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Perplessa. E delusa. Ecco i miei due stati d'animo a fine lettura. Ma andiamo per gradi. Amami è omofobo e non sopporta il suo superiore. Per caso viene a conoscenza di un suo "segreto" (chissà quale, eh?) e da lì le cose tra i due cambiano... ecco la trama riassunta in poche righe.
Sicuramente quando leggo un manga della Nekota non mi aspetto chissà quale introspezione; ciò che mi aspetto è: bei disegni, ragazzi mozzafiato (e Hachidori è effettivamente un fusto da paura) e... zum zummete. Ci siamo capiti.
Mi sono quindi approcciata a questa miniserie (chissà se uscirà mai un terzo volume, anche se è data per completa? Ma soprattutto, chissà se mi verrebbe mai voglia di leggerlo?) con l'intenzione di scofanarmi qualcosa di divertente, sbarazzino e caliente al punto giusto.
Il problema è che fin da subito, sorprendentemente, vengono gettate delle ottime basi per avere una storia di un certo "spessore": in primis l'omofobia di Amami, così accentuata e cruda, e in secondo luogo il carattere enigmatico di Hachidori, che ti porta a chiederti diversi "perché". Approfondire le due questioni con un certo riguardo avrebbe quindi portato la storia a un altro livello, davvero next level, ma ahimè, ciò non viene fatto. Ma che problema c'è, se invece si punta più sul lato conturbante e sensuale?
Ovviamente non avrei avuto lamentele al riguardo. Non vuoi darmi una storia ben caratterizzata perché vuoi concentrarti sul lato erotico e passionale? Okay, procedi pure.
Ma ciò non avviene. Non fraintendetemi, le scene "hot" ci sono, ma non sono minimamente soddisfacenti, soprattutto se servono a sostituire un impianto narrativo fragile.
Ci troviamo quindi di fronte a una storia che non è carne né pesce, né robiola né gorgonzola; ti strappa qualche risata, sì, ti solletica un pochetto nei punti giusti, sì, ti fa emozionare, no.
Ecco, non emoziona. Non ti fa trepidare. Non ti fa spasimare per avere certi momenti, rivelazioni, parole o azioni. Ti lascia... delusa. Come se fossi caduta in trappola. Ma d'altronde... era una trappola irresistibile, no? Provare per credere.