Recensione
Romanzo spin-off incentrato sul primo incontro (incontro nella finzione raccontato da Mello) tra il geniale investigatore L e Naomi Misora, che è tra i più importanti personaggi minori della saga, si tratta di un lavoro in fondo ben fatto ma non eccezionale.
Trattandosi di un giallo ha come primo compito quello di realizzare una trama con un mistero che sia difficile da risolvere e in questo tutto sommato svolge bene il suo compito: le indagini riguardanti il misterioso serial killer hanno il giusto grado di complessità, bisogna fare attenzione ai dettagli, a volte alquanto tortuosi, e l’autore sa anche creare un discreto gioco di specchi (che però può essere colto in pieno solo se si conosce l’opera originale). Il tutto unito ad uno stile di scrittura alquanto scorrevole, capace di dare un certo ritmo al tutto e accompagnato da macabri e insieme suggestivi disegni di Obata.
Quello che non è tanto riuscito è però l’aspetto psicologico perché anche se il materiale in teoria c'è la trattazione dei personaggi mi è parsa alquanto superficiale, forse per la brevità del racconto: Naomi Misora, nonostante i problemi del suo passato, non ha suscitato alcuna immedesimazione con lei e lo stesso vale per l’antagonista e i suoi deliri brevemente descritti: lancia la sfida ad L ma tale sfida non ha prodotto alcuna suspense in me, ho seguito la storia più per la curiosità di vedere risolti tutti gli enigmi che per il gusto di sapere chi avrebbe vinto.
Insomma è un titolo imperdibile per la curiosità dei fan, però tolto questo abbiamo un prodotto leggero, capace di invogliare a leggere fino alla fine, ma una volta letto tutto si può anche mettere da parte.
Trattandosi di un giallo ha come primo compito quello di realizzare una trama con un mistero che sia difficile da risolvere e in questo tutto sommato svolge bene il suo compito: le indagini riguardanti il misterioso serial killer hanno il giusto grado di complessità, bisogna fare attenzione ai dettagli, a volte alquanto tortuosi, e l’autore sa anche creare un discreto gioco di specchi (che però può essere colto in pieno solo se si conosce l’opera originale). Il tutto unito ad uno stile di scrittura alquanto scorrevole, capace di dare un certo ritmo al tutto e accompagnato da macabri e insieme suggestivi disegni di Obata.
Quello che non è tanto riuscito è però l’aspetto psicologico perché anche se il materiale in teoria c'è la trattazione dei personaggi mi è parsa alquanto superficiale, forse per la brevità del racconto: Naomi Misora, nonostante i problemi del suo passato, non ha suscitato alcuna immedesimazione con lei e lo stesso vale per l’antagonista e i suoi deliri brevemente descritti: lancia la sfida ad L ma tale sfida non ha prodotto alcuna suspense in me, ho seguito la storia più per la curiosità di vedere risolti tutti gli enigmi che per il gusto di sapere chi avrebbe vinto.
Insomma è un titolo imperdibile per la curiosità dei fan, però tolto questo abbiamo un prodotto leggero, capace di invogliare a leggere fino alla fine, ma una volta letto tutto si può anche mettere da parte.