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Opera di notevole caratura di Go Nagai-sensei nel ripercorrere i fasti del Sommo Poeta: operazione quanto mai complicata sia per la complessità della Divina Commedia sia per i rifacimenti alle opere di Gustave Dorè. Le tavole sono estremamente scorrevoli e pulite, con accenni in chiaroscuro, soprattutto, nelle parti più profonde dell'inferno; personalmente, avrei preferito si ponesse l'attenzione su molti altri personaggi incontrati da Dante all'interno di tutto il suo percorso: ciò non toglie che la meticolosità del Sensei è veramente particolare in tema di valutazione e analisi degli stessi, nonchè della loro associazione ai peccati. Più complicato è il punto di vista storico-culturale, dove vi è soltanto qualche accenno ai dissidi politici della Firenze di allora, concentrandosi più sui dubbi personali dell'anima di Dante. L'esternazione della paura, delle tenebre e del disgusto verso il peccato si scontra nettamente con il suo desidero di amore puro verso la sua musa, Beatrice: quel desiderio recondito di un amore mai vissuto realmente, misto a quella disperazione che è tipicamente 'umana'. In conclusione, l'opera è veramente godibile, probabilmente un po' troppo striminzita (per scelta editoriale) ma assolutamente da tenere in considerazione, soprattutto per la difficoltà di tenere il passo di una delle opere più complesse ed oniriche che la storia ricordi. E credo che Go Nagai sia riuscito, seppur con qualche difetto, a rendere la sua 'narrativa estetica' davvero degna di nota.