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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Un crescendo di tensione, ansia, forza, potenza, colpi di scena: come un vortice che non si ferma mai e continua a girare sempre più veloce, quando si pensa che abbia esaurito tutta la sua energia, ecco che ricomincia a soffiare e girare più forte di prima. Signore e signori, benvenuti nel leggendario e divino mondo di "Records of Ragnarok", una serie che comincia lentamente e va sempre più in crescendo, fino a quando dirompe e travolge tutto quello che trova sul proprio cammino, senza lasciare traccia e/o superstiti. Una lunga serie di combattimenti senza esclusione di colpi e all'ultimo sangue e battito, dove tutto è lecito e permesso.

Il torneo vede due fazioni affrontarsi, quella delle divinità e quella degli esseri umani. I primi sono stufi del fatto che gli esseri umani non rispettano la loro volontà, mentre i secondi sono stufi di essere assoggettati alla volontà dei primi. A questo punto, su richiesta di una delle Valkyrie, Brünnhilde, viene organizzato il famoso torneo Ragnarök, dove le due squadre si affrontano. Inizialmente le divinità sembrano essere in vantaggio, vista la loro potenza superiore. Ciononostante, gli esseri umani più forti e potenti di sempre si fanno valere e riescono comunque a fare breccia nel cuore di queste, fino a quando uno di loro, Kojiro Sasaki, incassa la prima vittoria a favore del genere umano.

Diciamo che questa prima serie vuole essere una sorta di più flashback sul passato dei personaggi. Infatti vengono presentati e si narra il loro vissuto. Ed è proprio grazie a questo che essi tirano fuori il meglio di sé e lo sfruttano in battaglia, riuscendo a vincere o quantomeno a lasciare un grande ricordo di sé stessi al pubblico presente. Tutti i personaggi sono spinti dalla voglia di combattere e di non arrendersi, e questo lo dimostrano senza mai arretrare o cedere durante la propria battaglia.
La grafica è ben impostata, con disegni e movimenti ben illustrati e presentati insieme alle inquadrature, per mettere in risalto i personaggi stessi. I dialoghi sono ben concepiti, semplici, e riflettono le situazioni sia esterne che interne ai personaggi, fino a che le due dimensioni, quella interna e quella esterna, diventano una sola cosa, ed è allora che i personaggi diventano veramente sé stessi. Altro particolare da notare è che, essendo i temi principali quelli della guerra, della mitologia, si è cercato di fare riferimento alle fonti classiche della nostra tradizione greco-romana e scandinava, ma anche a quella dell'Estremo Oriente, e quindi i produttori, i creatori e tutto il resto dello staff hanno cercato di mostrare una certa fedeltà nella rappresentazione dei personaggi e delle loro vicende personali; il che si traduce in una sorta di merito a loro favore. Le scene di combattimento sono semplicemente grandiose, spettacolari, e coinvolgono tutti. Mi sono piaciuti molto i personaggi come gli esseri umani, in particolare Kojiro, nel quale mi sono immedesimato dal punto di vista psicologico. Le divinità invece qui svolgono un ruolo molto marginale, ma è forse perché non hanno ancora dimostrato il loro effettivo potere. Bisogna aspettare la seconda stagione.

Comunque, è un inizio memorabile, promosso a pieni voti. Interessanti anche i collegamenti e/o i rimandi ad altre serie, come ad esempio "L'attacco dei giganti" nel secondo episodio, oppure forse anche a "I Cavalieri dello Zodiaco", e via discorrendo. Questo significa che la trama in sé ha delle ottime basi e che quindi può aspirare a migliorare nel corso del tempo, se i seguenti motivi vengono impiegati al meglio. Ma il fatto sorprendente è che nell'anime compaiono molte figure storiche anche realmente esistite, musicisti come Mozart e Bach, artisti come Michelangelo Buonarroti o altri come Einstein. Questo vuole essere un tributo alla loro memoria e anche un promemoria per tutto il genere umano, ovvero che chiunque può essere un genio, prodigio, talento, ma anche che deve applicarsi per raggiungere grandi risultati e/o obiettivi, come gli eroi che qui combattono. Voto: 10 e lode.