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4.5/10
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"One Piece", anime tratto dall'omonimo e ancor più celebre manga di Eiichiro Oda, è senza ombra di dubbio una delle opere più famose prodotte dalla Toei Animation, nonché una delle più amate: nel corso di oltre vent'anni è infatti riuscito ad imporsi all'interno della cultura di massa, tant'è che chiunque conosce almeno l'incipit della trama o qualcuno dei protagonisti, anche solo di vista. Proprio per questo è innegabile che quest'anime, un po' come anche la controparte cartacea, diventerà un punto di riferimento per chi lo ha amato, e continuerà a farlo riguardo storie perlopiù d'avventura, ma comunque in grado di emozionare e con una generosa dose di dramma, al pari di "Dragonball" per i combattimenti o di "Sailor Moon" per i majokko. Oppure diventerà un perfetto esempio sul come si realizzi un pessimo adattamento, come sostiene anche la sottoscritta.

Nonostante la sua grande fetta di pubblico, "One Piece" rimane infatti un anime decisamente al di sotto della media e che presenta diversi difetti, tra cui due decisamente gravi ed evidenti.
Il primo, e forse quello più visibile, è la scarsa qualità di animazione e grafica, inizialmente buone nel loro stile anni '90, ora degne di un prodotto industriale di ultima categoria, che non ha fatto altro che peggiorare nel corso degli anni. Se, come già detto, si partiva da un buon livello per l'epoca, che è grossomodo rimasto tale per i primi centocinquanta episodi, da qui in poi è iniziato un lento, eppure inesorabile declino, che ha abbassato drasticamente la qualità della visione: i disegni sono diventati infatti piatti e poco curati, così come le animazioni, sempre più grossolane. Dopo essersi trascinato questo problema per centinaia di episodi, si è deciso infine di cambiare registro: è così che si può infatti riconoscere il terzo e più recente stile. All'apparenza curato e godibile, si tratta appunto solo di una facciata, poiché questa porzione di storia presenta difetti altrettanto gravi. Dopo un po' i colori risultano quasi stomachevoli, eccessivamente accesi anche in contesti dove rovinano l'atmosfera della scena o risultando semplicemente troppo esagerati: basti pensare ai capelli di Zoro che raggiungono la tonalità di un evidenziatore, quando inizialmente avevano un colore molto meno carico. Le animazioni invece, soprattutto durante i combattimenti, cercano in ogni modo di risultare spettacolari, cadendo però nel ridicolo, quando un semplice salto inizia a spaccare il terreno in blocchi cubici che si sollevano in aria nel raggio di cinquanta metri, mentre l'aria viene avvolta da fulmini provenienti da chissà dove. Oltre a questo i colpi risultano uno spettacolo pirotecnico di luci colorate, invece di un contatto fisico vero e proprio, impedendo di capirci qualcosa: tutto ciò che si vede sono solo fuochi d'artificio, il resto è confuso e incomprensibile, una cosa gravissima in un anime dove i combattimenti rappresentano una parte integrante della narrazione.

Il secondo grosso problema è quello rappresentato dai filler, ma non da quelli che trattano vere e proprie mini-saghe, bensì di momenti riempitivi infilati a forza nella durata degli episodi: le mini-saghe aggiuntive infatti non risultano un difetto della serie, in quanto comunque ben realizzate. Addirittura è degna di nota la mini-saga di Navarone, veramente un'ottima saga filler che presenta una comicità e narrazione degna del fumetto. Ma, in ogni caso, se si desidera non discostarsi dalla storia originale, di una saga a sé stante si può sempre saltare la visione senza perdersi nulla. Negli ultimi anni, invece, per cercare di prendere una distanza adeguata dal manga, all'animare si è preferito e si continua a preferire allungare fino alla nausea determinate scene, senza considerare che questo compromette completamente la visione: il fatto che si salga una rampa di scale o si percorra uno spazio aperto nell'arco di un singolo episodio, o che ancora nell'arco di un singolo episodio venga mostrata ripetutamente una stessa sequenza sotto forma di flashback, serve solo a fare innervosire lo spettatore e rovina completamente la messinscena della trama, troppo annacquata e difficoltosa da seguire, non rendendo per niente giustizia al punto forte del manga e risultando solamente pesante. Il fatto che i primi cento episodi coprivano circa duecento capitoli, mentre adesso con la stessa quantità di tempo se ne coprano una novantina, indica un aumento sempre maggiore della lentezza della storia, nonché dell'esasperazione di noi spettatori.

Ci sono altri difetti che si potrebbero elencare, ma penso che si possa e debba elencare il pregio principale di quest'anime, ossia la colonna sonora, che comprende delle OST veramente degne di nota, come "To the Grand Line"; da menzionare inoltre la caratterizzazione dei personaggi, non martoriata come la trama da una pessima gestione, ma comunque non esente da difetti, come la scelta di non trasporre le storie secondarie dei personaggi, cancellando di fatto una porzione di fumetto. Sono comunque presenti eccezioni, ossia degli episodi decisamente ben realizzati e sicuramente godibili, come il 1015, ma questo non basta assolutamente a risanare un anime partito con buone potenzialità ma diventato poi alla stregua di un orrendo prodotto d'animazione di serie B.
Peccato, un vero peccato.