Recensione
La fortuna di Nikuko
7.5/10
Il punto forte de "La fortuna di Nikuko" sono sicuramente i personaggi, le persone introverse non avranno grosse difficoltà nel rivedersi in Kikurin, una ragazzina che vorrebbe semplicemente giocare a basket evitando di schierarsi con una fazione o l'altra; e se siete mai stati in compagnia di una persona esuberante e chiassosa, potrete capire perfettamente il suo disagio nel non riuscire a passare inosservata a causa del fracasso generato da Nikuko.
La protagonista è una ragazzina che non ha fretta di crescere e affrontare i problemi degli adulti, ma contemporaneamente è eccitata all'idea di conoscere il proprio futuro.
Non sono pochi i casi in cui proviamo imbarazzo insieme alla protagonista per le gaffe di Nikuko, anche se da lei traspare una sincera genuinità e un'innata goffaggine che non permettono di prendersela più di tanto; Nikuko è una brava mamma che ce la mette tutta per crescere la propria bambina.
Attraverso gli occhi di Kikurin (che spesso vengono inquadrati in primo piano in alcune delle scene più belle del film) conosciamo il paesino in cui abita e le persone che le popolano, è difficile non provare un po' di simpatia verso il caro Sacchan che si prende cure delle due ragazze.
Apprezzo particolarmente le opere in cui si cammina sempre sul confine tra realtà e fantasia, mi piacciono le opere in cui spesso devo chiedermi "ma sta succedendo veramente, è come sembra? quindi in questo mondo esiste la magia" e nel caso di questo film scopriamo che l'elemento semi-fantastico è in realtà uno dei tratti più importanti del carattere di uno dei personaggi.
Il lungometraggio tratta degli argomenti profondi anche senza considerare il continuo ricordarci in maniera indiretta della situazione economica in cui vivono le ragazze; i temi, però, non vengono trattati in maniera melodrammatica e non puntano tutto sul far scappare la lacrimuccia allo spettatore, puntano a farlo riflettere su dei temi che effettivamente non vengono quasi mai "risolti".
Il comparto estetico è buono, soprattutto su certi primi piani e nelle scene in cui vengono inquadrati degli spettacolari paesaggi, non nascondo di aver provato un brividino nella scena in cui viene mostrato il tramonto (con tanto di abbassamento dell'esposizione della luce) incorniciato dalla vegetazione mentre si sentono in sottofondo dei rumori come lo scorrere di un ruscello.
Il film non ha una trama particolarmente complessa o che prevede grosse evoluzioni nei personaggi, ma è piacevole immergersi nell'atmosfera di questo paesino portuale e spiare la vita di un'adolescente che ci ricorda che crescere non è un gioco da ragazzi.
La protagonista è una ragazzina che non ha fretta di crescere e affrontare i problemi degli adulti, ma contemporaneamente è eccitata all'idea di conoscere il proprio futuro.
Non sono pochi i casi in cui proviamo imbarazzo insieme alla protagonista per le gaffe di Nikuko, anche se da lei traspare una sincera genuinità e un'innata goffaggine che non permettono di prendersela più di tanto; Nikuko è una brava mamma che ce la mette tutta per crescere la propria bambina.
Attraverso gli occhi di Kikurin (che spesso vengono inquadrati in primo piano in alcune delle scene più belle del film) conosciamo il paesino in cui abita e le persone che le popolano, è difficile non provare un po' di simpatia verso il caro Sacchan che si prende cure delle due ragazze.
Apprezzo particolarmente le opere in cui si cammina sempre sul confine tra realtà e fantasia, mi piacciono le opere in cui spesso devo chiedermi "ma sta succedendo veramente, è come sembra? quindi in questo mondo esiste la magia" e nel caso di questo film scopriamo che l'elemento semi-fantastico è in realtà uno dei tratti più importanti del carattere di uno dei personaggi.
Il lungometraggio tratta degli argomenti profondi anche senza considerare il continuo ricordarci in maniera indiretta della situazione economica in cui vivono le ragazze; i temi, però, non vengono trattati in maniera melodrammatica e non puntano tutto sul far scappare la lacrimuccia allo spettatore, puntano a farlo riflettere su dei temi che effettivamente non vengono quasi mai "risolti".
Il comparto estetico è buono, soprattutto su certi primi piani e nelle scene in cui vengono inquadrati degli spettacolari paesaggi, non nascondo di aver provato un brividino nella scena in cui viene mostrato il tramonto (con tanto di abbassamento dell'esposizione della luce) incorniciato dalla vegetazione mentre si sentono in sottofondo dei rumori come lo scorrere di un ruscello.
Il film non ha una trama particolarmente complessa o che prevede grosse evoluzioni nei personaggi, ma è piacevole immergersi nell'atmosfera di questo paesino portuale e spiare la vita di un'adolescente che ci ricorda che crescere non è un gioco da ragazzi.