Recensione
Parto dal dire che ho iniziato quest’anime col presupposto di star iniziando il classico isekai fantasy dove il protagonista forma un party e vive avventure diventando straordinariamente forte. E sono contento di essermi sbagliato, almeno in parte.
L’inizio in realtà non tradisce la normale andatura isekai: NEET asociale, ucciso da un camion, reincarnato in un mondo magico... ma dopo pochi episodi diventa evidente che sarà un’opera più particolare di tante altre. Salta subito all’occhio, oltre una grafica sempre migliore ed aesthetic più che soddisfacenti, la narrazione della storia che, in quanto svolta in prima persona seguendo Rudeus, ci fa immedesimare come se fossimo davvero noi lì nella casa di campagna dei Greyrat a fare quei commenti su tutto quello che vediamo e sentiamo invece del protagonista. Anche l’assenza di un’opening vera e propria mi ha piacevolmente stupito, in quanto si ricrea il tipico momento spensierato e da sogno che ci fa iniziare con gioia ogni episodio.
Ho davvero apprezzato il risvolto ecchi-perverso che fin da subito caratterizza Rudeus, e che sinceramente non trovo disgustoso, anche se ammetto che è forse un tantino spinto in alcuni angoli, ma questo non fa altro che rendere questo anime più unico, oltre al fatto che, mano mano che si va avanti, si scopre che i personaggi non sono tutti rose e fiori, seguendo i soliti canoni semplicistici, come Paul, che si scoprirà essere una persona di bassa lega anche se non malvagia, o Eris, che dopo l’iniziale impatto (oltre quello con la faccia di Rudy) da ragazzina viziata e violenta si mostrerà anche come una persona spontanea e generosa, ma anche testarda e decisa. Il profilo di ogni personaggio di rilievo viene teso con lo svolgersi della storia, e da qui riusciamo a comprendere meglio i personaggi, le loro idee, le loro motivazioni, le ragioni dietro i loro atteggiamenti, mentre altre volte l’autore ci lascia all’oscuro, dandoci spazio per dare la nostra interpretazione a un determinato personaggio (es. la Regina reincarnata del Continente dei Demoni, il cui nome è impossibile da ricordare).
Quello che ho apprezzato di più, oltre all’onestà in ambito sessuale di Rudy, è stato il delicato mondo che ci viene presentato in “Mushoku Tensei”. Piano piano riusciamo a capire chi sono le varie razze presenti nel mondo, le differenze e non fra loro, come è strutturato il loro stato gerarchico e che ruolo ha il protagonista in esso. Certo sono presenti ovviamente cliché tipici, come il padre che condivide la perversione del figlio, diversi fetish comuni come quello del Principe Zanoba, o la figura dell’amica salvata dai bulli di cui poi innamorarsi, ma questi non fanno altro che caratterizzare la storia e creare momenti divertenti per farla avanzare. Perché effettivamente la storia progredisce a gran velocità, almeno nell’anime, e in ogni singolo episodio iniziano o si concludono uno o più eventi importanti. Ultima valutazione va fatta sugli attenti paragoni e flashback che vengono eseguiti con la vita passata di Rudeus in un momento difficile, che non sono mai fatti per caso: ognuno ha il compito di far capire sia al protagonista ma anche allo spettatore che cosa significa incorrere nella stessa difficoltà due volte, riuscendo però a superarla o affrontarla invece che evitarla, oltre a far capire quanto Rudeus abbia avuto una vita differente da quella attuale.
Questa era la mia prima recensione, e quindi potrei non essere stato chiaro al 100% su tutti i punti, ma comunque spero di avervi convinti o incuriositi a guardare quest’anime che io reputo da 5 stelle piene.
L’inizio in realtà non tradisce la normale andatura isekai: NEET asociale, ucciso da un camion, reincarnato in un mondo magico... ma dopo pochi episodi diventa evidente che sarà un’opera più particolare di tante altre. Salta subito all’occhio, oltre una grafica sempre migliore ed aesthetic più che soddisfacenti, la narrazione della storia che, in quanto svolta in prima persona seguendo Rudeus, ci fa immedesimare come se fossimo davvero noi lì nella casa di campagna dei Greyrat a fare quei commenti su tutto quello che vediamo e sentiamo invece del protagonista. Anche l’assenza di un’opening vera e propria mi ha piacevolmente stupito, in quanto si ricrea il tipico momento spensierato e da sogno che ci fa iniziare con gioia ogni episodio.
Ho davvero apprezzato il risvolto ecchi-perverso che fin da subito caratterizza Rudeus, e che sinceramente non trovo disgustoso, anche se ammetto che è forse un tantino spinto in alcuni angoli, ma questo non fa altro che rendere questo anime più unico, oltre al fatto che, mano mano che si va avanti, si scopre che i personaggi non sono tutti rose e fiori, seguendo i soliti canoni semplicistici, come Paul, che si scoprirà essere una persona di bassa lega anche se non malvagia, o Eris, che dopo l’iniziale impatto (oltre quello con la faccia di Rudy) da ragazzina viziata e violenta si mostrerà anche come una persona spontanea e generosa, ma anche testarda e decisa. Il profilo di ogni personaggio di rilievo viene teso con lo svolgersi della storia, e da qui riusciamo a comprendere meglio i personaggi, le loro idee, le loro motivazioni, le ragioni dietro i loro atteggiamenti, mentre altre volte l’autore ci lascia all’oscuro, dandoci spazio per dare la nostra interpretazione a un determinato personaggio (es. la Regina reincarnata del Continente dei Demoni, il cui nome è impossibile da ricordare).
Quello che ho apprezzato di più, oltre all’onestà in ambito sessuale di Rudy, è stato il delicato mondo che ci viene presentato in “Mushoku Tensei”. Piano piano riusciamo a capire chi sono le varie razze presenti nel mondo, le differenze e non fra loro, come è strutturato il loro stato gerarchico e che ruolo ha il protagonista in esso. Certo sono presenti ovviamente cliché tipici, come il padre che condivide la perversione del figlio, diversi fetish comuni come quello del Principe Zanoba, o la figura dell’amica salvata dai bulli di cui poi innamorarsi, ma questi non fanno altro che caratterizzare la storia e creare momenti divertenti per farla avanzare. Perché effettivamente la storia progredisce a gran velocità, almeno nell’anime, e in ogni singolo episodio iniziano o si concludono uno o più eventi importanti. Ultima valutazione va fatta sugli attenti paragoni e flashback che vengono eseguiti con la vita passata di Rudeus in un momento difficile, che non sono mai fatti per caso: ognuno ha il compito di far capire sia al protagonista ma anche allo spettatore che cosa significa incorrere nella stessa difficoltà due volte, riuscendo però a superarla o affrontarla invece che evitarla, oltre a far capire quanto Rudeus abbia avuto una vita differente da quella attuale.
Questa era la mia prima recensione, e quindi potrei non essere stato chiaro al 100% su tutti i punti, ma comunque spero di avervi convinti o incuriositi a guardare quest’anime che io reputo da 5 stelle piene.