Recensione
Erased
7.5/10
Partire dall'idea di rivivere il passato per cambiare il futuro è un gioco narrativo molto macchinoso e difficilmente gestibile al 100% (anche "Steins Gate" ha le sue falle, seppur meno di quest'anime). Secondo me è questo lo scotto che Erased paga.
Una storia molto complessa da rendere coerente al 100%, soprattutto per il fatto che ripete varie volte lo stesso avvenimento seppur in diverse varianti.
C'è da dire pero' che tutto sommato è molto godibile, soprattutto la prima parte che è veramente ben fatta; la seconda scricchiola un po' (a volte un po' troppo) a causa di mancata giustificazione degli aventi, delle scelte dei personaggi e un paio di deus ex-machina.
Lo stile registico di motivare, una scelta o un accadimento fatta da un personaggio, dopo averlo compiuto, molto spesso non ha aiutato molto, anzi ha quasi rischiato di far passare la cosa per dimenticanza ripresa in seguito.
Si sono omessi alcuni dettagli che lo spettatore attendeva, primo fra tutti il motivo dei 'revival', ma non solo quello...
Attenzione: questa parte contiene lievi spoiler
Avrei preferito una storia un po' più lineare, magari con meno revival, ma dove si approfondivano meglio i personaggi dato che erano parecchi; il professore per esempio non ha ricevuto il giusto spazio per farci apprezzare appieno le sue lacrime finali.
In fin dei conti è un buon anime, da vedere, poiché il contorno della storia è fatto molto bene: dai personaggi alla colonna sonora, compreso la musica iniziale e finale, alla grafica, scenografia etc...
Peccato! perché con un lavoro meglio ragionato, poteva uscirne fuori un capolavoro.
Menzione d'onore per il poetico tema "la città in cui io non ci sono di Hinazuki Kayo"
Una storia molto complessa da rendere coerente al 100%, soprattutto per il fatto che ripete varie volte lo stesso avvenimento seppur in diverse varianti.
C'è da dire pero' che tutto sommato è molto godibile, soprattutto la prima parte che è veramente ben fatta; la seconda scricchiola un po' (a volte un po' troppo) a causa di mancata giustificazione degli aventi, delle scelte dei personaggi e un paio di deus ex-machina.
Lo stile registico di motivare, una scelta o un accadimento fatta da un personaggio, dopo averlo compiuto, molto spesso non ha aiutato molto, anzi ha quasi rischiato di far passare la cosa per dimenticanza ripresa in seguito.
Si sono omessi alcuni dettagli che lo spettatore attendeva, primo fra tutti il motivo dei 'revival', ma non solo quello...
Attenzione: questa parte contiene lievi spoiler
Avrei preferito una storia un po' più lineare, magari con meno revival, ma dove si approfondivano meglio i personaggi dato che erano parecchi; il professore per esempio non ha ricevuto il giusto spazio per farci apprezzare appieno le sue lacrime finali.
In fin dei conti è un buon anime, da vedere, poiché il contorno della storia è fatto molto bene: dai personaggi alla colonna sonora, compreso la musica iniziale e finale, alla grafica, scenografia etc...
Peccato! perché con un lavoro meglio ragionato, poteva uscirne fuori un capolavoro.
Menzione d'onore per il poetico tema "la città in cui io non ci sono di Hinazuki Kayo"