Recensione
Grappler Baki
7.5/10
Recensione di VeganWarrior
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“Grappler Baki”. Devo ammettere che ho conosciuto Baki solo dalla controparte animata su Netflix. Indagando ho scoperto che non solo il fumetto è inedito in Italia, ma anche che ce ne sono svariati. Quindi, dopo aver letto il primo, "Grappler Baki", mi accingo a recensirlo.
La trama ha come protagonista Baki Hanma, genio delle arti marziali, e del suo viaggio per migliorarsi per poter battere suo padre Yujiro Hanma, riconosciuto e temuto come "la creatura più forte del mondo". Mi fermo qui con la trama, ma solo e unicamente perché la storia è satura di combattimenti, e tentare di raccontare qualunque altra cosa sarebbe un po’ come spoilerare la crescita del personaggio.
La storia è fluida seppur con qualche piccola dispersione (a mio avviso evitabile, ma che comunque non cambia il risultato finale) e alcuni lievi flashback per farci conoscere meglio i personaggi. Le tematiche trattate, con mia grande sorpresa, saranno più che semplici lezioni sull'impegno dei combattenti, rispetto dell'avversario e cose simili. Verranno affrontati temi come il lutto, la paura, la vendetta e in alcuni casi mi è sembrato di percepire come se l'autore volesse evidenziare le ossessioni umane, come la ricerca della forza. La violenza è brutale, quasi insana in alcuni combattimenti, oltre lo sport, spesso vedremmo dei veri e propri massacri. I personaggi dell'opera spesso sono ispirati a personaggi e sportivi reali. Anche se ce ne sono a bizzeffe, molti di loro ci daranno un senso di visto e rivisto, senza mai emozionarci più di tanto. Anche se comunque è apprezzabile lo sforzo dell'autore di cercare di riunire tanti atleti di tante discipline e cercare di incastrarli in maniera adeguata con il contesto e fra di loro. Per spiegarmi meglio, fare combattere il campione di grappling contro quello di striking, oppure far scontrare due combattenti che adottano stili completamente opposti, tipo un combattente molto rigido che si basa sulla forza bruta e un altro che invece sfrutta la forza dell'avversario per sferrare i suoi corpi e via discorrendo.
Nota positiva per l'autore che in alcuni casi ci mostra i personaggi molto più umani, con le loro paure, insicurezze e timori. Una sorta di ordinarietà di controparte alla straordinarietà della loro forza erculea. Probabilmente il personaggio che più ho apprezzato è stato Yujiro Hanma, il suo sadismo, la sua cattiveria e, a tratti, pazzia sono degni di nota.
Artisticamente forse è stato il punto meno riuscito, ovviamente dal mio punto di vista. Le proporzioni dei personaggi a volte mi è sembrato che cambino di scena in scena, forse per cercare di enfatizzare lo scontro, a mo' di "Davide contro Golia". Spesso ho trovato alcune scene poco chiare, e in alcune (specialmente quelle di lotta o prese) ho fatto molta fatica a capire come i personaggi fossero intrecciati. Ovviamente bisogna anche tenere conto che la grafica è comunque di un fumetto iniziato nel ‘91. In conclusione “Grappler Baki” è un manga che mira a essere coatto, e ci riesce!
Ci sarà sempre un Tizio che sarà fortissimo, che in un secondo momento verrà battuto da un Caio ancora più forte che in un terzo momento ancora verrà umiliato da un Sempronio e così via discorrendo. I personaggi di questo mondo sono combattenti violenti e disposti a tutto pur di vincere. La violenza in quest'opera credo sia la base del suo successo.
Vedremo mutilazioni, denti e ossa rotte di continuo, tecniche omicide, sadismo, sangue a secchiate e così via. I personaggi dovrebbero essere umani anche se eccedono, quasi tutti, le caratteristiche umane, quasi come se dei moderni semidei si dessero battaglia senza esclusione di colpi. Di contro comunque spesso mi sono trovato a vedere una scena pensando "se va beh..." partendo dalla forza sovrumana di quasi tutti i combattenti, passando per alcune tecniche e caratteristiche fisiche davvero impossibili e finendo con tentativi di spiegazioni alquanto arrancate, ma che comunque s'incastrano bene una volta capito il mondo dell'autore.
Consiglierei questa serie a tutti i lettori appassionati di arti marziali che cercano una lettura senza particolari pretese, caciarone e che fa della "coattaggine" il suo cavallo di battaglia.
La trama ha come protagonista Baki Hanma, genio delle arti marziali, e del suo viaggio per migliorarsi per poter battere suo padre Yujiro Hanma, riconosciuto e temuto come "la creatura più forte del mondo". Mi fermo qui con la trama, ma solo e unicamente perché la storia è satura di combattimenti, e tentare di raccontare qualunque altra cosa sarebbe un po’ come spoilerare la crescita del personaggio.
La storia è fluida seppur con qualche piccola dispersione (a mio avviso evitabile, ma che comunque non cambia il risultato finale) e alcuni lievi flashback per farci conoscere meglio i personaggi. Le tematiche trattate, con mia grande sorpresa, saranno più che semplici lezioni sull'impegno dei combattenti, rispetto dell'avversario e cose simili. Verranno affrontati temi come il lutto, la paura, la vendetta e in alcuni casi mi è sembrato di percepire come se l'autore volesse evidenziare le ossessioni umane, come la ricerca della forza. La violenza è brutale, quasi insana in alcuni combattimenti, oltre lo sport, spesso vedremmo dei veri e propri massacri. I personaggi dell'opera spesso sono ispirati a personaggi e sportivi reali. Anche se ce ne sono a bizzeffe, molti di loro ci daranno un senso di visto e rivisto, senza mai emozionarci più di tanto. Anche se comunque è apprezzabile lo sforzo dell'autore di cercare di riunire tanti atleti di tante discipline e cercare di incastrarli in maniera adeguata con il contesto e fra di loro. Per spiegarmi meglio, fare combattere il campione di grappling contro quello di striking, oppure far scontrare due combattenti che adottano stili completamente opposti, tipo un combattente molto rigido che si basa sulla forza bruta e un altro che invece sfrutta la forza dell'avversario per sferrare i suoi corpi e via discorrendo.
Nota positiva per l'autore che in alcuni casi ci mostra i personaggi molto più umani, con le loro paure, insicurezze e timori. Una sorta di ordinarietà di controparte alla straordinarietà della loro forza erculea. Probabilmente il personaggio che più ho apprezzato è stato Yujiro Hanma, il suo sadismo, la sua cattiveria e, a tratti, pazzia sono degni di nota.
Artisticamente forse è stato il punto meno riuscito, ovviamente dal mio punto di vista. Le proporzioni dei personaggi a volte mi è sembrato che cambino di scena in scena, forse per cercare di enfatizzare lo scontro, a mo' di "Davide contro Golia". Spesso ho trovato alcune scene poco chiare, e in alcune (specialmente quelle di lotta o prese) ho fatto molta fatica a capire come i personaggi fossero intrecciati. Ovviamente bisogna anche tenere conto che la grafica è comunque di un fumetto iniziato nel ‘91. In conclusione “Grappler Baki” è un manga che mira a essere coatto, e ci riesce!
Ci sarà sempre un Tizio che sarà fortissimo, che in un secondo momento verrà battuto da un Caio ancora più forte che in un terzo momento ancora verrà umiliato da un Sempronio e così via discorrendo. I personaggi di questo mondo sono combattenti violenti e disposti a tutto pur di vincere. La violenza in quest'opera credo sia la base del suo successo.
Vedremo mutilazioni, denti e ossa rotte di continuo, tecniche omicide, sadismo, sangue a secchiate e così via. I personaggi dovrebbero essere umani anche se eccedono, quasi tutti, le caratteristiche umane, quasi come se dei moderni semidei si dessero battaglia senza esclusione di colpi. Di contro comunque spesso mi sono trovato a vedere una scena pensando "se va beh..." partendo dalla forza sovrumana di quasi tutti i combattenti, passando per alcune tecniche e caratteristiche fisiche davvero impossibili e finendo con tentativi di spiegazioni alquanto arrancate, ma che comunque s'incastrano bene una volta capito il mondo dell'autore.
Consiglierei questa serie a tutti i lettori appassionati di arti marziali che cercano una lettura senza particolari pretese, caciarone e che fa della "coattaggine" il suo cavallo di battaglia.