Recensione
Orient
8.0/10
Recensione di Alessandro Verdicchio
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L'opera di Shinobu Ohtaka presenta molte caratteristiche ereditate dalla precedente opera dell'autrice (Magi). Tra questi il più evidente sono i poteri dei personaggi, rappresentati in maniera molto appariscente e dando una grande rilevanza ai colori (cosa che però nell'opera cartacea in bianco e nero non riesce a rendere al meglio).
Dal punto di vista grafico l'autrice dimostra non solo di non aver perso la mano ma di essere riuscita a migliorarsi ulteriormente, ottenendo come risultato delle tavole mozzafiato segnate dal suo tratto caratteristico molto pulito.
Una cosa nella quale si distacca da Magi, sta nel fatto che se in quel caso si dava risalto all'individualismo di individui con "la stoffa per diventare re", in Orient dove i personaggi formano tra di loro delle "bande di Bushi" nelle quali la cooperazione è essenziale per poter sconfiggere gli antagonisti principali, i Kishin. Viene infatti chiarito in maniera molto esplicita come anche per i personaggi più forti, sconfiggere un Kishin in un 1vs1 risulta quasi impossibile e quindi diventa vitale per i Bushi combinare i propri poteri per riuscire nelle loro imprese.
Per quanto la parte estetica dei lavori di Ohtaka sia predominante ad un primo impatto, è nella scrittura e nelle tematiche trattate che l'opera da il suo meglio. Discriminazione, menzogne della società, distinzione tra una vera famiglia e una famiglia abusiva che di tale ha solo i legami di sangue, guerra e molto ancora.
Ovviamente Orient, pe quanto bello non è privo di difetti, il primo dei quali è il fatto che l'autrice con quest'opera sembra volersi prendere i suoi tempi. Infatti nonostante al momento la serie sia prossima ai 100 capitoli si sa ancora molto poco a livello di lore e di worldbuilding, soprattutto se si considera che la maggior parte delle informazioni date fin ora ai lettori risalgono ai capitoli più recenti e ovviamente questo causa una narrazione lenta che potrebbe invogliare molti a droppare la serie.
Io stesso ammetto che verso l'inizio continuai a leggere la serie principalmente in quanto fan della mangaka e per via dei disegni.
Dal punto di vista grafico l'autrice dimostra non solo di non aver perso la mano ma di essere riuscita a migliorarsi ulteriormente, ottenendo come risultato delle tavole mozzafiato segnate dal suo tratto caratteristico molto pulito.
Una cosa nella quale si distacca da Magi, sta nel fatto che se in quel caso si dava risalto all'individualismo di individui con "la stoffa per diventare re", in Orient dove i personaggi formano tra di loro delle "bande di Bushi" nelle quali la cooperazione è essenziale per poter sconfiggere gli antagonisti principali, i Kishin. Viene infatti chiarito in maniera molto esplicita come anche per i personaggi più forti, sconfiggere un Kishin in un 1vs1 risulta quasi impossibile e quindi diventa vitale per i Bushi combinare i propri poteri per riuscire nelle loro imprese.
Per quanto la parte estetica dei lavori di Ohtaka sia predominante ad un primo impatto, è nella scrittura e nelle tematiche trattate che l'opera da il suo meglio. Discriminazione, menzogne della società, distinzione tra una vera famiglia e una famiglia abusiva che di tale ha solo i legami di sangue, guerra e molto ancora.
Ovviamente Orient, pe quanto bello non è privo di difetti, il primo dei quali è il fatto che l'autrice con quest'opera sembra volersi prendere i suoi tempi. Infatti nonostante al momento la serie sia prossima ai 100 capitoli si sa ancora molto poco a livello di lore e di worldbuilding, soprattutto se si considera che la maggior parte delle informazioni date fin ora ai lettori risalgono ai capitoli più recenti e ovviamente questo causa una narrazione lenta che potrebbe invogliare molti a droppare la serie.
Io stesso ammetto che verso l'inizio continuai a leggere la serie principalmente in quanto fan della mangaka e per via dei disegni.