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Attenzione: la recensione contiene spoiler

"Summer Time Rendering" è quella classica opera che inizia promettendo molto bene, ma poi si perde durante la narrazione. Un vero peccato, perché le premesse, almeno per me, erano ottime, ma il finale mi ha alquanto deluso. Andiamo dunque con ordine.

Il protagonista della storia è Ajiro Shinpei, un ragazzo di diciotto anni che studia a Tokyo in una scuola di cucina. È originario di Hitogashima, un'isola nella prefettura di Wakayama, dove non torna da due anni. I suoi genitori erano degli archeologi subacquei, morti in un incidente durante il lavoro. Dalla loro morte Shinpei è stato cresciuto da un amico dei genitori, il proprietario della trattoria Kofune, Alain, che è vedovo e ha due figlie: Ushio, coetanea di Shinpei, e Mio, più piccola. Quando partì alla volta di Tokyo, due anni prima, Shinpei e Ushio ebbero un diverbio, perché la ragazza era offesa: Shinpei aveva infatti deciso di partire per Tokyo senza chiederle che ne pensasse. Tra i due c'era un rapporto più che fraterno: Shinpei era innamorato di Ushio e Ushio di Shinpei, ma nessuno dei due si era mai dichiarato.
Shinpei torna ora, il 22 luglio 2018, a Hitogashima per un evento luttuoso: Ushio è morta annegata nel tentativo di salvare una bambina del posto, Shiori. Arriva quindi nell'isola per il funerale, con addosso un forte senso di colpa per come i due si erano lasciati due anni prima, e di rimpianto per non essere tornato prima e averla vista ancora una volta soltanto. Una volta sull'isola, Shinpei scopre che in realtà la morte di Ushio è sospetta: intorno al suo collo c'erano infatti dei segni di strangolamento. Inoltre Mio gli rivela che qualche giorno prima di morire lei e Ushio, mentre pulivano la spiaggia dai rifiuti, avevano incontrato un'altra Ushio, del tutto identica alla sorella morta. Mio crede che si tratti di un'ombra. Anche Shiori, qualche giorno prima di rischiare di morire, aveva incontrato la sua ombra. Shinpei viene quindi a conoscenza del fatto che sull'isola esiste una malattia chiamata malattia dell'ombra: chiunque incontri la propria ombra è stato contagiato da tale malattia, e dopo tale incontro è destinato a morire entro pochi giorni. Shinpei inizia così ad indagare su questa storia: lo deve ad Ushio e vuole delle risposte lui stesso. Ma durante le indagini viene ucciso.
E subito dopo si risveglia il 22 luglio, sul traghetto per Hitogashima.
All'inizio pensa si tratti di un sogno, ma poi si rende conto di essere in grado di tornare indietro nel tempo e di rivivere gli eventi dal suo arrivo all'isola. E ci riesce grazie al suo occhio destro, che si accorge essere d'un colore diverso dal sinistro. Tale occhio ha infatti il potere, seppur limitato e sempre più ridotto, di far rivivere il loop degli ultimi giorni. La storia diventa sempre più intricata mentre le sue indagini vanno avanti: incontra delle persone che anche in passato avevano avuto a che fare con le ombre, scopre che l'ombra di Ushio esiste ancora e gli è alleata nella lotta contro le altre ombre, e che alcuni abitanti dell'isola sono collusi con le ombre e c'è un piano finale foriero di distruzione.

La storia sin dall'inizio è avvincente, ma, più ci si avvicina al finale, più le cose si fanno ingarbugliate e di difficile comprensione, tanto che ad un certo punto si ha l'impressione che lo stesso autore della storia non ci stia capendo granché, anche perché le spiegazioni date su determinati eventi sembrano un po' buttate lì. Nel finale poi sembra che non si sappia come uscirne e la battaglia decisiva è piuttosto deludente. Si arriva ad affrontare Shide, un nemico super-potente, che sembra indistruttibile, colpito più volte con armi diverse e in punti vitali, e che sembra avere la meglio su Shinpei, quando ecco che lui riesce a sparare all'ultimo secondo un proiettile speciale fatto d'ombra (ma anche le altre armi lo erano) che riesce a fermare il nemico. Ho trovato questa parte molto contraddittoria, sinceramente.
Anche il fatto che per risolvere la storia una volta per tutte i principali protagonisti siano riportati indietro di trecento anni, mentre sino a quel momento si poteva ritornare indietro solo di pochi giorni o, addirittura, sul finale, di poche ore, mi ha lasciato alquanto perplessa. Si era parlato sino a quel momento di un potere limitato e sempre più debole, ma ecco che di punto in bianco il potere diventa forte al punto di riportare tutti indietro di trecento anni. La cosa non mi torna: certo, l'occhio di Shinpei è in realtà parte di Hiruko, la divinità ombra, ma poiché Hiruko è indebolita al punto da stare per morire, mi sembra poco plausibile che sia in grado di far fare un simile sforzo all'ombra di Ushio, peraltro anche lei molto indebolita dallo scontro finale con il gran nemico Shide.
L'ultimo episodio poi, con il reset intero della storia, la mancata morte di personaggi come i genitori di Shinpei, Ryunosuke e la stessa Ushio, mi ha lasciato con l'amaro in bocca. Tutti sopravvivono, tutti sono felici, nessuno si ricorda di quanto successo, solo Shinpei e Ushio pensano di avere fatto un sogno in seguito al quale erano preoccupati di non rivedersi mai più.
Non mi è piaciuto.

Se passiamo quindi ai voti, ritengo che da un 7,5 si è scesi a un 4, ma, se devo fare la media tra inizio e fine, il mio voto finale è un 5,5.
Peccato. Poteva essere una serie davvero molto bella, se non fosse stato per la rovina sul finale.