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9.0/10
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Nel 1950 la Disney usciva di un periodo di crisi dovuto alla seconda guerra mondiale che costrinse la fabbrica dei sogni a risparmiare e limitarsi a film a episodi, abbandonando i lungometraggi d'animazione, finalmente, con la fine della crisi la Disney poté dare inizio a una nuova era, conosciuta come Epoca D'argento e a inaugurarla fu "Cenerentola"; nuovamente una fiaba, proprio come "Biancaneve".

Il film è un adattamento della fiaba di Charles Perrault, anche se molti spesso la confondono con quella dei fratelli Grimm, successiva a quella di Perrault, per esempio, la famosa scena delle sorellastre che si tagliano i piedi per far entrare i piedi nella scarpetta non c'è nella fiaba di Perrault. La storia è quella di una ragazza che dopo la morte dei genitori vive con la matrigna e le sorellastre che, invidiose della loro bellezza, la costringono a farla lavorare coperta di stracci nella sua stessa casa. Con il ballo indetto dal re per il figlio a cui sta cercando una moglie si apre l'occasione per lei di uscire di casa per una sera.

Tredici anni dopo la Disney torna così alle fiabe, con una nuova principessa; al confronto di "Biancaneve", Cenerentola risulta molto più umanizzata e vicina alle donne dell'epoca, spesso costrette a vivere situazioni di estrema povertà e in famiglie ancorate al passato con i genitori padroni della casa e con la sola prospettiva della speranza per un futuro migliore. Personaggi come Cenerentola ormai non sono più apprezzati, a causa della loro passività e del fatto che, prendendo la storia alla lettera, la speranza è quella di trovarsi un uomo. Credo però che non ci si debba concentrare troppo sul fatto che la protagonista trovi il principe azzurro quanto su come la protagonista riesca a rimanere buona e ottimista nonostante le avversità, prendendo al volo l'occasione per riscattarsi, ai tempi si era appena usciti dal conflitto mondiale e c'era bisogno di speranza, quello di cui ha bisogno pure la protagonista.
Il personaggio di Lady Tremaine è uno dei cattivi più realistici della Disney, perché non si tratta di una donna con poteri magici o di una potente regina, ma di una persona che si potrebbe benissimo incontrare nella vita reale, fredda e cinica, terribile la scena in cui le sorellastre strappano il vestito alla protagonista, la matrigna mostra una totale indifferenza scagliando le figliastre contro la protagonista.
Infine la simpatica fata Smemorina che appare quando ormai per la protagonista sembra essere tutto finito, dopo aver sperato per tutto il tempo alla fine crolla ed ecco l'intervento magico "se tu non credessi più a nulla io non potrei essere certo qui".

Piccola critica, le gag dei topolini con il gatto Lucifero, che smorzano fin troppo la tensione, a mio avviso rendono il film un po' discontinuo, si passa di un film drammatico a delle gang uscite da Tom e Jerry, anche se capisco che ci fosse bisogno di ciò per il pubblico più piccolo, le gag dei nani di Biancaneve mi sono sempre sembrate più "inserite" nella narrazione, se togli i momenti con i topi e il gatto il film va avanti anche senza mentre i nani mi hanno dato questa sensazione solo con la scena in cui si lavano.

Il tutto è animato in maniera raffinata con bellissime sequenze musicali e un'atmosfera da sogno
Da noi è arrivato da noi con due doppiaggi: il primo, del 1950, fu presto sostituito per via della voce per nulla adatta di Cenerentola e, per alcuni, anche della fata madrina. Il secondo doppiaggio è del 1967 e ha migliorato di molto le voci della protagonista e della fata, ma è triste la mancanza di Tina Lattazzi che, nel 1950, doppiava Lady Tremaine.