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Premetto che questa è la prima opera di Oshimi che leggo.
l'opera inizia con un incipit davvero interessante, un ragazzo che vuole vivere da ragazza pur non modificando il proprio e rimanendo un ragazzo, per stessa ammissione di Kei ad inizio manga. Il carattere un po' confusionario in alcuni tratti dell'opera rende perfettamente l'idea dell'autore di trasmettere al lettore le pulsioni sessuali che muovono i 3+1 personaggi principali, di fatti il contrasto con la "leggerezza" onirica del finale fa venire fuori le intenzioni dell'autore, che, per sua stessa ammissione nella postfazione dell'ultimo volume, era il primo ad essere confuso su se stesso ed ha riversato questa confusione nel personaggio di Kei.
La dicotomia tra eventi che accadono a qualsiasi adolescente, come la scoperta del proprio corpo e delle pulsioni sessuali, e ad altri che accadono molto più di rado, il proprio amico d'infanzia che si sente più a proprio agio nel vivere come una ragazza, rendono l'opera interessante e portano inevitabilmente il lettore a chiedersi come si comporterebbe nelle circostanze in cui si trova Yohei; il problema, a mio avviso sta proprio qui, l'immedesimazione si ferma a causa di una abbastanza scarna esplicazione del background di Yohei, Kei e Yui, sappiamo come nasce la loro amicizia e il loro rapporto, ma non si riesce a cogliere la profondità del loro rapporto, specialmente per quanto riguarda Kei e Yohei.
Il "rinascere" di cui parla Kei è un tema che ho trovato particolarmente interessante: nella difficoltà che si incontra nell'accettarsi il continuo cambiarsi non è un male, ma anzi una condizione necessaria per anche solo provare a trovare la pace interiore che fa comprendere cosa si voglia e come vivere in serenità con le persone da cui si è circondati. Rischia di passare inosservata la condizione di Yui che è quella di una persona che non ha mai davvero superato quella rottura tra lei e Kei quando erano piccoli, il che l'ha portata ad assumere comportamenti possessivi verso Yohei più per indispettire Kei che perchè stesse bene con lui.
Per quanto il finale sia bello, ritengo doveroso leggere le postfazioni di vari volumi per capire a pieno cosa intenda Oshimi con "scendere dall'essere maschio/femmina", che per evitare spoiler non andrò a commentare, se non per dire che è il concetto più interessante dell'opera; vedo un collegamento, magari impreciso, con la religione cristiana nelle scene in cui da ragazzi i due ritornano bambini e poi etere, un momento in cui stavano bene, senza doversi definire in un genere, un po' come Adamo ed Eva prima di mangiare il frutto proibito, la prima cosa che fanno i genitori dell'umanità è coprirsi dalla nudità, perchè imbarazzati così come lo è Yohei in più occasioni nell'opera per, circa, lo stesso motivo.
L'opera nel complesso è bella, con un volume in più si sarebbero potuti approfondire meglio tutti i personaggi, ma evidentemente Oshimi voleva lasciare spazio al lettore di interpretare le storie dei tre per poi, magari andare ad interrogarsi su stesso e conseguentemente tentare di "interpretarsi"