Recensione
Josée, la tigre e i pesci
8.5/10
Recensione di VecchioEremita
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Attenzione: la recensione contiene spoiler
"Josée, la tigre e i pesci" é un perfetto esempio delle difficoltà e delle insicurezze delle persone con disabilità motorie.
Trama: Tsuneo Suzukawa è uno studente universitario appassionato di immersioni subacquee, che lavora part-time per risparmiare denaro e poter studiare all'estero in Messico, dove sogna di esplorare una rara specie di pesce. Un giorno, mentre si trova per strada, assiste a un incidente in cui una ragazza su una sedia a rotelle perde il controllo e cade. Tsuneo corre in suo aiuto e, per ringraziarlo, la nonna della ragazza gli offre un lavoro: occuparsi di sua nipote, Josée. Josée è una giovane donna che ha vissuto la maggior parte della sua vita confinata in casa a causa della sua disabilità fisica. Vive nel suo mondo immaginario, leggendo libri e disegnando, ma desidera ardentemente esplorare il mondo esterno. All'inizio è diffidente nei confronti di Tsuneo, e si mostra arrogante e ostile, ma con il passare del tempo i due cominciano a conoscersi meglio e a sviluppare un rapporto di fiducia e affetto reciproco. Tsuneo inizia a portare Josée fuori di casa, introducendola alla realtà della vita quotidiana che lei non ha mai potuto sperimentare. Josée scopre nuove emozioni e avventure, come visitare l'oceano per la prima volta, cosa che aveva sempre sognato. Nel frattempo, anche Tsuneo comincia a cambiare: influenzato dalla passione e dalla determinazione di Josée, riflette sui propri sogni e sulle proprie aspirazioni. Tuttavia, la loro relazione affronta diverse difficoltà. Tsuneo subisce un grave infortunio mentre lavora in un negozio di attrezzature subacquee, compromettendo temporaneamente la possibilità di perseguire il suo sogno di studiare all'estero. Questo evento getta Tsuneo in una profonda crisi, ma Josée, che si sente colpevole per il suo incidente, decide di prendersi cura di lui e di incoraggiarlo a non arrendersi. Con il tempo, i sentimenti tra Josée e Tsuneo si approfondiscono, ma anche Josée deve affrontare le sue paure e insicurezze. Nonostante la sua disabilità, decide di non rinunciare ai suoi sogni e trova la forza di perseguire la sua passione per l'arte. Alla fine, Josée decide di vivere la sua vita in modo più indipendente, mentre Tsuneo, con il supporto di Josée, trova il coraggio di continuare a inseguire il suo sogno di studiare in Messico. Il film si conclude con Josée e Tsuneo che, pur andando verso strade diverse, continuano a ispirarsi a vicenda, mostrando come il loro incontro abbia trasformato profondamente le loro vite.
È un film che già dall'inizio ci viene presentato con una grafica e con delle musiche spettacolari, grazie anche alle canzoni di Eve ("Kaikai Kitan, prima intro di "Jujutsu Kaisen").
Abbiamo due metafore nel titolo, le tigri, ovvero le difficoltà, o meglio le "bestie" di ogni giorno, e i pesci, ovvero i compagni fidati, amici.
All'inizio abbiamo una Josée arrogante, quasi viziata, che dà ordini strampalati al suo "attendente", che ormai sembra non farcela più, ma piano piano comincia ad ammorbidirsi e ad aprirsi sempre di più e a comprendere i veri sentimenti che prova per Tsuneo.
Ho trovato quasi tutti gli aspetti di questo film perfetti, ma, come dice la nonna, c'è pieno di bestie fuori, il rovescio della medaglia.
Andiamo con ordine.
Le reazioni di Josée sembrano piuttosto piatte, come ad esempio per la morte della nonna, alla quale ha pianto, certo, ma sembra lo abbia fatto, come si suol dire, tanto per.
Un'altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è che sembra che i servizi sociali servissero solo per farle perdere interesse nell'arte, messi lì apposta per distruggere questo suo sogno.
Poi c'è anche il fatto che alla fine Tsuneo l'abbia trovata come fosse una spia, seguendo delle tracce di sedia a rotelle dallo zoo fino in città, e che si siano rincontrati proprio come ad inizio film.
Queste sono le pecche maggiori che non rovinano assolutamente il film, ma che, se evitate, avrebbero potuto renderlo un vero capolavoro.
"Josée, la tigre e i pesci" é un perfetto esempio delle difficoltà e delle insicurezze delle persone con disabilità motorie.
Trama: Tsuneo Suzukawa è uno studente universitario appassionato di immersioni subacquee, che lavora part-time per risparmiare denaro e poter studiare all'estero in Messico, dove sogna di esplorare una rara specie di pesce. Un giorno, mentre si trova per strada, assiste a un incidente in cui una ragazza su una sedia a rotelle perde il controllo e cade. Tsuneo corre in suo aiuto e, per ringraziarlo, la nonna della ragazza gli offre un lavoro: occuparsi di sua nipote, Josée. Josée è una giovane donna che ha vissuto la maggior parte della sua vita confinata in casa a causa della sua disabilità fisica. Vive nel suo mondo immaginario, leggendo libri e disegnando, ma desidera ardentemente esplorare il mondo esterno. All'inizio è diffidente nei confronti di Tsuneo, e si mostra arrogante e ostile, ma con il passare del tempo i due cominciano a conoscersi meglio e a sviluppare un rapporto di fiducia e affetto reciproco. Tsuneo inizia a portare Josée fuori di casa, introducendola alla realtà della vita quotidiana che lei non ha mai potuto sperimentare. Josée scopre nuove emozioni e avventure, come visitare l'oceano per la prima volta, cosa che aveva sempre sognato. Nel frattempo, anche Tsuneo comincia a cambiare: influenzato dalla passione e dalla determinazione di Josée, riflette sui propri sogni e sulle proprie aspirazioni. Tuttavia, la loro relazione affronta diverse difficoltà. Tsuneo subisce un grave infortunio mentre lavora in un negozio di attrezzature subacquee, compromettendo temporaneamente la possibilità di perseguire il suo sogno di studiare all'estero. Questo evento getta Tsuneo in una profonda crisi, ma Josée, che si sente colpevole per il suo incidente, decide di prendersi cura di lui e di incoraggiarlo a non arrendersi. Con il tempo, i sentimenti tra Josée e Tsuneo si approfondiscono, ma anche Josée deve affrontare le sue paure e insicurezze. Nonostante la sua disabilità, decide di non rinunciare ai suoi sogni e trova la forza di perseguire la sua passione per l'arte. Alla fine, Josée decide di vivere la sua vita in modo più indipendente, mentre Tsuneo, con il supporto di Josée, trova il coraggio di continuare a inseguire il suo sogno di studiare in Messico. Il film si conclude con Josée e Tsuneo che, pur andando verso strade diverse, continuano a ispirarsi a vicenda, mostrando come il loro incontro abbia trasformato profondamente le loro vite.
È un film che già dall'inizio ci viene presentato con una grafica e con delle musiche spettacolari, grazie anche alle canzoni di Eve ("Kaikai Kitan, prima intro di "Jujutsu Kaisen").
Abbiamo due metafore nel titolo, le tigri, ovvero le difficoltà, o meglio le "bestie" di ogni giorno, e i pesci, ovvero i compagni fidati, amici.
All'inizio abbiamo una Josée arrogante, quasi viziata, che dà ordini strampalati al suo "attendente", che ormai sembra non farcela più, ma piano piano comincia ad ammorbidirsi e ad aprirsi sempre di più e a comprendere i veri sentimenti che prova per Tsuneo.
Ho trovato quasi tutti gli aspetti di questo film perfetti, ma, come dice la nonna, c'è pieno di bestie fuori, il rovescio della medaglia.
Andiamo con ordine.
Le reazioni di Josée sembrano piuttosto piatte, come ad esempio per la morte della nonna, alla quale ha pianto, certo, ma sembra lo abbia fatto, come si suol dire, tanto per.
Un'altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è che sembra che i servizi sociali servissero solo per farle perdere interesse nell'arte, messi lì apposta per distruggere questo suo sogno.
Poi c'è anche il fatto che alla fine Tsuneo l'abbia trovata come fosse una spia, seguendo delle tracce di sedia a rotelle dallo zoo fino in città, e che si siano rincontrati proprio come ad inizio film.
Queste sono le pecche maggiori che non rovinano assolutamente il film, ma che, se evitate, avrebbero potuto renderlo un vero capolavoro.