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L'ultima fatica di Asano sembra sia passata quasi inosservata. A quasi un anno dall'arrivo dell'ultimo volume (siamo nell'estate del 2023) non si trovano recensioni, non si trovano pareri né tra gli italiani, ma neanche tra gli anglofoni. Solo Reddit pare leggermente attivo sull'argomento. Eppure "Dead Dead Demon's Dededededestruction" (DDDD) è una delle sue più belle opere. Il problema di Asano si chiama "Oyasumi, Punpun", il suo opus magnum che sarà per sempre associato al suo nome e al suo stile. DDDD nasce dopo Punpun, nella sua ombra. Il fatto che sia un suo sostanziale opposto, come Asano stesso ammette in una intervista del 2014 (https://archive.md/KVu8Y), non inficia il fatto che DDDD nasce da Punpun e, come ogni figlio d'arte, spesso viene soffocato dall'ombra dell'albero da cui è caduto.

L'arte di Asano in DDDD si fa spettacolare, soprattutto per la capacità di mescolare gli sfondi digitali ai personaggi e ai dettagli disegnati. Spettacolare è ciò che più potrebbe definire questo manga: spettacolare è l'incipit; spettacolare è la vita di queste ragazzine che devono ogni giorno affrontare la vita quotidiana, ma anche le disgrazie di un mondo che sta crollando; spettacolare è la semplicità dei personaggi, la loro umanità, ma anche loro completa pazza individualità. I 6 anni di stesura di Punpun hanno completamente drenato le energie di Asano e lo han cambiato. La profonda amarezza che Punpun sprigiona si spegne con Punpun stesso. DDDD nasce anche da questa nuova e più limpida linfa vitale che pervade Asano. Oran, in particolare, la protagonista di DDDD, è tutto ciò che i personaggi di Asano di solito non sono stati, ossia dei simpatici burloni. Non che Asano possa essere identificato come un mangaka serioso creatore solamente di personaggi seriosi, ma un individuo come Oran, le cui stupidaggini praticamente fondano e reggono DDDD, mancava totalmente. È assurdo, perciò, come l'intero impianto, nella sua serietà e drammaticità (parliamo di un mondo guardato poco prima del suo diventare tipicamente post-apocalittico), sia mescolato a una balordaggine adolescenziale tenerissima. Gran parte di questo manga, difatti, è composto da scene la cui utilità è nulla, se non quella di contrapporsi al delirio che nella realtà avviene. Come Isobeyan/Doraemon accompagna le vicende delle protagoniste che lo leggono per allontanarsi mentalmente dai drammi di un mondo in via di distruzione, così le simpatiche vicende di Oran e Kadode ci allontanano dal nostro mondo in via di distruzione.

Eppure l'idea di Asano di abbandonare la serietà, di abbandonare il manga come opera integrale dal principio e dal finale già ideati prima di iniziare il disegno (sottolineato da Asano nella intervista citata, ma anche da questa interessante recensione: https://www.youtube.com/watch?v=avNPzSe_4so), ha avuto una durata parziale. DDDD, col tempo, diventa sempre più politico, sempre più orientato verso il sociologico. Asano ritorna a parlare di complotti, di gruppi settarii, di contrasti sociali accentuati, un po' come appunto nell'ultimo Punpun, nato dal trauma del terremoto del 2011. Pare che il trauma esistenziale, la sensazione di essere alla "fine della storia" ("the whole world is spiraling down, down, down"), non abbia davvero abbandonato Asano. La stupidità di Oran diventa una maschera. Oran diventa "assoluta". Oran era il perno del manga, ma diventa anche il perno del mondo. Oran quasi come un Atlante sorridente: regge il mondo sulle sue spalle, mantiene le responsabilità senza che nessuno lo sappia, ma nel frattempo ridacchia.
Il finale di DDDD può avere la sensazione di essere un qualcosa di leggermente affrettato, anche perché finisce con il riutilizzare più volte un certo deus ex machina fantascientifico, ma è potente e coinvolgente. Velocemente si tocca la disperazione e la distruzione. Velocemente si torna indietro. Asano è indeciso: disperazione oppure leggerezza? Il finale di DDDD è entrambe le cose, è un Asano che ci dice che in medio stat virtus. Tutto torna alla normalità, ma il tempo è passato e la vita adulta si presenta per quel che è: una blanda e piatta e noiosa esistenza. Le protagoniste, cresciute, sono l'ombra di loro stesse, ma sono pur sempre l'ombra di loro stesse e non di altre. Tutti questi incredibili contrasti, questo passare dal caldo al freddo, porta un'emozione unica nello spettatore.

Asano aveva dimostrato di essere capace di creare qualcosa di proprio con Punpun e ora ha dimostrato di essere capace di creare qualcosa persino di non propriamente asaniano con DDDD.