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6.0/10
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<b>ATTENZIONE, CONTIENE SPOILER SUL FINALE</b>

L'anime si apre con una scena di fuga, ambientata nel dodicesimo secolo in Giappone, dove si vedono il nobile Kuro Yoshitsune e il suo servo Benkei, inseguiti da degli strani guerrieri demoniaci, trovare riparo per la notte in una casa spersa nella foresta abitata solo da un'affascinante e misteriosa donna di nome Kuromitsu. Ben presto si scopre la vera natura della donna, cioè quella di essere immortale che si nutre di sangue umano (vampiro?), e per questo anche lei è ricercata da un clan che vuole scoprire il suo segreto. Kuro e Kuromitsu vengono travolti da un passione reciproca che non si ferma neanche davanti alla verità sulla natura della donna, che per non lasciar morire il giovane gli dona il suo sangue, rendendolo così immortale, e dando il via ad un amore impossibile che attraverserà i millenni. La scena seguente infatti vede Kuro risvegliarsi mille anni dopo in un futuro post-atomico, senza memoria se non con l'immagine nella mente della donna che ama e che vuol ritrovare. Da qui parte tutta l'avventura in un susseguirsi di squartamenti e ricordi che affiorano, componendo un mosaico che solo alla fine acquisterà senso, sia agli occhi di Kuro che a quelli dello spettatore.
L'anime è decisamente orientato verso l'azione, anche se la vena drammatica di tutta la storia spesso si fa sentire, ed è un azione che non ci risparmia ettolitri di sangue e tagliamenti di testa vari.
Kuro, oltre ad aver acquisito una specie di immortalità è diventato anche parecchio veloce e potente in modo tale che può tagliare con la sua spada qualsiasi cosa si trovi di fronte e, purtroppo per noi, questo rende l'azione parecchio noiosa a lungo andare (tranne per due o tre scontri con i “boss” diciamo).
La qualità della realizzazione è medio-alta sia per le animazioni che per lo stile e riesce a mantenersi costante per tutta la serie. Personalmente sia lo stile che l'azione non mi hanno colpito in modo particolare. Forse questo è il problema dell'intero lavoro; le singole unità sono ben realizzate, ma nel complesso la serie non funziona, gli elementi non si fondono e non acquistano profondità, risultando così un prodotto mediocre.
Giusto per fare il figo e andare contro le altre recensioni dico che il finale mi è decisamente piaciuto. Non si può dire che la serie riparta o che il finale sia un principio, perché il significato sotteso è che l'amore tra i due protagonisti è un amore impossibile, e che in questo inseguirsi eterno acquista il suo significato.
Ultima cosa, la serie si ispira ad un romanzo ucronico di Baku Yumemakura, quindi prende il via dalla storia vera del nobile detto Kuro che dopo aver perso la sfida con il fratello per lo shogunato fugge nelle montagne e si suicida... Beh, si sarebbe risparmiato parecchie beghe.