Recensione
Blame!
9.0/10
Recensione di travis89touchdown
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La prima cosa da sapere su "Blame!", è che approcciarsi a questo manga vuol dire abbandonare ogni forma di comodità possibile: Nihei realizza un'opera senza la minima intenzione di prendere per mano il lettore, ma anzi, lo catapulta in un mondo estraneo, le cui logiche sono del tutto aliene e misteriose per chi legge. I personaggi che popolano questo oscuro mondo, già di per sé poco loquaci, non hanno alcun interesse nello spiegare o raccontare l'ambientazione in cui si trovano, lasciando quindi il lettore in balia di un universo alienante e di avvenimenti che solo in parte sarà in grado di comprendere appieno.
Questo, che rappresenta uno scoglio per una larghissima fetta di possibili consumatori, è invece il più grande pregio di "Blame!", prodotto dedicato solo a coloro che si sentano di lasciarsi affascinare da un mondo misterioso e inquietante senza doverlo per forza capire, godendo anzi di questa totale mancanza di controllo su di esso. Un mondo completamente sommerso dalla tecnologia, che si auto-alimenta e da tempo incalcolabile continua a espandersi senza sosta, tanto che non esiste più un cielo, ma solo metallo, tubi, cavi, torri, luci, stretti cunicoli che si alternano ad imponenti e sconfinati sale, formando un infinito labirinto che si estende in altezza per un numero spaventoso di livelli.
Il personaggio principale, Killy, un essere cupo e silenzioso, è l'elemento più misterioso di tutto il criptico racconto: egli è costantemente alla ricerca di particolari geni in via di estinzione, una ricerca che lo porta a vagabondare per la mega-struttura senza sosta e senza via di ritorno, dotato soltanto di una pistola potentissima, quasi leggendaria.
È difficile dire altro sulla trama che, seppur proseguendo in modo non sempre chiaro e con alcuni momenti che vanno interpretati, resta sempre molto interessante e piena di trovate originali. Molto di questo racconto viene narrato dalle sole immagini (i dialoghi sono davvero rari, soprattutto all'inizio), che sono centrali: il mondo di "Blame!" si racconta da solo, parla al lettore più di quanto facciano i personaggi, è il protagonista più di quanto lo sia lo stesso Killy. È lui a dettare i ritmi della storia, stringendosi in angusti corridoi ed espandendosi improvvisamente in bellissimi scorci di ambienti sconfinati. Nihei si trova quindi libero di sfruttare al massimo i suoi studi in architettura, ed unirli alla sua fantasia più sfrenata. Il risultato è qualcosa di assolutamente unico. Anche il design delle creature è curato ed originale, spesso inquietante.
Vanno criticati negativamente, invece, i disegni delle sequenze più concitate: se da una parte il senso di velocità e frenesia viene restituito in modo impeccabile, dall'altra il tratto troppo sporco impedisce di capire bene cosa sta effettivamente accadendo, e a fine scontro ci si trova spesso a riguardare le tavole per capire chi abbia vinto e come.
Insomma, come da premessa, "Blame!" non aiuta a farsi capire, la storia ti costringe alla massima attenzione, a volte a tornare indietro e ragionarci su, per essere compresa al meglio, eppure l'opera ha un'anima quasi magnetica, che di fronte ad un lettore che si lascia ammaliare dall'indubbio fascino dell'ambientazione, tiene agganciati fino alla fine, e regala momenti ed immagini indimenticabili.
Questo, che rappresenta uno scoglio per una larghissima fetta di possibili consumatori, è invece il più grande pregio di "Blame!", prodotto dedicato solo a coloro che si sentano di lasciarsi affascinare da un mondo misterioso e inquietante senza doverlo per forza capire, godendo anzi di questa totale mancanza di controllo su di esso. Un mondo completamente sommerso dalla tecnologia, che si auto-alimenta e da tempo incalcolabile continua a espandersi senza sosta, tanto che non esiste più un cielo, ma solo metallo, tubi, cavi, torri, luci, stretti cunicoli che si alternano ad imponenti e sconfinati sale, formando un infinito labirinto che si estende in altezza per un numero spaventoso di livelli.
Il personaggio principale, Killy, un essere cupo e silenzioso, è l'elemento più misterioso di tutto il criptico racconto: egli è costantemente alla ricerca di particolari geni in via di estinzione, una ricerca che lo porta a vagabondare per la mega-struttura senza sosta e senza via di ritorno, dotato soltanto di una pistola potentissima, quasi leggendaria.
È difficile dire altro sulla trama che, seppur proseguendo in modo non sempre chiaro e con alcuni momenti che vanno interpretati, resta sempre molto interessante e piena di trovate originali. Molto di questo racconto viene narrato dalle sole immagini (i dialoghi sono davvero rari, soprattutto all'inizio), che sono centrali: il mondo di "Blame!" si racconta da solo, parla al lettore più di quanto facciano i personaggi, è il protagonista più di quanto lo sia lo stesso Killy. È lui a dettare i ritmi della storia, stringendosi in angusti corridoi ed espandendosi improvvisamente in bellissimi scorci di ambienti sconfinati. Nihei si trova quindi libero di sfruttare al massimo i suoi studi in architettura, ed unirli alla sua fantasia più sfrenata. Il risultato è qualcosa di assolutamente unico. Anche il design delle creature è curato ed originale, spesso inquietante.
Vanno criticati negativamente, invece, i disegni delle sequenze più concitate: se da una parte il senso di velocità e frenesia viene restituito in modo impeccabile, dall'altra il tratto troppo sporco impedisce di capire bene cosa sta effettivamente accadendo, e a fine scontro ci si trova spesso a riguardare le tavole per capire chi abbia vinto e come.
Insomma, come da premessa, "Blame!" non aiuta a farsi capire, la storia ti costringe alla massima attenzione, a volte a tornare indietro e ragionarci su, per essere compresa al meglio, eppure l'opera ha un'anima quasi magnetica, che di fronte ad un lettore che si lascia ammaliare dall'indubbio fascino dell'ambientazione, tiene agganciati fino alla fine, e regala momenti ed immagini indimenticabili.