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Quando ci perdiamo o la vita ci regala delle belle batoste, la cosa migliore da fare è ritrovare noi stessi, tornando alle proprie origini; ed è proprio questo che fa il protagonista de “La strada dei Fiori”, Trung, dopo che la vita gli ha tirato uno dei suoi tremendi pugni che, come li definisce il direttore editoriale Davide Castellazzi nell’introduzione, si vedono solo nei film con Bud Spencer o negli anime di Rocky Joe.
Trung è un giovane artista che ha completato l’università e ha cominciato a lavorare guadagnandosi da vivere con i propri disegni. Solo che qualcosa non va e Trung si sente costantemente turbato, tanto da arrivare a decidere di abbandonare l’arte. Torna in campagna nella sua città natale, dalla sua famiglia che non rivedeva da tempo e aiuta con l’attività di coltivazione e vendita di fiori.

Già dalle prime pagine del volume, il lettore si sente subito coinvolto nella storia di Trung perché la sua è una sensazione che almeno una volta nella vita tutti abbiamo sperimentato.

Un particolare che mi ha colpito molto è la decisione dell’autrice Lâm Hoàng Trúc di non approfondire nel dettaglio qual è stata la causa scatenante di questa sensazione di smarrimento: viene comunque presentata, ma dopotutto questo non è l’aspetto importante della storia, ma lo è la parte curativa. I giorni trascorsi in campagna e le persone che vi ci abitano saranno i due aspetti della stessa medaglia che aiuteranno Trung a trovare una risposta.

L’autrice dà tantissima importanza al paesaggio: la sua calma e il suo silenzio aiutano il protagonista a guardare dentro di sé e ad ascoltare il suo cuore; non servono dialoghi, basta solo notare come il personaggio è inserito nella scena. Il valore che hanno gli scenari per Lâm Hoàng Trúc si capisce anche nel modo in cui lei li disegna. C’è una grandissima attenzione al dettaglio: ogni foglia, ogni fiore è realizzato nei suoi minimi particolari e il cielo è sempre bellissimo con nuvole che paiono morbide e fluttuanti.

L’altro aiuto che riceve Trung è da parte delle persone. I suoi parenti, prima di tutti, sono un appoggio grandissimo. L’autrice ci dà uno spaccato di una famiglia realistica, in cui i genitori vogliono aiutare il figlio, ma non sanno come fare. Mi ha colpito molto la figura della madre che, non sapendo neppure quale sia la causa della crisi di Trung, cerca in qualsiasi modo di essere un appoggio, spronandolo più duramente o, alle volte, coccolandolo con parole di conforto. Altra figura femminile che mi è piaciuta tantissimo è stata la piccola Chi, una bambina che adora disegnare e farebbe di tutto per farlo. Penso che, in qualche modo, nella bimba si possa rivedere molto del piccolo Trung e per questo la sua presenza gli sarà molto di aiuto.

Nella storia possiamo anche ammirare uno spaccato di vita tipicamente del Vietnam, come la bellezza del Festival dei Fiori di Primavera. Quasi in contrasto a questo, abbiamo la rappresentazione della campagna molto povera, in cui, al contrario delle città, è difficile anche reperire dei colori per dipingere.

In conclusione, "La strada dei fiori" è una storia leggera e scorrevole, dove gli avvenimenti non sono i protagonisti, ma lo diventano le sensazioni e le emozioni. Nonostante abbia una trama semplice, dietro è presente, comunque, un messaggio ben preciso e molto significativo.

Molto bella l’edizione realizzata da Toshokan: due volumi in uno con la loro tipica “postertina”, in cui dietro la sovra-copertina troviamo un bellissimo disegno che può essere usato come poster.