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Ventiseiesima pellicola cinematografica per "Detective Conan" che, ancora una volta, ripropone il confronto contro l'organizzazione nera, questa volta più protagonista che mai.
In un film più votato all'azione che alle indagini, Conan e Ai si trovano ad affrontare gli uomini in nero come mai era successo prima d'ora: infatti, gli altri film in cui è coinvolta l'organizzazione dedicano a loro uno spazio un po' ridotto rispetto a quanto ci si aspetterebbe. Ebbene, "Il sottomarino nero" - questo il nome internazionale del film - li rende protagonisti, dando ad ogni membro in nero qualcosa da fare, seppur al costo di avere un giallo di fondo un po' abbozzato e banale, ma sufficiente per fare il suo compitino.

A differenza degli altri film, indirizzati anche a dei fan più casual del brand, questa pellicola la consiglio solamente ai conoscitori della serie e dei personaggi, in quanto presenta molte scene che strizzano l'occhio ad eventi del passato e, in generale, chi non conosce i personaggi troverà difficoltà nel godersi appieno alcune scene.

Il comparto tecnico è conforme all'alto livello a cui i lungometraggi di Conan ci hanno abituati. Svetta su tutto l'intervento di Gosho Aoyama: il mangaka ha infatti disegnato personalmente alcune scene, e lo si potrà vedere almeno quattro volte nel corso del film, in alcuni dei suoi momenti più salienti, resi benissimo dalla penna del maestro. Alle musiche torna Yugo Kanno, dopo la buona performance del film precedente.

Nel complesso, "Detective Conan: il sottomarino nero" si pone come una delle migliori pellicole dedicate al piccolo detective, nonché la migliore (a parer mio) tra quelle che vedono coinvolta l'organizzazione, confermando così l'alto livello raggiunto dal lungometraggio precedente, "La sposa di Halloween". Se il manga di Conan arranca, il brand sta vivendo una sua seconda giovinezza al cinema, confermata anche dagli incassi record degli ultimi anni.