Recensione
Hidamari ga kikoeru drama
9.5/10
"Taichi: Se non ci senti, non è mica colpa tua."
Sono queste le parole che ritornano più volte in questa storia e che ne racchiudono la sua essenza.
"Hidamari ga Kikoeru - I hear the Sunspot", edito in Italia per l’editore Flashbook, nasce nel 2013 come volume unico dalla mano di Yuki Fumino, pseudonimo della mangaka Yuki Akaneda (You’re my sun, anch’esso edito per Flashbook) che usava all'epoca al suo debutto.
Il successo di questo manga ha portato all’uscita di vari seguiti: un secondo volume, una seconda serie composta di tre volumi e infine di una terza che è ancora in corso in Giappone, tutte edite da noi sempre grazie a Flashbook.
Quest’estate, su TV Tokyo, è andato in onda un adattamento live-action di questo titolo: "Hidamari ga kikoeru" è un drama composto da 12 episodi della durata di circa 25 minuti ciascuno. La serie purtroppo non è giunta da noi sui canali ufficiali, ma la si può reperire tramite le traduzioni amatoriali.
I protagonisti di questa vicenda sono due compagni di università: l’onesto e diretto Taichi, e il rigido Kōhei che soffre di ipoacusia (un problema dell’udito che si manifesta quando non si sentono bene i suoni o non si capiscono bene le parole) a seguito di un grave malanno.
Kōhei, proprio perché il suo udito è gravemente danneggiato e fatica a capire la maggior parte delle parole che dicono le persone intorno a lui, si è chiuso in se stesso allontanandosi da tutto e da tutti.
Il mondo "ovattato" che il ragazzo si è creato viene scombussolato dall’incontro con Taichi, che capitombolerà "letteralmente" nella sua vita.
Taichi è un ragazzo all’apparenza spensierato, solare e dal grande appetito che si innamora subito dei bento cucinati dalla madre di Kōhei.
La voce di Taichi, inoltre, ha la caratteristica di essere davvero forte e squillante, tantoché, la maggior parte delle volte, Kōhei non si deve nemmeno sforzare di capirlo.
Dal loro incontro nascerà un semplice patto: Taichi aiuterà Kōhei a prendere gli appunti durante le lezioni universitarie e, in cambio, quest’ultimo porterà un bento in più a scuola.
La storia risulta altamente fedele al manga e, essendo una serie in più episodi, ha avuto lo spazio adeguato per svilupparsi in modo graduale, riuscendo a ricoprire le vicende dei primi due volumi della prima serie cartacea.
Il drama, nonostante apporti dei minimi cambiamenti per ambientarlo ai nostri giorni (ad esempio il cellulare a conchiglia che diventa un moderno smartphone), risulta estremamente accurato rispetto all’originale.
Questo live action non risulta tuttavia essere la prima trasposizione di quest'opera.
Nel 2017 era già stato realizzato un incantevole film con gli attori Hideya Tawada e Akira Onodera, che ripercorreva la trama del primo volume del manga. Anche di questo titolo si consiglia la visione benché, per ovvi motivi di minutaggio, il film risulti più frettoloso arrivando a scavare meno a fondo tra i sentimenti dei due protagonisti.
La serie, con il suo ritmo delicato, approfondisce temi importanti come l’accettazione di sè, dei propri limiti e la crescita personale.
Malgrado vengano affrontati aspetti complessi, gli episodi scorrono leggeri, perché tali argomenti sono presentati con molta semplicità.
La storia d’amore, emozionante e toccante, non è la sola e vera protagonista di questo drama. Quello che colpisce di più è l’evoluzione e la crescita dei protagonisti che, da semplici adolescenti, cercano di trovare la propria strada verso l’età adulta tentando di scoprire quale sia il loro ruolo nella società.
La sfida maggiore sembra debba essere affrontata da Kōhei che si sente intrappolato in un limbo: si rifiuta di imparare la lingua dei segni perché non è completamente sordo o comunque non lo è dalla nascita; dall'altra parte però egli non vede se stesso come le persone normodotate perché il suo udito è effettivamente danneggiato.
Sarà proprio Taichi, con le sue schiette osservazioni (come “Se non ci senti, mica è colpa tua” o “Quando non senti, dillo e fattelo ripetere tutte le volte che vuoi”) a far uscire, piano piano, dal proprio guscio Kōhei, il quale ricomincerà a stringere nuovi rapporti.
Se le sfide che ha davanti Kōhei sembrano grandissime, non sono da sottovalutare nemmeno quelle che affronterà Taichi.
Ogni sua scelta è sempre ben ponderata e presa dopo aver valutato ogni minimo dubbio, il pensare troppo dopotutto è la sua caratteristica intrinseca, nel bene e nel male.
Quando Taichi prende delle decisioni, la sua preoccupazione è subito per Kōhei; il problema però è che non esterna mai questi suoi timori, nemmeno con il diretto interessato, dando vita a una sequenza di cose non dette e a sentimenti non svelati.
Gli episodi, proprio a causa di questi continui fraintendimenti e incomprensioni tra i due protagonisti, risultano avere un’escalation di intensità, culminando sempre in finali che lasciano lo spettatore sorpreso. Tali momenti sono accompagnati dalla ending che risulta, in maniera eccepibile, adatta a ogni conclusione, ovvero la romantica e malinconica “Yuuhinoue - Above the Sunset” di Takaya Kawasaki.
Anche la opening “Summer Lion” dei Flumpool risulta perfetta.
Per realizzare questa canzone, e trasmettere così tutte le emozioni dei protagonisti, il cantante Ryuta Yamamura ha riletto per l'occasione il manga originale: è riuscito così a catturare la purezza e la freschezza del loro amore, facendo in modo che la sua musica entrasse nella nostra testa e nei nostri cuori.
A interrompere questa spirale di emozioni non comprese è un personaggio scomodo: Maya, una studentessa a cui Kōhei fa da tutor.
Interpretata da Yua Shiraishi, anche questo personaggio risulta rappresentato in maniera tanto fedele (al manga) da risultare antipatica proprio come la sua controparte cartacea.
Sebbene sia una ragazza fastidiosa, Maya è anche un personaggio molto sfaccettato e "umano", che non si arriverà mai ad odiare veramente, un po’ perché è proprio la sua presenza che riesce a scuotere i sentimenti di Taichi verso Kōhei. Sarà lei, infatti, nel finale a riprendere Taichi con il suo "poco" tatto, dicendogli tutto ciò che, in fondo, avremmo voluto dirgli noi.
È il passato di Maya ad averla resa quella che è oggi; anche lei come Kōhei soffre di ipoacusia e, per le cose che ha vissuto è arrivata alla conclusione che le persone dovrebbero stare con i propri "simili": chi ha problemi di udito non può stare con i normo udenti.
Taichi, al contrario, non ha mai pensato alla disabilità di Kōhei come un ostacolo o un limite, ne capisce e comprende le difficoltà ma non per questo lo tratta in modo diverso o particolare.
Nel raccontare questa storia non c’è traccia di pietismo o di drammaticità: Taichi, ma anche i suoi amici, trattano normalmente sia Kōhei che Maya, e con quest’ultima nascono anche numerosi battibecchi. La storia risulta, quindi, una rappresentazione veritiera di una situazione che può davvero avvenire nella realtà tra due o più studenti.
Non mancano però i pregiudizi. Questo è evidenziato bene nel motivo per cui Kōhei si allontana dalla società.
Lui è rappresentato come un ragazzo bellissimo, ammirato da tante studentesse ma che, dal loro punto di vista, ha il “difetto” di non sentire bene. Questa è una delle ragioni che ha spinto Kōhei a isolarsi da tutti, creandosi una routine che ruota attorno alla solitudine.
Il modo in cui è stata trattata l’invalidità in "Hidamari ga Kikoeru", ricorda alcuni drama visti negli ultimi anni e che hanno come tema portante lo stesso argomento.
Ad esempio è facile rivedere, per la tenerezza e la sensibilità, la giovane seconda coppia del drama thailandese "Moonlight Chicken", con cui non sono pochi i parallelismi. Per intensità, invece, l’analogia con il drama giapponese "Silent" è stata inevitabile.
In tutti e tre i titoli, tra l'altro, l’accettazione di se stessi resta un tema fondamentale.
"Hidamari ga Kikoeru" non è solo di una storia a sfondo sentimentale, come già detto, ma lascia spazio ad altri argomenti.
Nel corso degli episodi, si nota che non c’è molta fisicità tra i due protagonisti, ma il drama emana comunque più amore di tante altre serie piene di baci o affettività più esplicita. Questo è dato anche da una forte chimica tra i due protagonisti.
Bisogna elogiare per questo gli eccezionali attori protagonisti e la loro tangibile sintonia, complice, forse, il fatto che avessero già lavorato insieme precedentemente nel drama "Gekokijo Kyuji" del 2023.
Motoki Nakazawa, nel ruolo di Kōhei, sembra davvero innamorato quando guardava incantato Taichi, per poi esplodere in un luminosissimo sorriso.
Dall'altra parte Toranosuke Kobayashi, che interpreta Taichi, è stato molto espressivo e nel suo viso si potevano leggere tutte le emozioni del suo ruolo, soprattutto la frustrazione per non poter fare di più per Kōhei. I due personaggi si sono plasmati a vicenda nel corso degli episodi ed è in questo risiede tutta la forza di questo drama.
Tutto ciò che provano gli attori (e i rispettivi personaggi) all’interno dell’episodio lo sente anche lo spettatore. Ogni sguardo, ogni battuta detta, ogni gesto risulta perfetto.
Questo grazie anche a una bellissima sceneggiatura e un’ottima regia che ha incorniciato ogni scena con una luce fantastica e una magistrale fotografia.
I sentimenti che i due attori regalano allo spettatore arrivano forti e chiari.
Non vediamo, infatti, solo Kōhei e Taichi, ma anche tutto ciò che i due attori hanno messo di se stessi nei rispettivi protagonisti.
La stessa autrice Yuki Akaneda, del resto, ha affermato sui social che per lei i due giovani attori sono i veri Kōhei e Taichi.
Grazie all’insieme di tutti questi fattori, ovvero la bravura degli attori, una regia e una sceneggiatura impeccabili, una magnifica fotografia e delle musiche appropriate, "Hidamari ga kikoeru" risulta un drama adatto a tutti, anche ai non amanti dei "boys' love".
A confermare tutto questo è anche un sondaggio indetto da Filmarks (una delle più grandi piattaforme giapponesi di recensioni di film, drama e anime) dove l'utenza ha sostenuto che "Hidamari ga kikoeru" risultasse il drama più apprezzato e soddisfacente di tutte le serie andate in onda nell'estate del 2024.
Visto l’ottimo lavoro che è stato fatto, l’augurio è solamente uno: l’annuncio di una seconda stagione. Dopotutto ci sono ancora molte pagine del manga che potrebbero prendere vita!
Sono queste le parole che ritornano più volte in questa storia e che ne racchiudono la sua essenza.
"Hidamari ga Kikoeru - I hear the Sunspot", edito in Italia per l’editore Flashbook, nasce nel 2013 come volume unico dalla mano di Yuki Fumino, pseudonimo della mangaka Yuki Akaneda (You’re my sun, anch’esso edito per Flashbook) che usava all'epoca al suo debutto.
Il successo di questo manga ha portato all’uscita di vari seguiti: un secondo volume, una seconda serie composta di tre volumi e infine di una terza che è ancora in corso in Giappone, tutte edite da noi sempre grazie a Flashbook.
Quest’estate, su TV Tokyo, è andato in onda un adattamento live-action di questo titolo: "Hidamari ga kikoeru" è un drama composto da 12 episodi della durata di circa 25 minuti ciascuno. La serie purtroppo non è giunta da noi sui canali ufficiali, ma la si può reperire tramite le traduzioni amatoriali.
I protagonisti di questa vicenda sono due compagni di università: l’onesto e diretto Taichi, e il rigido Kōhei che soffre di ipoacusia (un problema dell’udito che si manifesta quando non si sentono bene i suoni o non si capiscono bene le parole) a seguito di un grave malanno.
Kōhei, proprio perché il suo udito è gravemente danneggiato e fatica a capire la maggior parte delle parole che dicono le persone intorno a lui, si è chiuso in se stesso allontanandosi da tutto e da tutti.
Il mondo "ovattato" che il ragazzo si è creato viene scombussolato dall’incontro con Taichi, che capitombolerà "letteralmente" nella sua vita.
Taichi è un ragazzo all’apparenza spensierato, solare e dal grande appetito che si innamora subito dei bento cucinati dalla madre di Kōhei.
La voce di Taichi, inoltre, ha la caratteristica di essere davvero forte e squillante, tantoché, la maggior parte delle volte, Kōhei non si deve nemmeno sforzare di capirlo.
Dal loro incontro nascerà un semplice patto: Taichi aiuterà Kōhei a prendere gli appunti durante le lezioni universitarie e, in cambio, quest’ultimo porterà un bento in più a scuola.
La storia risulta altamente fedele al manga e, essendo una serie in più episodi, ha avuto lo spazio adeguato per svilupparsi in modo graduale, riuscendo a ricoprire le vicende dei primi due volumi della prima serie cartacea.
Il drama, nonostante apporti dei minimi cambiamenti per ambientarlo ai nostri giorni (ad esempio il cellulare a conchiglia che diventa un moderno smartphone), risulta estremamente accurato rispetto all’originale.
Questo live action non risulta tuttavia essere la prima trasposizione di quest'opera.
Nel 2017 era già stato realizzato un incantevole film con gli attori Hideya Tawada e Akira Onodera, che ripercorreva la trama del primo volume del manga. Anche di questo titolo si consiglia la visione benché, per ovvi motivi di minutaggio, il film risulti più frettoloso arrivando a scavare meno a fondo tra i sentimenti dei due protagonisti.
La serie, con il suo ritmo delicato, approfondisce temi importanti come l’accettazione di sè, dei propri limiti e la crescita personale.
Malgrado vengano affrontati aspetti complessi, gli episodi scorrono leggeri, perché tali argomenti sono presentati con molta semplicità.
La storia d’amore, emozionante e toccante, non è la sola e vera protagonista di questo drama. Quello che colpisce di più è l’evoluzione e la crescita dei protagonisti che, da semplici adolescenti, cercano di trovare la propria strada verso l’età adulta tentando di scoprire quale sia il loro ruolo nella società.
La sfida maggiore sembra debba essere affrontata da Kōhei che si sente intrappolato in un limbo: si rifiuta di imparare la lingua dei segni perché non è completamente sordo o comunque non lo è dalla nascita; dall'altra parte però egli non vede se stesso come le persone normodotate perché il suo udito è effettivamente danneggiato.
Sarà proprio Taichi, con le sue schiette osservazioni (come “Se non ci senti, mica è colpa tua” o “Quando non senti, dillo e fattelo ripetere tutte le volte che vuoi”) a far uscire, piano piano, dal proprio guscio Kōhei, il quale ricomincerà a stringere nuovi rapporti.
Se le sfide che ha davanti Kōhei sembrano grandissime, non sono da sottovalutare nemmeno quelle che affronterà Taichi.
Ogni sua scelta è sempre ben ponderata e presa dopo aver valutato ogni minimo dubbio, il pensare troppo dopotutto è la sua caratteristica intrinseca, nel bene e nel male.
Quando Taichi prende delle decisioni, la sua preoccupazione è subito per Kōhei; il problema però è che non esterna mai questi suoi timori, nemmeno con il diretto interessato, dando vita a una sequenza di cose non dette e a sentimenti non svelati.
Gli episodi, proprio a causa di questi continui fraintendimenti e incomprensioni tra i due protagonisti, risultano avere un’escalation di intensità, culminando sempre in finali che lasciano lo spettatore sorpreso. Tali momenti sono accompagnati dalla ending che risulta, in maniera eccepibile, adatta a ogni conclusione, ovvero la romantica e malinconica “Yuuhinoue - Above the Sunset” di Takaya Kawasaki.
Anche la opening “Summer Lion” dei Flumpool risulta perfetta.
Per realizzare questa canzone, e trasmettere così tutte le emozioni dei protagonisti, il cantante Ryuta Yamamura ha riletto per l'occasione il manga originale: è riuscito così a catturare la purezza e la freschezza del loro amore, facendo in modo che la sua musica entrasse nella nostra testa e nei nostri cuori.
A interrompere questa spirale di emozioni non comprese è un personaggio scomodo: Maya, una studentessa a cui Kōhei fa da tutor.
Interpretata da Yua Shiraishi, anche questo personaggio risulta rappresentato in maniera tanto fedele (al manga) da risultare antipatica proprio come la sua controparte cartacea.
Sebbene sia una ragazza fastidiosa, Maya è anche un personaggio molto sfaccettato e "umano", che non si arriverà mai ad odiare veramente, un po’ perché è proprio la sua presenza che riesce a scuotere i sentimenti di Taichi verso Kōhei. Sarà lei, infatti, nel finale a riprendere Taichi con il suo "poco" tatto, dicendogli tutto ciò che, in fondo, avremmo voluto dirgli noi.
È il passato di Maya ad averla resa quella che è oggi; anche lei come Kōhei soffre di ipoacusia e, per le cose che ha vissuto è arrivata alla conclusione che le persone dovrebbero stare con i propri "simili": chi ha problemi di udito non può stare con i normo udenti.
Taichi, al contrario, non ha mai pensato alla disabilità di Kōhei come un ostacolo o un limite, ne capisce e comprende le difficoltà ma non per questo lo tratta in modo diverso o particolare.
Nel raccontare questa storia non c’è traccia di pietismo o di drammaticità: Taichi, ma anche i suoi amici, trattano normalmente sia Kōhei che Maya, e con quest’ultima nascono anche numerosi battibecchi. La storia risulta, quindi, una rappresentazione veritiera di una situazione che può davvero avvenire nella realtà tra due o più studenti.
Non mancano però i pregiudizi. Questo è evidenziato bene nel motivo per cui Kōhei si allontana dalla società.
Lui è rappresentato come un ragazzo bellissimo, ammirato da tante studentesse ma che, dal loro punto di vista, ha il “difetto” di non sentire bene. Questa è una delle ragioni che ha spinto Kōhei a isolarsi da tutti, creandosi una routine che ruota attorno alla solitudine.
Il modo in cui è stata trattata l’invalidità in "Hidamari ga Kikoeru", ricorda alcuni drama visti negli ultimi anni e che hanno come tema portante lo stesso argomento.
Ad esempio è facile rivedere, per la tenerezza e la sensibilità, la giovane seconda coppia del drama thailandese "Moonlight Chicken", con cui non sono pochi i parallelismi. Per intensità, invece, l’analogia con il drama giapponese "Silent" è stata inevitabile.
In tutti e tre i titoli, tra l'altro, l’accettazione di se stessi resta un tema fondamentale.
"Hidamari ga Kikoeru" non è solo di una storia a sfondo sentimentale, come già detto, ma lascia spazio ad altri argomenti.
Nel corso degli episodi, si nota che non c’è molta fisicità tra i due protagonisti, ma il drama emana comunque più amore di tante altre serie piene di baci o affettività più esplicita. Questo è dato anche da una forte chimica tra i due protagonisti.
Bisogna elogiare per questo gli eccezionali attori protagonisti e la loro tangibile sintonia, complice, forse, il fatto che avessero già lavorato insieme precedentemente nel drama "Gekokijo Kyuji" del 2023.
Motoki Nakazawa, nel ruolo di Kōhei, sembra davvero innamorato quando guardava incantato Taichi, per poi esplodere in un luminosissimo sorriso.
Dall'altra parte Toranosuke Kobayashi, che interpreta Taichi, è stato molto espressivo e nel suo viso si potevano leggere tutte le emozioni del suo ruolo, soprattutto la frustrazione per non poter fare di più per Kōhei. I due personaggi si sono plasmati a vicenda nel corso degli episodi ed è in questo risiede tutta la forza di questo drama.
Tutto ciò che provano gli attori (e i rispettivi personaggi) all’interno dell’episodio lo sente anche lo spettatore. Ogni sguardo, ogni battuta detta, ogni gesto risulta perfetto.
Questo grazie anche a una bellissima sceneggiatura e un’ottima regia che ha incorniciato ogni scena con una luce fantastica e una magistrale fotografia.
I sentimenti che i due attori regalano allo spettatore arrivano forti e chiari.
Non vediamo, infatti, solo Kōhei e Taichi, ma anche tutto ciò che i due attori hanno messo di se stessi nei rispettivi protagonisti.
La stessa autrice Yuki Akaneda, del resto, ha affermato sui social che per lei i due giovani attori sono i veri Kōhei e Taichi.
Grazie all’insieme di tutti questi fattori, ovvero la bravura degli attori, una regia e una sceneggiatura impeccabili, una magnifica fotografia e delle musiche appropriate, "Hidamari ga kikoeru" risulta un drama adatto a tutti, anche ai non amanti dei "boys' love".
A confermare tutto questo è anche un sondaggio indetto da Filmarks (una delle più grandi piattaforme giapponesi di recensioni di film, drama e anime) dove l'utenza ha sostenuto che "Hidamari ga kikoeru" risultasse il drama più apprezzato e soddisfacente di tutte le serie andate in onda nell'estate del 2024.
Visto l’ottimo lavoro che è stato fatto, l’augurio è solamente uno: l’annuncio di una seconda stagione. Dopotutto ci sono ancora molte pagine del manga che potrebbero prendere vita!