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Il mondo dei manhwa, i fumetti coreani, sta diventando sempre più noto, da quest’anno anche nell’ambito dell’animazione. Com’è logico che sia, per cominciar a far conoscere queste opere, spesso realizzate da ragazzi anche giovanissimi che si cimentano nel disegno e nella scrittura dei loro lavori del tutto da soli, si punta in quelle più lette e quindi più famose, in particolare sulla piattaforma WEBTOON.
Io capito proprio “a fagiolo”, dato che è da quasi un anno che ho cominciato a leggere questi manhwa proprio tramite l’app WEBTOON, quindi ero molto felice di poter vedere animate le storie che avevo appena letto.
Se per “Tower of God”, trasmesso poco prima della serie che sto recensendo, l’hype era a mille perché tra i manhwa è senza ombra di dubbio tra i miei preferiti (lascio stare il giudizio sull’anime, dato che meriterebbe una recensione a parte), “The God of High School” mi entusiasmava, all’uscita dei primi trailer, per le animazioni e anche per quello che doveva essere il tema centrale: le arti marziali. Di fatto, non lo avevo letto, quindi non sapevo cosa aspettarmi, ma proprio in occasione dell’uscita dell’anime avevo deciso di anticiparmi leggendo i primi capitoli dell’opera su WEBTOON. Risultato: delusione. Ma avevo ancora speranza: le animazioni avrebbero aiutato a far gradire la storia in generale e, da quel che sapevo, dato che comunque il manhwa fu iniziato diversi anni fa, per una questione legata all’adattamento, sarebbero stati apportarti alcuni cambiamenti. Tutto ciò mi ha portata ad arrivare alla prima visione di “The God of High School” tutto sommato emozionata, nonostante l’impatto con il manhwa non mi avesse soddisfatta.

Allora… Se devo essere onesta, trovo alcune difficoltà a recensire quest’opera, perché, presa nel complesso, è così confusionaria da mettersi le mani nei capelli, ma cerchiamo di procedere con calma.
Prima le cose buone o quelle cattive? Va beh, partiamo dai punti più facili, ovvero i primi.
Ciò che, senza se e senza ma, di questa serie si salva sono due cose: le animazioni e la colonna sonora. Per quanto riguarda le prime, scorrevano fluide: una vera e propria gioia per gli occhi. Per un anime sulle arti marziali (mettere le ultime due parole tra tante virgolette), guardare i movimenti dalle varie angolature era a dir poco soddisfacente: allo studio d’animazione non si può dir altro se non che abbiano svolto un lavoro eccellente.
La colonna sonora merita anch’essa degli elogi: azzeccatissima per il tipo di anime e davvero particolare: diciamo che una soundtrack simile in altri anime difficilmente si trova, o almeno tra quelli che ho visto non ho sentito nulla del genere. Anche qui tanti complimenti al compositore.

Bene, potrei spendere anche altre parole per questi due punti, giusto per equilibrare il testo della recensione tra gli elementi buoni e non della serie, ma mi ripeterei, quindi preferisco dedicarmi alla parte dura: gli aspetti negativi di “The God of High School”.

Dunque, il discorso qui si fa insidioso, dato che le cose che non hanno funzionato in quest’anime sono troppe, ma vorrei partire da quello che forse è l’elemento che primo tra tutti salta all’occhio: la trama.
Diciamo che è parecchio difficile sintetizzare quest’opera o anche solo questa serie (o stagione? Per la lunghezza del manga, questi tredici episodi sono a malapena l’introduzione, quindi è probabile che si voglia proseguire con l’animazione dei capitoli successivi...), dato che in poco più di una decina di puntate accadono talmente tante cose che, cercando di voler riassumere, si va inevitabilmente incontro all’esasperazione. Diciamo che un quantitativo di eventi, rivelazioni, power-up (e chi più ne ha più ne metta) della portata di quelli presenti in “The God of High School” l’avrei trovato accettabile in una serie lunga minimo il doppio dei soli tredici episodi proposti. Ma che dico? Il triplo.
Seriamente, succedono così tante cose in un solo episodio che, allo stesso tempo, sei elettrizzato e confuso, per poi arrivare alla fine dei venti minuti cominciando a meditare: “Ma che cavolo ho visto?”. Non è che la stragrande maggioranza degli eventi che accadono in questa serie siano senza senso, ma... in fin dei conti lo sono. Il problema principale, più che la quantità di avvenimenti nell’arco di pochissime puntate o addirittura minuti, è la mancanza assoluta di spiegazioni per quanto accade, e, anche quando sono presenti, sono ridotte all’osso e incomprensibili. Se queste fossero state accettabili, avrei anche provato a capire i milioni di eventi in questa serie, ma, se non ricevo uno straccio di chiarimento, mi sembra tutto buttato a caso, tanto per rendere personaggi e opera in generale più “fighi”.
Okay, ma questo è solo l’inizio, no? Diranno coloro che hanno letto i quattrocento e passa capitoli del manhwa. Se un discorso del genere l’avrei accettato per “Tower of God” (non perché l’abbia effettivamente letto, ma proprio perché l’introduzione dell’opera è visibilmente solo un inizio, con le spiegazioni necessarie e i punti interrogativi messi nei posti giusti. Non realizzato nel migliore dei modi, ma questo è un altro discorso...), non faccio altrettanto per “The God of High School”. Questi tredici episodi non sembravano l’inizio della storia vera e propria, quanto più una specie di riassunto-minestrone della storia completa realizzato con i piedi, tanto per comprimere tutto in poche ore.
Con il manhwa non sono arrivata allo stesso punto della fine della serie, quindi non saprei dire se l’adattamento abbia saltato delle esplicazioni, ma qui io non mi permetto di giudicare l’opera originale. Questa recensione si basa solo sull’anime, e la trama in questa è gestita malissimo.

Passando ai personaggi, altri elementi chiave nelle serie, me ne saranno piaciuti due/tre, ma neanche più di tanto. Diciamo che come la trama sono tenuti in piedi su delle basi di sabbie mobili, anche quelli principali. L’unico del trio dei protagonisti che apprezzavo era Daewi, dato che sembrava l’unico con un obiettivo definito e un carattere un po’ più delineato, ma anche lui ad un certo punto si perde tra la miriade di eventi a caso che accadono in questa serie, tanto da diventare un personaggio insulso: sembra quasi che da un episodio in poi venga a mancare anche la sua personalità.
Lasciando stare i personaggi principali, anche quelli secondari non scherzano per quanto concerne l’inutilità e la mancanza di senso assoluto. Anche questi sono tantissimi, molti dei quali non si capisce chi siano e a cosa servano. Non ce n’è uno che spicca, in generale. Non mi è rimasto impresso davvero nessuno, paradossalmente in una serie tanto ricca di personaggi come questa.

Credo che debba concluderla qui, anche perché, se volessi continuare entrando più nel dettaglio, mi scoppierebbe la testa, ripensando a tutto ciò che succede in “The God of High School”. Cavolo, se avesse un minimo di senso... La cosa più brutta di questa serie è che ti lascia davvero l’amaro in bocca: guardi delle cose spettacolari, al momento sei anche elettrizzato, ma l’attimo in cui tutto finisce scompare la magia, come se tutto fosse stato un miraggio.
In conclusione, la mancanza principale di quest’anime è il senso: se ce ne fosse stato non dico in quantità normale, ma almeno decente, molti degli avvenimenti che ricordo per il 90% grazie alle animazioni incredibili avrebbero avuto un effetto emotivo molto più grande.

Ultime riflessioni: vedrò un prosieguo laddove dovesse essere animato? Difficile a dirsi, ma probabilmente direi sì solo per guardare i combattimenti animati magistralmente dallo studio MAPPA, senza più preoccuparmi di trovare un senso a ciò che vedo, ma prendendolo tutto come un modo per allegrare gli occhi.
Consiglio l’anime? Ovviamente, dato il mio giudizio, sarebbe ovvio che dica di no, ma credo che chi non abbia molte pretese (anche se, pensandoci meglio, il cervello deve lavorare molto per trovare una logica nella trama...) e voglia godersi una serie dalla portata di animazioni e colonna sonora molto elevata potrebbe anche appezzare questa serie.

Giudizio finale: 5. Se gli elementi positivi non fossero stati tanto buoni, la valutazione sarebbe stata molto inferiore.