Recensione
Serie tratta da un manga poco conosciuto da noi, si presenta come una detective-story dall'impianto in fondo molto classico, con il protagonista che si ritrova a indagare su misteriosi omicidi che paiono possedere un tocco di soprannaturale. A questo riguardo devo osservare che il buon Sakon sembra essere stato colpito pure da una maledizione alla Jessica Fletcher, perché il giovane detective non viene chiamato a investigare sui vari casi (tipo Sherlock Holmes), lui ogni volta si reca sul posto per altri motivi e poco dopo lì avviene un omicidio.
La storia generale è composta da una serie di brevi cicli che durano tre-quattro episodi e, se non si pretendono idee originali o momenti memorabili, ci troviamo allora di fronte a un prodotto di buon livello, che utilizza tutti gli elementi tipici del genere, evitando il pericolo di far capire subito chi è l'assassino e riuscendo così a creare un'atmosfera di mistero e suspense che funziona. In tal senso il ciclo che funziona meno è quello degli episodi 18 - 20, perché nella sua parte finale diventa davvero troppo evidente chi è l'omicida.
Tolto però l'aspetto investigativo, la serie non offre molto, e a soffrirne sono soprattutto i personaggi, a causa di una narrazione che conosce il mestiere quando si tratta di investigare sugli omicidi, ma non è a suo agio quando deve rendere interessanti le persone in campo: quelle che appaiono di volta in volta durante le indagini non sono mai incisive, sono soltanto dei tipi che servono alla narrazione, mentre le principali (Sakon, Ukon e la zia poliziotta Kaoruko) suscitano indifferenza perché privi del necessario carisma, e questa mancanza si evince da due fatti: il primo è il particolare legame tra Sakon e Ukon, che almeno in teoria dovrebbe suscitare curiosità, in quanto la marionetta appare sempre più non come un'espressione del lato nascosto di Sakon, ma pare invece dotata di una personalità propria. Ma per quanto mi riguarda, questo mistero non mi ha stimolato alcun interesse.
L'altro fatto è ancora più grande e riguarda il ciclo delle ultime tre puntate: queste sono gli unici episodi che hanno rischiato molto di annoiarmi, perché qui viene dato poco spazio alle indagini e ci si concentra soprattutto sul protagonista e sul passato della sua famiglia. Il problema è che Sakon l'ho trovato così scialbo (il classico bravo ragazzo dolce e timido), da non provare alcun coinvolgimento per la sua storia personale.
Passando sul piano tecnico, le animazioni migliori sono nei primi episodi, poi ci si attesta su un livello medio, sempre guardabile, anche se in alcuni momenti il tratto diventa grossolano. Delle musiche ho apprezzato abbastanza l'opening, indifferenza per tutte le altre.
"Karakuri Zoushi Ayatsuri Sakon" è quindi una serie che può interessare davvero gli appassionati del genere investigativo nella sua versione classica, però ha diversi difetti e non possiede elementi che gli permettano di distinguersi.
La storia generale è composta da una serie di brevi cicli che durano tre-quattro episodi e, se non si pretendono idee originali o momenti memorabili, ci troviamo allora di fronte a un prodotto di buon livello, che utilizza tutti gli elementi tipici del genere, evitando il pericolo di far capire subito chi è l'assassino e riuscendo così a creare un'atmosfera di mistero e suspense che funziona. In tal senso il ciclo che funziona meno è quello degli episodi 18 - 20, perché nella sua parte finale diventa davvero troppo evidente chi è l'omicida.
Tolto però l'aspetto investigativo, la serie non offre molto, e a soffrirne sono soprattutto i personaggi, a causa di una narrazione che conosce il mestiere quando si tratta di investigare sugli omicidi, ma non è a suo agio quando deve rendere interessanti le persone in campo: quelle che appaiono di volta in volta durante le indagini non sono mai incisive, sono soltanto dei tipi che servono alla narrazione, mentre le principali (Sakon, Ukon e la zia poliziotta Kaoruko) suscitano indifferenza perché privi del necessario carisma, e questa mancanza si evince da due fatti: il primo è il particolare legame tra Sakon e Ukon, che almeno in teoria dovrebbe suscitare curiosità, in quanto la marionetta appare sempre più non come un'espressione del lato nascosto di Sakon, ma pare invece dotata di una personalità propria. Ma per quanto mi riguarda, questo mistero non mi ha stimolato alcun interesse.
L'altro fatto è ancora più grande e riguarda il ciclo delle ultime tre puntate: queste sono gli unici episodi che hanno rischiato molto di annoiarmi, perché qui viene dato poco spazio alle indagini e ci si concentra soprattutto sul protagonista e sul passato della sua famiglia. Il problema è che Sakon l'ho trovato così scialbo (il classico bravo ragazzo dolce e timido), da non provare alcun coinvolgimento per la sua storia personale.
Passando sul piano tecnico, le animazioni migliori sono nei primi episodi, poi ci si attesta su un livello medio, sempre guardabile, anche se in alcuni momenti il tratto diventa grossolano. Delle musiche ho apprezzato abbastanza l'opening, indifferenza per tutte le altre.
"Karakuri Zoushi Ayatsuri Sakon" è quindi una serie che può interessare davvero gli appassionati del genere investigativo nella sua versione classica, però ha diversi difetti e non possiede elementi che gli permettano di distinguersi.