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8.5/10
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Giappone. Anno sconosciuto. Lo stato, complice una guerra che sta prosciugandone le casse, non riesce più a garantire un ordine pubblico decente, né un decente sistema carcerario. A questo punto lo stato stesso crea la legge sulla vendetta: ogni famiglia che ha subito una perdita di un proprio caro per omicidio ha il diritto di potersi vendicare, sia con mezzi propri che tramite agenzie. Questa storia infatti narra la storia di Kanoh Hiroshi, ex militare che diventa sicario dell'ufficio per vendette Katsumi.

"Freesia", di Jiro Matsumoto (da oggi mio padre), è una roba allucinante... c'è poco da dire.
Mi sono imbattuto su questi 12 volumi per puro caso pochi mesi fa e devo dire che non mi aspettavo assolutamente di leggere roba così folle e così complessa, come in realtà si è dimostrata già dalle prime pagine, non solo dal punto di vista della cruda violenza, che è sempre presente, ma proprio per la trama e per i personaggi.
Quest'ultimi hanno una caratterizzazione incredibile, non solo sotto il punto di vista fisico ma -soprattutto- sotto quello mentale. ognuno di loro, anche ci si affaccia per poco durante la storia, ha una precisa identità psicologica... nel bene e nel male.

Questo manga è follia e psicosi su carta, ricco di personaggi completamente fulminati che vivono sul filo del rasoio, tra realtà e allucinazioni. Per tutto l'arco narrativo assistiamo ai loro continui esami di coscienza, cambi di personalità, problemi da risolvere o irrisolvibili tutto contornato da abusi, soprusi e altre violenze di ogni natura. Per fare un esempio cinefilo, questo manga sembra una fusione tra un film di Kubric e uno di Tarantino.

Ad oggi non ricordo di essermi mai imbattuto in un manga di questa qualità. Non tanto per la caratura dell'opera in se ma proprio sotto il punto di vista psicologico.
Per me è una delle migliori letture che abbia mai fatto, ma va anche detto che non è adatta a tutti.