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8.0/10
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Una serie piacevole che apporta spunti di riflessione interessanti sotto diversi punti di vista, sebbene presenti alcuni difetti che non incidono eccessivamente sulla qualità complessiva.

Shoko ha 32 anni e ha preso parte ad incontri matrimoniali per più di due anni, mentre la sorella maggiore, con cui si è sempre confrontata nel corso della sua vita, ha incontrato un buon partito in azienda e si è sposata, andando a vivere in una casa "gemella" costruita appositamente accanto a quella in cui Shoko vive con i propri genitori.
Ed ecco che Shoko, appassionata di viaggi, in occasione della sua nuova escursione, trova nel vestito che la sorella le ha prestato il suo anello di matrimonio e, per una serie di coincidenze, decide di fingersi sposata allo scopo di provarci con un ragazzo carino conosciuto in aereo. Infatti, proprio in questo periodo, sembra che in Giappone vadano di moda i "furin" ("tradimenti" matrimoniali).
Questa scelta di Shoko, che ella non riuscirà più a trovare il coraggio di ritrattare nonostante i numerosi tentativi, darà origine a numerosi fraintendimenti.
Jyo, il ragazzo incontrato sull'aereo, fotografo professionista che ha vissuto per diversi anni in Spagna, e che sta tornando a Tokyo per fotografare i paesaggi del suo Paese natale, sarà soltanto interessato ad una storia d'amore passeggera con una donna impegnata, o avrà sviluppato dei sentimenti sinceri nei suoi confronti? Dirgli la verità potrebbe portare alla nascita di una storia d'amore sincera, o farlo allontanare irrimediabilmente? Questi i dubbi che tormentano Shoko mentre Jyo, d'altro canto, ha i suoi segreti e le sue motivazioni a trattenerlo, che verranno svelate lentamente nel corso della serie.

Parallelamente alla storia d'amore tra Shoko e Jyo vediamo svilupparsi un triangolo amoroso che coinvolge la sorella Yoko, il cui matrimonio non è poi così saldo come all'apparenza potrebbe sembrare, e come in effetti a tutti sembra. Yoko è, infatti, l'esempio perfetto di donna realizzata secondo gli ideali della società: è sposata con un buon partito, che è anche un brav'uomo, vive con lui in una casa costruita dai suoi genitori accanto a loro, al lavoro ricopre un ruolo di responsabilità nel mantenere il quale il marito la incoraggia, sta pianificando di avere dei figli. Eppure Yoko è davvero felice? Lo spettatore scoprirà abbastanza presto che anche lei nasconde un segreto, con il quale lei e Shoko dovranno destreggiarsi.

La storia investe molto sul confronto implicito tra Shoko e Yoko, come due modelli in parallelo. Shoko non ha nulla di quello che la società si aspetterebbe da una donna di 32 anni, né un lavoro stabile né una relazione fissa orientata al matrimonio. Decide, tuttavia, di utilizzare l'anello di matrimonio della sorella per fingersi sposata al fine di intrecciare un rapporto amoroso, nella convinzione che una relazione con una donna sposata possa essere un incentivo.
Yoko appare come una donna realizzata, eppure per qualche motivo il suo anello di matrimonio era nel vestito che ha prestato a Shoko...
Questa è una storia di riflessione su cosa significhi sentirsi, ed essere, una donna realizzata e libera.

L' elemento che contribuisce ad abbassare il giudizio è l'eccessiva lentezza dello sviluppo di trama, che in diversi punti poteva essere accorciata e che, in particolar modo, risente molto dell'estrema indecisione della protagonista e del coprotagonista, che spesso rimuginano e tornano indietro su scelte già prese, anche avanzando dubbi discutibili che finiscono per snervare lo spettatore. Complessivamente, la storia d'amore di Yoko risulta quella più accattivante e coinvolgente, nonostante sulla carta si tratti di un personaggio secondario. La scelta delle musiche non è, inoltre, sempre ottimale, finendo spesso con l'interrompere scene drammatiche con inframezzi musicali non sempre coerenti. A tratti la recitazione risulta un po' piatta e leggermente "da fiction". Complessivamente, però, si tratta di un prodotto coinvolgente.