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7.5/10
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"Utsubora", questo il titolo del mistery scritto e disegnato da Asumiko Nakamura e pubblicato fra il 2008 ed il 2012 sulla rivista Manga Erotics F. Arriva in Italia, con la sua 1° edizione, attraverso la Coconino Press nel 2018.

Fatto questo brevissimo riepilogo temporale, parto con una piccola chicca che si trova dopo l'ultimo capitolo riguardante la cornice che riveste la struttura del manga. Il titolo. Che significato possiede? Questo breve approfondimento, curato da Paolo La Marca, ci dice che a quanto pare non esiste una risposta ben definita (ironia della sorte direi...). Questo termine- scritto in katakana- sembrerebbe non apparire in alcun dizionario odierno. Per analogia il curatore trova diversi collegamenti, tra le quali utsuhora, termine ormai desueto che ha subito vari mutamenti fonetici e che trova un corrispettivo più attuale in kudo; sono parole che si traducono entrambi in spazio vuoto, cavità. Altre assonanze rimandano anche a utsu (malinconia) e tsubo (urna).

Successivamente a questo preambolo piuttosto vago, si può anche abbozzare quella che è la trama ed i personaggi che giocano al suo interno. Jun Mizorogi è il nostro protagonista, scrittore di buon successo, rispettato ed ammirato all'interno del proprio ambito. Al momento porta avanti quella che è la sua ultima fatica, dopo un periodo di blocco creativo, "Utsubora". Lo si vede prevalentemente in vestaglie tradizionali che gli conferiscono, sommandolo al suo atteggiamento schivo, un'aura di raffinata freddezza.
La storia parte con Mizorogi che riceve una telefonata dalla polizia riguardante il recente suicidio d'una giovane ragazza. L'unica traccia rimasta sono 2 contatti telefonici, uno del nostro scrittore (il quale era stato anche l'ultima telefonata) e l'altro di quella che sembrerebbe essere sua sorella gemella, Miki Sakura. Co-protagonista dall'aspetto ammaliante e malinconico, lascia l'impressione di essere poco scossa dall'avvenuta morte. Cosa lega lo scrittore e la ragazza buttatasi dal grattacielo? La sua ultima opera letteraria, dando titolo al manga, che connessione ha con tutto ciò? E la sorella cosa rappresenta, qual è il suo ruolo? Da ciò parte l'intreccio ambiguo- per me abbastanza coerente ma con la pretesa di rimanere enigmatico- che progredisce in un sensuale gioco di menzogne e fughe continue. Ma fughe da cosa? Tema fondante di ciò è l'identità, velata e rinnegata. L'identità a cui si aspira e l'identità da cui si fugge. A questi turbamenti dell'animo, in contemporanea con la concretizzazione del caso, sembrano entrambi finalmente trovare pace in un finale abbastanza desolante.
Per quanto riguarda il lato tecnico, sono ampiamente di parte, visto che adoro lo stile di questa autrice. Posso perdermi mille volte ad ammirare una tavola di Miura, così densa di particolari, posso estasiarmi mille volte per l'estetica delle ambientazioni nei manga di Inio Asano... ma il mio debole sono linee essenziali che si concentrano principalmente su sguardi; tristi, indifferenti, corrucciati. L'ambiente, in questo caso, è spesso un vago contorno. Si definisce giusto quel tanto che basta quando ci racchiude, ci coccola - tra le quattro mura - ci soffoca - lo studio dello scrittore - e ci rende piccoli e insignificanti - grattacieli (luogo dove avvenne il suicidio).
Nonostante sembri ch'io abbia solo lodi per lei (e fortunatamente non è così), a questo manga do un 7,5, in quanto mi da personalmente noia avere un protagonista che s'avvicina terribilmente allo stereotipo del poeta maledetto, inquieto e solitario che parla prevalentemente di storie conturbanti. Molto più simpatica la caratterizzazione del suo amico e rivale in campo letterario; schietto e sbruffone quanto basta per metterlo al tappeto!

Detto ciò, lo consiglio? Ebbene sì, è un buon modo per conoscere questa mangaka al di fuori del boys love. Abbastanza versatile, non rimane fossilizzata su un unico genere.