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7.0/10
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In molti hanno gioito fin dall’annuncio di una serie animata tratta dalla omonima saga di Konami, specie perché la produzione era nelle mani di Netflix che, per molti, sta diventando sempre più sinonimo di produzioni soddisfacenti (anche molte insufficienti, per carità). La sceneggiatura è stata affidata a Warren Ellis, famoso per la stesura di diversi albi Marvel e Dc.

La trama di Castlevania ha per protagonista Dracula, il famoso e temerario vampiro già protagonista di tantissime trasposizioni, qui rappresentato come un personaggio decisamente più ambivalente: un uomo innamorato (di un’umana) e un feroce assassino in preda alla collera e alla vendetta, quando quest’ultima gli viene strappata dalla chiesa, con l’accusa di stregoneria.
Ammettiamo che, spesso, è difficile per il cinema dare spessore a trame già viste e riviste, perché per quanto non sia l’originalità della trama a decretarne il successo, è un dettaglio che vorremmo vedere usato un po’ più spesso.
Castlevania non brilla in originalità, specie nella prima stagione (e va bene, sono solo 4 episodi, del resto), ma rende il famoso principe delle tenebre il tassello più interessante dell’intera serie. I personaggi che gli ruotano intorno sono relativamente più stereotipati: Belmont è un cacciatore che dovrebbe rappresentare “il bene” che si contrappone al “male”, ma che è tutto meno che un eroe senza macchia. Anzi, ci viene presentato come un uomo cinico- a seguito della scomunica della sua famiglia- e interessato alla sola sopravvivenza, in una vita che non gli dà più nulla; Sypha è una maga forte e bella, ma per quanto interessante, anche lei non brilla per originalità. Nella prima e nella seconda serie, a dare peso alla vicenda sono Dracula ed Alucard, il figlio.

Dracula parte come un feroce vampiro; con l’incontro con Lisa si “trasforma” in un uomo innamorato, pronto a dare fiducia nel genere umano, come la moglie vorrebbe; con la sua morte, l’amore si tramuta in odio, e per lui l’umanità deve scomparire, a discapito della sopravvivenza della propria razza (non per niente, uno dei suoi generali gli fa notare come la morte dell’umanità farà morire anche loro per mancanza di nutrimento).
Se una storia con un incipit come quello di Castlevania presuppone un banale scontro tra bene e male, due fazioni per distinte, Ellis ci meraviglia con la frammentazione di queste due fazioni, non rendendole così ovvie. Dracula è più fragile di quanto si presupponesse essere nelle prime puntate, preda di facile rabbia, un’anima stanca e disillusa; Alucard soffre la solitudine e il senso di colpa…

Se la prima stagione serve come incipit e presentazione, la seconda si fa carico di concentrarsi più su intrighi e tradimenti, all’interno della fazione di Dracula, che si trova a scontrarsi col malcontento dei suoi sottoposti, creando senza volerlo dei sottogruppi, che continueranno poi i loro destini nella terza stagione.
Questa seconda stagione, che è in assoluto quella che ho preferito tra tutte, punta molto ai dialoghi, relegando la mera azione a poche scene e agli ultimi episodi, dove si scontrano i destini dei personaggi. Quindi è ovvio che se cercate una serie che punti unicamente all’epicità dei combattimenti, questo titolo non fa esattamente per voi.
Purtroppo, se la mia valutazione per queste prime due stagioni era più che favorevole, non posso dire di essere egualmente soddisfatta dopo aver visto la terza.
Nonostante la conclusione della seconda avrebbe potuto permettere un cambiamento del setting e del tempo, si è voluto dare un continuo diretto. Perdendo quello che era il punto forte delle due stagioni precedenti, la s3 pecca nelle caratterizzazioni dei restanti personaggi, che cadono ancora una volta nei soliti cliché.

Attenzione: questa parte contiene spoiler

La storia romantica tra Belmont e Sypha; o la stessa Camilla che aveva tutte le carte in regola per essere un ottimo villain, ma non riesce ad avere la stessa incisività del suo predecessore.

[/b]fine parte contenente spoiler

Le note positive, secondo me, sono date più che altro dal personaggio di Isaac e dal suo rapporto/confronto con la vampira Lenore; e dalle lente prese di coscienza del personaggio di Hector.
Quanto al lato tecnico, interessanti i disegni, meno le animazioni non proprio fluide. Il doppiaggio italiano sarebbe anche ottimo, ma personalmente avrei scelto un’altra voce per il personaggio di Dracula, che rimarcasse maggiormente la sua cupezza.