori che fanno storcere il naso, e il 6.5 che do alla trama, alla quale si dovrebbe dare un 6, essendo una trama proveniente da un’altra opera già esistente, ma a cui aggiungo mezzo punto per il tentativo di proporre gli eventi, con un timido accenno di non-linearità temporale (fattore praticamente assente in tutte le saghe animate se non in Alicization, in cui tuttavia è la trama stessa a imporre uno stravolgimento totale dell’ordine temporale).
Se però ho ridotto la media a 5 e ½ è perché questo manga è impossibile e inutile per tutta quella parte di pubblico che Sword art online non lo conosce, il che a mio avviso non è accettabile e può solo causare una penalizzazione del titolo.