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Amo i manga composti da parecchi volumi; le serie che ti fanno viaggiare insieme ai protagonisti, che ti fanno crescere e vivere la propria avventura, perdendoti nelle tavole e nelle vicende che raffigurano.
Ci sono poi manga brevi composti da pochi volumi, come in questo caso, che in uno spazio ridotto ti raccontano qualcosa di [presumibilmente] preciso, qualcosa di finalizzato; senza [teoricamente] perdersi o rischiare di farlo.
«All You Need Is Kill» è un bel manga, e non ho motivo di ritenere il contrario; ma rimane un fumetto che, in partenza, ti sta dicendo: "Io arrivo fino a un certo punto".
Con due soli volumi e una singola, breve avventura a comporlo, è difficile riuscire a trasmettere tanto da fartelo rimanere impresso; pertanto mi verrebbe da consigliarlo solo a chi sia particolarmente interessato alla trama o stia già acquistando una (o più) serie, cui aggiungerne una "accessoria", "di contorno". A me, infatti, ha lasciato solo delle bellissime immagini, un'idea originale e una conclusione. Nessun rischio, ma, al contempo, nessun margine per eccellere.

La trama tratta di Keiji, un giovane soldato che va incontro a una battaglia contro i Mimic, alieni comparsi improvvisamente sulla Terra molto tempo addietro, contro i quali la guerra si è fatta tanto cruenta da portare le nazioni del globo a unirsi nell'UDF, «United Defense Force», un'alleanza mondiale finalizzata ad abbattere la minaccia aliena.
Keiji si sveglia nella sua stanza, dopo un sogno in cui affronta la morte; ha diversi déjà vu per tutto il giorno e, il seguente, si prepara ad affrontare i nemici come pianificato. Sul campo di battaglia trova la morte, e il giorno dopo la storia si ripete, finché non realizza di trovarsi in un loop temporale senza via di fuga. Il suo obiettivo, ora, è vincere questa battaglia e liberarsi dalla sua condanna.

I disegni di Obata sono sempre bellissimi, ma non credo sia il caso di urlare al capolavoro, dal momento che i numerosi personaggi - specialmente quelli di contorno - paiono semplicemente tutti giovani e belli. Nulla da dire su ambientazione e tecnologie: qui Obata (o chiunque per lui) ha fatto un ottimo lavoro; sommariamente, al disegno attribuirei un voto tra 8 e 8 e ½, non di più, perché francamente lo trovo soltanto un tratto bello e caratteristico del mangaka. Ciononostante, "bello" non significa "affascinante".
La narrazione, come anticipato, procede spedita; i due volumi volano in poco tempo e tengono alto l'interesse, mostrandoci sia la battaglia che Keiji deve affrontare, nelle sue molteplici sfaccettature, sia gli approfondimenti (ben eseguiti) sul personaggio di Rita Vrataski, così come gli effetti di una giornata che si ripete all'infinito, il dolore che comporta, e le molteplici possibilità che offre.

«All You Need Is Kill» è un manga carino, che consiglio a chi ami le letture brevi o ne cerchi una, ma non sento di dover aggiungere altro. Se siete alla ricerca di qualcosa di molto buono, che vi rimanga impresso e che vi porti a sognare, non lo trovo assolutamente una priorità. Semmai, come anticipato, un acquisto accessorio.