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4.0/10
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Io sono tra quelli che dicono che non bisogna recensire, in negativo, un'opera che non si sia finito di leggere.
"Blue Lock" è un'eccezione.

"Blue Lock" è un'opera che vorrebbe parlare di calcio, ma tratta un qualcosa di totalmente distorto che con il calcio non c'entra nulla. Degli attaccanti adolescenti militanti le squadre liceali di calcio vengono radunati dal governo Giapponese, o di qualsiasi ente poco affidabile si tratti, e vengono invitati a partecipare ad una specie di gara di sopravvivenza dove il vincitore diventerà l'attaccante che porterà il Giappone a vincere millemila trofei, mentre i perdenti rinunceranno a giocare per la propria nazionale a vita. Qualsiasi bambino italiano (quindi che di pallone si presume ne capisca più di un 50enne giapponese medio) sa con certezza che questa manovra governativa è destinata a fallire. I giovani protagonisti no e quindi accettano tutti in massa.

Mi frullano in mente delle domande basilari: "E se il vincitore si rivelasse una pippa?" "Il Giappone ha davvero così bisogno di un attaccante?"

Naturalmente chiedo troppo ad un'opera che non ha alcun senso logico; vado dunque avanti sperando di trovare un appiglio, un qualcosa che mi faccia continuare una storia che parte male sin dal principio, ma più avanzo e più perdo la fiducia: i nostri giovani calciatori sono tutti più che insopportabili, gli avvenimenti sono piatti e i disegni non bastano più per convincermi a continuare una serie che ormai è finita dritta dritta tra i miei più grandi e convinti NO.

Voto 4/10 (potrei mettere di meno, ma avendola droppata dopo solo due volumi non mi sembrava corretto)