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E' stato per me necessario rileggere più volte quest'opera per coglierne il senso più profondo. Un'opera cruda, come afferma lo stesso editore in quarta di copertina, nella quale risulta evidente come l'intento primario di Yuu Watase fosse raccontare una storia di soprusi familiari e tragedie sociali in cui la linea di confine tra il bene e il male è davvero sottile.

Entrambi i personaggi principali sono sfaccettati, complessi, carichi di segreti, sofferenza e rimpianti, e superano rapidamente l'immagine stereotipata che il lettore si crea istintivamente di loro nelle prime pagine del racconto.
Come afferma la stessa autrice nelle note finali, quest'opera non è in alcun caso da considerarsi un BL né uno yaoi. Vi sono sì diverse scene di sesso esplicite, scene che tra l'altro riguardano entrambi i sessi anche se per esigenze di trama e ambientazione i rapporti sono principalmente tra uomini, ma si tratta in verità di un dramma familiare e sociale che tratta diversi temi pesanti tra cui violenza su minore, abuso, sopraffazione, violenza psicologica e sessuale, omicidio, emarginazione sociale.

In questo contesto Soma è vittima, in diversi e terribili modi, prima ancora che carnefice, e Masataka si ritrova ad essere "padrone" dei sentimenti di Soma contro ogni sua stessa previsione. Questo non deve dare però l'impressione che il racconto costituisca una sorta di rivisitazione della sindrome di Stoccolma, tutt'altro. Ad eccezione di una fase intermedia in cui Masataka è costretto a restare vicino a Soma con un ricatto economico, in tutte le altre fasi del loro rapporto Masataka è libero di andarsene e spesso sul punto di farlo, decidendo infine di restare solo quando intravede e decide di indagare le verità nascoste attraverso la coltre fumogena di indifferenza che Soma ha innalzato intorno a sé, travolto dall'abnegazione totale di se stesso.
Una storia di salvezza personale e di incontro di due solitudini che resta però cruda fino alla fine, in cui viene riconosciuto il perdono ai carnefici senza mai negare il male da loro commesso. La commovente scena del rapporto finale tra i due rende evidente il ruolo di Masataka nella salvezza di Soma e quale sia stato il Soma nascosto per tutto il tempo dietro questa coltre fumogena, quel Soma vittima del proprio passato a cui è stato sottoposto da una società che emargina e sevizia i più deboli se manca il coraggio, da parte delle persone intorno a loro, di fornire la protezione di cui hanno bisogno. Una poesia, questa, che Yuu Watase ci accenna già nelle prime tavole ma di cui il lettore e Masataka colgono appieno il senso solo nel finale.

La Complete Edition italiana non rende giustizia al lavoro, per via del formato troppo grande per garantire una lettura agevole e delle tavole ampie nelle quali finiscono per perdersi i particolari, che trovo avrebbero avuto maggiore impatto se compressi nel formato standard del tankobon, ma questa è in definitiva una questione di gusto personale.
Un'opera che non merita nient'altro che l'eccellenza.