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7.0/10
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"My Daemon" è una serie carina e piacevole, con un buon ritmo, indirizzata a un target molto eterogeneo.

Con una durata di soli tredici episodi, ogni volta in cui la trama minaccia di farsi ripetitiva (Kento e Anna si mettono in viaggio, appare qualcuno intenzionato a rapire Anna, Kento e Anna lo affrontano e si rimettono in viaggio), vengono introdotti nuovi elementi che aiutano a comprendere il mondo dei daemon e che fanno progredire la narrazione verso un finale buonista un po' inatteso, ma che, nonostante tutto, grazie alla costruzione dei daemon fatta negli episodi precedenti, sono riuscita ad apprezzare.

Kento è un buon protagonista, che non perde mai i suoi tratti caratteriali da bambino, pur mostrandosi all'occorrenza dotato di una spiccata capacità di problem-solving. Senza fare spoiler, si rileverà un cambiamento in lui, con l'acquisizione di una nuova maturità, solo quando accetterà di lasciar andare ciò che non può essere salvato.
In effetti, a pensarci bene, potrei classificare "My Daemon" come un anime di formazione, in cui Kento prende coscienza di sé e del mondo che gli sta attorno e in cui impara che la crudeltà e la perdita fanno parte della vita.

"My Daemon" è dunque una serie che mi è piaciuta molto sotto l'aspetto narrativo, meno sotto quello grafico.

Se il chara design è piacevole e originale, con personaggi ben riconoscibili capaci di catturare lo sguardo dello spettatore, non vale lo stesso per le animazioni: a volte a scatti, con movimenti rigidi e innaturali, ricordano un po' certi videogiochi in CGI dei primi anni 2000.
Non ho compreso la scelta, se dettata dal budget o da ragioni artistiche (nelle scene di combattimento le transizioni sono ottime e quello strano effetto al rallentatore sparisce), sta però di fatto che per me è stato difficile non sorridere a certe movenze da "non-player character" di alcuni personaggi secondari.

Alla fine, è una serie che merita un 7, con una trama coinvolgente, anche se non particolarmente innovativa, e una grafica che non ho compreso.
Interessante l'uso dei salti temporali in avanti, per spingere lo spettatore a vedere la serie tutta d'un fiato, in attesa di scoprire cosa sia accaduto nel vuoto narrativo.
Direi che la consiglio a chi cerca qualcosa di leggero, non troppo impegnativo, con alcuni picchi di pathos che tengono viva l'attenzione.