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Cosa ne resta di "Fena: Pirate Princess"?
Quando racconti una storia, udite udite, devi raccontare una storia.
Sembra che la nostra Fena abbia scordato questo piccolo, ma fondamentale, dettaglio, mettendo sul piatto della bilancia una lista di eventi, una ragazza un po' strana che incontra della gente altrettanto strana, un certo tizio che sembra saperne qualcosa e allora vuole usarla per i suoi scopi, i suoi amici che cercano di farsi ammazzare nel tentativo di proteggerla, e altre cose che succedono perché "durante i film le cose accadono". Ok, questa è una serie, ma il precetto non cambia. Purtroppo sull'altro piatto della bilancia è posato un filo, il cosiddetto filo conduttore che in senso figurato si aggrappa ad ogni singolo evento della lista e fa sì che questi siano regolati e definiti da una sorta di principio di causa-effetto che arricchisce la suddetta storia di un senso logico, una giustificazione del perché le cose accadono, oltre al fatto che nei film le cose accadono, che vabbè quello si sapeva.

Nakazawa ci regala quindi, più che una storia, una lista di cose che accadono. Che per carità, ci può anche stare. Infatti, fino al "gran finale", "Fena: Pirate Princess" tutto sommato regge botta, facendosi forte di personaggi che, seppur si mantengano piatti e superficiali dall'inizio alla fine, si lasciano apprezzare per simpatia e tempi comici e un comparto tecnico che, tra animazioni, character design e audio output ha da dire la sua con una certa prepotenza.

Cosa ne resta quindi? Personaggi simpatici e un comparto tecnico di buon livello. Tantissimi titoli riescono a funzionare benissimo anche quando armati solo di questi due fattori. Ma "Fena: Pirate Princess" non è tra questi. Non è tra questi perché per quanto la banalità sia niente meno che banalità, laddove rimane coerente con sé stessa, tutto sommato il castello di carte riesce comunque a reggersi in piedi. Il problema è, appunto, il "gran finale".

Vuoi raccontare una storia banale? Benissimo, raccontala. Ma "Fena: Pirate Princess" è una storia banale che avrebbe voluto raccontare chissà cosa di profondo e significativo. Come se in un castello di carte tu volessi mettere sulla punta la stanza del re fatta di pietra. Bene, fai questo, e il castello crolla. "Fena: Pirate Princess" è un castello di carte con la cima in pietra che ha fatto crollare tutto il castello. Se la punta fosse stata fatta con due carte, come il resto del castello, questo avrebbe retto.

P.S. la opening è veramente veramente bella, ascoltatela. il resto potete anche skipparlo, non vi mancherà, e voi non mancherete a lui.